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d’un triangolo si seghi
pel mezzo. Dunque lo suppon per noto, o come già dimostrato; in
qualunque modo diciamo, sempre potremo quindi ritrarre ogn’angolo esser
divisibile, non esser cosa dubbiosa. E ‘l Commandino stesso dice
l’angolo dividersi perché è grandezza non lineale; onde molto meno sarà
simile al punto. Oltre acciò dice anchora, l’angolo esser divisibile,
atto a ricever l’ugualità e la disugualità secondo la quantità che in esso
si truova; el parlar suo è indifferente, e perciò non esclude gli angoli
acuti. Nell’ultimo luogo bisogna vedere, se l’oppinion del Commandino
si può difender in qualche modo. E però si osservi, che altro è dire
assolutamente l’angolo acuto esser indivisibile; altro è dire esser
indivisibile, cioè che appena si possa dividere per la sua molta strettezza,
in mezzo alla quale, benchè con grande esquisitezza si tirino le linee; con
tutto ciò, con grandissima fadiga si possan produrre in maniera le linee in
mezzo, che non si confondano, e non si congiongano con l’angolo: e ciò
avviene nelle linee disegnate e negli angoli sensati e materiali. Ciò
s’intende sempre degli acuti, che i retti e gli ottusi, benchè materiali e
sensati, si possan divider per mezzo come si ritrahe da Euclide nella
Prospettiva degli specchi, nella dimostrazione del 20° Teorema.
Ma negli angoli non sensati né materiali, ma intelligibili e
puramente matematici, sempre sarà vero, che ogni angolo sia divisibile: e
truovandosi angolo quanto più acuto e quanto più stretto si possa
immaginare, sempre si truovarà ancho una linea che ‘l tagliarà per mezzo.
Ed è questo negotio come quello della Sfera che tocchi ‘l piano in un
punto; là dove la Sfera materiale nel piano materiale nol fa; ma amendue
puri matematici sempre mostran vera questa prop. Ma ritornando al
nostro proposito, diciamo intendendosi nel primo modo non esser vera
l’oppinion del Commandino. Ma intendendosi nel 2° esser vera; ma non
è conforme al puro Matematico, né allo stile