Gallaccini, Teofilo, Perigonia, o vero degli angoli, ca. 1590-1598

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1chè altre hanno i denti più spessi ed angoli più acuti ed altre gli hanno radi, e d’ angoli meno acuti; quelle che s’usano a segar le pietre sono senza denti, dritte e fatte con due angoli retti nel filo che sega e nella grossezza quasi a modo di riga. Queste sono di due maniere, secondo due ragion di materie da segarsi; perciochè altre sono le seghe da segar le pietre tenere, altre quelle da segar le dure. Le seghe che si adoperano a segar le pietre dure, e specialmente le gioie, sono di rame, le quali per loro stesse non hanno forza di segar tali pietre, ma insieme con la polvere di smeriglio, come ‘l solo smeriglio non può segarle , ma amendue insieme, perciò che ‘l rame essendo dolce cede allo smeriglio e muovendosi il conduce da qua e su pper la pietra, tanto che l’uno e l’altro entra e rode e sega le pietre benchè durissime. Quelle che si adoperano a segar le pietre tenere sono di ferro, le quali parimente per loro stesse non segano, ma insieme con la rena di fiume, per la medesima ragione che segano quelle di rame. Gli stromenti che si adattano a incidere sono i bulini, che si distinguono in due maniere, perciochè altri servono a intagliar le lamine di rame per le stampe de’ disegni, altri si usano dagli orefici per intagliar l’oro o l’argento, in qualunque maniera di lavoro. E questi sono angolari, o ad angolo più o meno acuto o ad angolo retto. Per radere o raschiare servono i rasoi o coltelli, i quali son fatti acutissimi. Per limare, o raspare, o pulire il metallo, il legno, la pietra e l’osso, servono le lime, che sono angolari, cioè o con angoli retti o con angoli acuti rettilinei, o con angoli acuti curvilinei, o con angoli misti, ma sono dritte o ritorte secondo che si richiede nella materia che si ha da polire e da spianare, come con le lime e le raspe che si adoperano per ri
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metter
le figure che si fanno di gitto o quelle che si scolpiscano in marmo o in altra pietra tenera.
Oltreacciò le lime e le raspe, rodendo, spianano e puliscono la materia col mezzo della multiplication degli angoli minutissimi che sono ne’ denti loro fatti nelle superficie. Gli stromenti che si adoperano per rompere la pietra o ‘l legno sono i conj o le zeppe, le quali son fatte o di ferro o di legno, i quali acciochè rompino e spacchino le materie con forza di lieva, bisogna che habbiano l’angolo acuto. Quelli che premono e spengono e cacciano i chiodi, conficcandosi son fatti ad angoli retti a squadra ed alcune volte ancho non a squadra, ma a sottosquadra, cioè ad angoli acuti appresso alla superficie piana. Tali sono i martelli, i magli, le mazze, che servono ancho per spianare e tirar ed agguagliare il ferro o ‘l rame; i modelli de’ torchij e delle viti degli strettoi e parimente i ciselli che adoperano gli orefici per iscolpire con bassirilievi ed opra che gli antichi Romani si appellava celata. Gli strumenti co’ quali si scaglia, cioè co’ quali si tagliano le pietre levandone a scaglie a scaglie sono le subbie, cioè una ragion di scarpelli fatti non con taglio, ma con ponta quadrata e con angolo acuto nella ponta. Finalmente gli stromenti co’ quali si scalza e si solleva le pietre, la terra, le muraglie, scalzando e smurando i mattoni e le pietre, sono gli zapponi, i picconi, i pali di ferro, i martelli e le zappe. Ma le zappe e gli zapponi si adoprano ancho nell’agricoltura per fare scassati e per far fosse e forme; e nell’arte del fabbricare servono per cavar fondamenti, pozzi, citerne e cantine;

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