Gallaccini, Teofilo, Perigonia, o vero degli angoli, ca. 1590-1598

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1la grandezza e secondo la figura e secondo la varietà dell’uso, che altra serve per far piane ed uguali le tavole, altra serve per far le cornici e questa ragion di pialla che comunemente si appella pialluzzo ha tante differenze quante sono le maniere delle membra di qualsivoglia cornice secondo qualunque de’ cinque ordini dell’architettura ed oltre all’havere l’angolo solito nel taglio hanno ancho talhora a’ triangoli concavi necessarij alla formatica degli angoli convessi delle membra che da esse si debbano formare. Gli stromenti che servono a tagliare la pietra sono gli scarpelli che sono o acuti o piani o dentati o spartiti. Lo scarpello da legno overo è piano od acuto ed aognato overo incurvato, come sono le sgobbie: e questi o si adoperano a lavorar di quadro o d’intaglio overo a tornire. L’ascia altramente detta mana non ha altre differenze che quelle della grandezza e dell’uso; che altre asce servono per abbozzare le tavole e regoli ed altre servono per incavare, le quali più longhe, ma di taglio più stretto dell’altre, le quali si adoperano ad incavar travi e a fare ombuti. L’accetta, chiamata scure, altre si nota altre differenze che della grandezza; ciascuno di questi stromenti riceve l’essere e l’operation sua della natura degli angoli secondo ‘quali è formato. Non senza ragione Aristotile ne’ libri dell’ Anima dice per essempio che la scure non è veramente scure se non ha ‘l taglio, ma è scure equivocamente, e ‘l taglio consiste nell’angolo il quale è acuto, che quanto più è acuto, tanto più ha forza di tagliare perciochè più agevolmente entra nel legno, penetrando con forza di lieva e a guisa di conio, ad entrar da un ponto indivisibile, acquistando ogn’hora più di legno ed ogn’hora più ne leva. Onde vediamo espressamente che ‘l taglio è collocato nell’angolo acuto, e quando l’angolo è acuminato dalla pietra d’arrotare, allhora più taglia e con più agevolezza ricide ogni legno, benchè sia duro, ed ogni
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pietra
benchè dura.
Il medesimo accade all’ascia e ad ogni maniera di scarpello, di pialla, o di coltello. Gli stromenti che servono per forare o la pietra, o ‘l metallo, o l’osso, o ‘l legno sono il trapano o ‘l succhiello, detto in altra maniera trivello. Il succhiello non ha altre differenze che quelle le quali si prendano dalla grandezza; che altri sono succhielli grossi, altri minuti, altri mezzani, secondo la grandezza de’ chiodi, delle bullette, de’ cavicchi, o de perni, che si adoperano per collegamento del legname, o per altro fine. L’operation di questo stromento consiste nel passar il legno rodendo e bucando acciochè meglio faccia l’effetto suo ha bisogno di due maniere d’angoli; uno è acuto, ma alquanto curvo, come è quello della ponta onde comincia formarsi la vite, secondo la quale si gira, acciochè si ficchi dentro ‘l legno, ed è parte convesso e parte concavo e l’altro altresì è acuto, su per lato e su per la vita, ed è parte convesso e parte concavo, acciochè mentre si volta tagli e roda il legno, e riceva la tagliatura nella concavità della vite. Si trova ancho un’altra maniera di succhielli, la quale si adopra nell’agricoltura per far li buchi nel terreno sodo, per mettervi le colonne da pergole. Il trapano è di varie maniere; perciochè altro è ‘l trapano da legno, altro da pietra, altro da metallo. Il trapano da metallo si fa a ponta di diamnte ad angolo retto o ad angolo acuto e quadrato o triangolare; il trapano da pietra si fa con angolo acuto nel taglio, ma ‘l taglio è curvo, di modo che quando comincia a rodere la pietra, muovendosi di moto circolare reflesso e ripiegato comincia in un ponto; quello da legno o da osso è formato con due angoli simili ma acutissimi, uno de’ quali serve per centro, in fra quali è ‘l taglio a modo di lunetta. Gli stromenti che adoperano a segar o la pietra, o ‘l legno, o l’osso. Quelli che servono a segare il legno, o l’osso sono tutte le ragioni di seghe, cioè grandi per segar i modelli per far le tavole le quali sono grosse e lunghe, e queste sono di due maniere; percio

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