1uella nella mia patria da chiunque quiui nato, vi ſi alleua, of
fenderò le vostre Dotte e ben purgate orecchie, vſate ſolo ad
vdire coſe dette con ſomma politezza e leggiadria.
fenderò le vostre Dotte e ben purgate orecchie, vſate ſolo ad
vdire coſe dette con ſomma politezza e leggiadria.
NOZ. Io non accetto la prima legge, perche egli non ha pun
to del veriſimile, che lo ſcolare piu vaglia, che non vale il ſuo
maeſtro; Se voi adunque tanto oltre non vedete, che basti, come
credete, che io; il quale ho la viſta dello ingegno piu corta di
voi; là arriui, doue voi non hauete potuto arriuare? e tanto
meno douete aſpettar da me coſa, che vi appaghi d'intorno, a
ciò, quanto io nel principio vi dißi reſtarci confuſo. Quanto
alla ſeconda legge; io, che domeſticamente vi conoſco a pieno,
confeſſo eſſer vero, che voi non hauete per vſanza di leggere
libri volgari; anzi in cambio di paſſarui certe hore faſtidioſe
del caldo del mezzo giorno, o con Dante, o col Petrarca, o col
Boccaccio; le vi paſſate con Cicerone, con Ceſare, e con Teren
tio, e con altri libri Latini: il che mi ſarà argomento da lodare
l'ingegno voſtro; ilquale da ſe ſteſſo fà quello, che molti altri
non poſſono con lo aiuto de libri; da quali nondimeno in que
ſti grauißimi ragionamenti di Filoſofia, voi non haureſte caua
to frutto neſſuno, ſe bene gli haueſte letti con diligenza; per
che i nostri Padri Thoſcani, non curando le coſe graui, che ſi
aſpettano alle Dottrine, tenner conto ſolamente delle amoro
ſe: & hora con nouellette, & hora con rime ſi dilettarono: be
ne vi ha di quelli, che volſero far proua dello ingegno loro nel
le ſcienze; ma pochi ſono, e ſenza fama in ciò: tal che il ra
gionare co vocaboli loro, aſſai piu strani, che non ſono quelli, i
quali voi dite hauere imparato dalla vostra Balia, ſarebbe ope
ra perduta; Il migliore di tutti è Dante: la cui Dottrina, à voi
che ſeguitate i greci; non piacerebbe: perche egli di rado, e forſe
anche non mai, ſi diſcoſta da quello, che ci ha laſciato ſcritto S.
Tomaſo, à quello, che io me ne intenda: però men male ſarà,
che voi ricorriate alla voſtra Balia per le parole; da cui voi
le imparaste tali, che egli non è niuno, che non le approui per
buone: & al voſtro Ariſtotile, e Platone per la Dottrina: pe
rò laſciando da parte queste cirimonie, ſe eglivi piace, entrate
to del veriſimile, che lo ſcolare piu vaglia, che non vale il ſuo
maeſtro; Se voi adunque tanto oltre non vedete, che basti, come
credete, che io; il quale ho la viſta dello ingegno piu corta di
voi; là arriui, doue voi non hauete potuto arriuare? e tanto
meno douete aſpettar da me coſa, che vi appaghi d'intorno, a
ciò, quanto io nel principio vi dißi reſtarci confuſo. Quanto
alla ſeconda legge; io, che domeſticamente vi conoſco a pieno,
confeſſo eſſer vero, che voi non hauete per vſanza di leggere
libri volgari; anzi in cambio di paſſarui certe hore faſtidioſe
del caldo del mezzo giorno, o con Dante, o col Petrarca, o col
Boccaccio; le vi paſſate con Cicerone, con Ceſare, e con Teren
tio, e con altri libri Latini: il che mi ſarà argomento da lodare
l'ingegno voſtro; ilquale da ſe ſteſſo fà quello, che molti altri
non poſſono con lo aiuto de libri; da quali nondimeno in que
ſti grauißimi ragionamenti di Filoſofia, voi non haureſte caua
to frutto neſſuno, ſe bene gli haueſte letti con diligenza; per
che i nostri Padri Thoſcani, non curando le coſe graui, che ſi
aſpettano alle Dottrine, tenner conto ſolamente delle amoro
ſe: & hora con nouellette, & hora con rime ſi dilettarono: be
ne vi ha di quelli, che volſero far proua dello ingegno loro nel
le ſcienze; ma pochi ſono, e ſenza fama in ciò: tal che il ra
gionare co vocaboli loro, aſſai piu strani, che non ſono quelli, i
quali voi dite hauere imparato dalla vostra Balia, ſarebbe ope
ra perduta; Il migliore di tutti è Dante: la cui Dottrina, à voi
che ſeguitate i greci; non piacerebbe: perche egli di rado, e forſe
anche non mai, ſi diſcoſta da quello, che ci ha laſciato ſcritto S.
Tomaſo, à quello, che io me ne intenda: però men male ſarà,
che voi ricorriate alla voſtra Balia per le parole; da cui voi
le imparaste tali, che egli non è niuno, che non le approui per
buone: & al voſtro Ariſtotile, e Platone per la Dottrina: pe
rò laſciando da parte queste cirimonie, ſe eglivi piace, entrate