Il Viviani nel far la storia e la descrizione di questo Orologio accenna
di mandarlo accompagnato da un disegno illustrativo. Di que'disegni anzi
ne furono fatti due, il primo de'quali in lapis piombino e che noi riprodu
ciamo nella figura 18 dall'originale, inserito a carte 54 del Tomo IV, Parte VI
de'Manoscritti di Galileo; rappresenta l'Orologio in maestà dalla parte della
26[Figure 26]
di mandarlo accompagnato da un disegno illustrativo. Di que'disegni anzi
ne furono fatti due, il primo de'quali in lapis piombino e che noi riprodu
ciamo nella figura 18 dall'originale, inserito a carte 54 del Tomo IV, Parte VI
de'Manoscritti di Galileo; rappresenta l'Orologio in maestà dalla parte della
26[Figure 26]
Figura 18.
crociera, sul fusto della quale sono
imperniate le ruote, e la traversa
vedesi terminare i bracci in due
volute, infissavi in una la chiave a
scatto, e nell'altra le due codette
ordinate a percuotere ora sull'orlo
della ruota a tacche, ora sui pironi
menati in giro da lei. Ma perchè di
questi, che sono gli organi essenziali
della macchina, cioè della ruota delle
tacche, della chiave a scatto e delle
due codette, non si poteva con quel
disegno mostrare il gioco, rimanendo
essi organi riparati dietro le volute
della traversa, si pensò di rappresen
tar la macchina stessa con isguardo
un po'obliquo, e in modo che, ta
gliata la colonnetta o sostegno op
posto e parallelo al fusto della cro
ciera, la ruota più alta e il gioco
delle codette su lei e sullo scatto,
rimanesse allo scoperto. Il disegno
che accompagnava la descrizione del
Viviani, mandata come vedremo tra
poco in Olanda, era una copia di
questo secondo, che vedesi con assai
diligenza delineato in una Tavola ripiegata, perchè eccedente in lunghezza
e larghezza il foglio 50 del Tomo manoscritto sopra citato. L'Albèri lo fece
incidere e imprimere nella II delle Tavole apposte al Tomo XIV della sua
Edizione completa, e noi lo rappresentiamo ai nostri lettori nella figura 19.
crociera, sul fusto della quale sono
imperniate le ruote, e la traversa
vedesi terminare i bracci in due
volute, infissavi in una la chiave a
scatto, e nell'altra le due codette
ordinate a percuotere ora sull'orlo
della ruota a tacche, ora sui pironi
menati in giro da lei. Ma perchè di
questi, che sono gli organi essenziali
della macchina, cioè della ruota delle
tacche, della chiave a scatto e delle
due codette, non si poteva con quel
disegno mostrare il gioco, rimanendo
essi organi riparati dietro le volute
della traversa, si pensò di rappresen
tar la macchina stessa con isguardo
un po'obliquo, e in modo che, ta
gliata la colonnetta o sostegno op
posto e parallelo al fusto della cro
ciera, la ruota più alta e il gioco
delle codette su lei e sullo scatto,
rimanesse allo scoperto. Il disegno
che accompagnava la descrizione del
Viviani, mandata come vedremo tra
poco in Olanda, era una copia di
questo secondo, che vedesi con assai
diligenza delineato in una Tavola ripiegata, perchè eccedente in lunghezza
e larghezza il foglio 50 del Tomo manoscritto sopra citato. L'Albèri lo fece
incidere e imprimere nella II delle Tavole apposte al Tomo XIV della sua
Edizione completa, e noi lo rappresentiamo ai nostri lettori nella figura 19.
III.
Chi attentamente fissa lo sguardo sopra questo disegno, e si mette a
considerar quelle ruote e que'pironi, quelle codette e quegli scatti, ci vede
la laboriosità dell'ingegno, ma non ci sente l'ispirazione del genio. Il Vi
viani ci fa saper, nel seguito delle parole da noi lasciate sopra interrotte,
che Vincenzio di Galileo conosceva troppo bene l'imperfezione di quel mac-
considerar quelle ruote e que'pironi, quelle codette e quegli scatti, ci vede
la laboriosità dell'ingegno, ma non ci sente l'ispirazione del genio. Il Vi
viani ci fa saper, nel seguito delle parole da noi lasciate sopra interrotte,
che Vincenzio di Galileo conosceva troppo bene l'imperfezione di quel mac-