Gallaccini, Teofilo, Perigonia, o vero degli angoli, ca. 1590-1598

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1retto dagli acuti che ‘l costituiscono; così le parti e gli elementi, dico i detti angoli componenti sono da esso diversi realmente e ciò si manifesta per la risolutione; per la qual cosa essendo gli angoli ne’ quali l’angolo acuto si divide acuti, segue che ‘l suo partimento non sia risolutione, poiché sono della medesima specie; adunque sarà simplice divisione, la quale non appartiene agli angoli in specie, come la risolutione per la quale si costituiscano diverse maniere d’angoli; ma appartiene agli angoli in quanto sono di quantità e di grado differente secondo ‘l difetto e ll’escesso, questo in acutezza e quello il misura. Perciò che gli angoli acuti si dividono in angoli acuti, che son diversi da tutto l’angolo solamente nell’esser più acuti e nell’haver misura più stretta; che l’angolo intero acuto è ‘l doppio di due, come si può ritrarre dalla dimostratione XI del IIII di Euclide, o triplo di tre, o quadruplo di quattro angoli acutissimi. Che quantunque l’angolo sia acuto, con tutto ciò, sempre si può far più acuto, come l’ottuso sempre si può far più ottuso; perciochè queste ragion d’angoli sono imperfette e indeterminate. Ma l’angolo retto non può già mai farsi più o men retto, che essendo retto e ‘n quanto retto è invariabile e non ha bisogno di perfettione. Oltre acciò la divisione o più tosto la risolutione degli angoli si mostra simile a quella del genere nelle specie e delle specie negli individui, dove (secondo Platone) bisogna fermarsi, come se gli angoli acuti sieno simiglianti agli individui; che come gli individui non si risolvano in altra specie; ma si dividano in parti componenti integrali, così gli angoli acuti non si risolvano in altra specie d’angoli; ma in parti integrali, che son della medesima natura. Perciochè
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gli
angoli retti e gli ottusi, che per natura loro sono interi, hanno simiglianza di generi, e gli angoli che sono elementi e parti componenti hanno simiglianza di specie; ma gli angoli acuti, presi separatamente, non essendo interi non possono haver simiglianza di generi, e perciò non si possan risolvere in altre specie.
Hanno bene apparenza di specie e perciò si dividono in parti, che rassomigliano gl’individui. Di più il ripartimento degli angoli sta in quella guisa, che si divide un arbolo; perciochè esso si divide nel tronco e ne’ rami e ‘rami non si dividano in altri rami, ma in particelle di rami, che si appellano ramuscelli: e ‘l tronco non si divide in altri tronchi, ma in parti di esso, le quali non son il tronco. E gli angoli acuti altresì non si dividano in altra specie d’angoli; che non sono altri angoli oltre ad essi; ma si dividano in parti, overo in angoli più acuti ed acutissimi. E questa si è diversa divisione da quella degli altri angoli; poiché la division degli altri angoli costituisce angoli diversi in specie dall’angolo diviso, come gli acuti da’ retti, e gli acuti e retti dagli ottusi; ma dalla division degli acuti non si costituiscano angoli diversi di specie, ma differenti in quantità e in grado. Ma in altro modo si può pruovare ogn’angolo esser divisibile, e questo si eseguisce in tre maniere: la prima si prende dalla proprietà di chiuder lo spatio; la seconda dall’esser parte di quantità continua e di spatio terminato da varie figure angolari; la terza dall’esser diferente dal punto. Tutta la difficoltà è collocata nell’angolo acuto; che degli altri non si dubbita se sieno divisibili, e perciò tutto ‘l discorso, come da principio si può vedere infine a questo luogo, si raggira intorno all’angolo acuto, e così quindi infine al fine, seguirà la medesima intentione. E per cominciare dirò. Se l’angolo acuto fusse indivisi

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