Heron Alexandrinus, Di Herone Alessandrino De gli automati : ouero machine semoventi, libri due, 1589

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92ANNO TATIONI SOPRA LE
23 Suggillata dalla canna c, d,] σωυεσμερισμέτνν. Molte voci banno
i
Greci, lequali difficilmente ſi traſport ano nell’ altre lingue, e frà l’al-
tre
una è queſtadellaqua le è difficile d’ eſprimere la forza con vna pa-
rola
ſola, ma in ſomma altro non uuol dire ſe non, che coſi s’ adatti
la
canna c, d, con la canna u, x, come il maſchio con la femina, e com-
munemente
noi diciamo, che una coſa ſi ſuggella bene con un’ altra,
quando
gli s’ addatta di punto, ela metafora è pre ſa dal ſuggello, e
dalla
cera.
Il Commandino nel 51. cap. de gli Spirit ali ſi ſeruì della
medeſima
uoce greca.
Noi che ſcriuiamo in una lingua uiua, hab-
biam
o uoluto ualerci dell’ uſo@ ilche non poteua far ſi da lui, che tradu-
ceua
queſt´ Autore in vna lingua morta, onde è nato, che molte parole
non
hanno potuto eſſere eſpreſſe da lui, delche non dobiamo riprender-
lo
;
poiche V ittruuio medeſimo, che ſcriueua, mentrela lingua Romana
era
in fiore, &
era prattichiſſimo di queſtitermini, non ſeppe eſpri-
mergli
latinamente, e partico larmente nel 4.
cap. del quinto parlando
di
Muſica, oue ne fece ſua ſcuſa, e di qui fu preſa occaſione da chi uol-
le
morderlo con dire, che a’ Latini egli baueua ſcritto greco, &
a’
Greci
latino.
24 Con il galletto a, ) I Greci dicono epiſtomio quei maſchietti, ò
chiauette
, che ſerrano le cannelle de’ lauamani, e ciò dal verbo έπϊ-
ςομίζ
{ει}ν, che vuol dire chiudere la bocca da’ Greci ςόμα, bora in ve-
ce
di epiſtomio, io ho tradotto galletto, parte ſeguendo l’ vſo del par-
lare
, ilquale dalla forma che hanno quelli d’ ottone, che vengono di
Alemagna
, parte fidato nell’ autorità di Daniel Barbaro, che ne’ C õ-
mentarij
del 9.
cap. e libro di Vitruuio, parlando di queſti cpiſtomij,
diſſe
chiamarſi galli, ò galletti.
26 Da vna mano ò ſcaricatore) χαςηρία vuol dire quello impe-
dimento
, che ſi pone alle baleſtre, acciò che caricate non ſi ſcari-
chino
:
ma tengano, quanto piace à noi. In queſto ſenſo è vſata da
questo
medeſimo Autore ne i Bolopuci, cioè nel Libro del far Dar-
di
, e coſe da lanciare la voce è detta dal verbo χάξ{ει}ν, che vuol
dire
fermare, far ſtar ſaldo, ritenére, ilche appunto è eſſequito da
queſti
inſtrumenti.
Nondimeno à noi par ſo conueniente il

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