1“ Esporre le origini, le vicende ed i progressi del metodo sperimentale in
Italia, studiato nelle suc applicazioni alle scienze fisiche, naturali e bio
logiche, con particolare riguardo a tutto ciò ch'esso offre di notevole nei
quattro secoli fra il principio del decimoquinto e la fine del decimottavo,
compresa la scoperta della pila voltaica ”, aggiuntavi poi l'avvertenza che
era “ lasciato all'arbitrio dei concorrenti il trattare, con quell'estensione
che crederanno, la storia del metodo sperimentale applicato alle scienze
morali ”.
Italia, studiato nelle suc applicazioni alle scienze fisiche, naturali e bio
logiche, con particolare riguardo a tutto ciò ch'esso offre di notevole nei
quattro secoli fra il principio del decimoquinto e la fine del decimottavo,
compresa la scoperta della pila voltaica ”, aggiuntavi poi l'avvertenza che
era “ lasciato all'arbitrio dei concorrenti il trattare, con quell'estensione
che crederanno, la storia del metodo sperimentale applicato alle scienze
morali ”.
Spes premii minuit vim laboris è il motto sotto il quale si ripresenta
l'autore, che, nel primo concorso, s'era coperto della celebre divisa: “ Pro
vando e riprovando ”. È d'uopo convenire che il lavoro rifatto presenta
minori mende del primo; ma purtroppo queste sono tuttavia in così gran
numero e talmente gravi, da togliere ad esso qualsiasi considerazione. L'au
tore si è per verità sforzato di esaurire tutto intero il programma del con
corso; ma il modo, col quale il lavoro è anche questa volta condotto, di
mostra, in maniera troppo evidente, che all'autore di esso fanno soverchio
difetto estensione e profondità di coltura per potersi accingere ad un tanto
cimento.
l'autore, che, nel primo concorso, s'era coperto della celebre divisa: “ Pro
vando e riprovando ”. È d'uopo convenire che il lavoro rifatto presenta
minori mende del primo; ma purtroppo queste sono tuttavia in così gran
numero e talmente gravi, da togliere ad esso qualsiasi considerazione. L'au
tore si è per verità sforzato di esaurire tutto intero il programma del con
corso; ma il modo, col quale il lavoro è anche questa volta condotto, di
mostra, in maniera troppo evidente, che all'autore di esso fanno soverchio
difetto estensione e profondità di coltura per potersi accingere ad un tanto
cimento.
Ed anzitutto ammetteremo che l'esemplare, il quale ne abbiamo sot
t'occhio, sia l'opera di un amanuense, e che all'autore sia mancato anche
il tempo di rileggerlo, perchè, quando così non fosse, alcuni grossolani er
rori ci avrebbero consigliato a chiudere senz'altro il volume, per non spre
care il tempo, che pure abbiamo dovuto spendervi intorno per diligente
mente esaminarlo. Nè questo avremmo notato se certi indizi, di grande
significato per un attento osservatore, non ci avessero dimostrato che, se
non tutti, parecchi almeno di quegli errori appariscono dovuti a quel ca
pitale difetto che pur ora abbiamo avvertito. Il quale si manifesta princi
mente nella scelta delle fonti, che non sono mai le prime, mentre quelle
di seconda o di terza mano, alle quali attinse l'autore, non sono le migliori,
imperocchè la massima parte delle citazioni (e potremmo quasi dire tutte)
si riferiscono a lavori di compilazione, il più delle volte dovuti a scrittori
che non passano per i più scrupolosi (quando non sieno di autori troppo
noti per la loro parzialità), e che, per l'epoca alla quale appartengono, non
poterono approffittare dei più recenti studi condotti con quelle norme, dalle
quali la critica, degna di tal nome, non vuole che si prescinda.
t'occhio, sia l'opera di un amanuense, e che all'autore sia mancato anche
il tempo di rileggerlo, perchè, quando così non fosse, alcuni grossolani er
rori ci avrebbero consigliato a chiudere senz'altro il volume, per non spre
care il tempo, che pure abbiamo dovuto spendervi intorno per diligente
mente esaminarlo. Nè questo avremmo notato se certi indizi, di grande
significato per un attento osservatore, non ci avessero dimostrato che, se
non tutti, parecchi almeno di quegli errori appariscono dovuti a quel ca
pitale difetto che pur ora abbiamo avvertito. Il quale si manifesta princi
mente nella scelta delle fonti, che non sono mai le prime, mentre quelle
di seconda o di terza mano, alle quali attinse l'autore, non sono le migliori,
imperocchè la massima parte delle citazioni (e potremmo quasi dire tutte)
si riferiscono a lavori di compilazione, il più delle volte dovuti a scrittori
che non passano per i più scrupolosi (quando non sieno di autori troppo
noti per la loro parzialità), e che, per l'epoca alla quale appartengono, non
poterono approffittare dei più recenti studi condotti con quelle norme, dalle
quali la critica, degna di tal nome, non vuole che si prescinda.