Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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226DEGLI ERRORI DEGLI ARCHITETTI
E ſebbene quei delle Iſtorie di quel tempo, ed anche molti Medici ſcrivo-
no
, che il divino Ipocrate cacciaſſe la peſtilenza d’ Atene frequentando fuochi
per
tutta la Città, e ancora il non mai a baſtanza lodato Galeno il medeſi-
mo
faceſſe a Roma, a rimuover la peſtilenza dell’aria;
nientedimeno in queſta
così
gran Città con le ſopraddette condizioni, io non ſo come ſi poteſſe far
queſto
, e maſſime dove ſempre abbiamo mali vapori, che ſi alzano da così gran
laghi
, e da paludi;
e non ſolo queſti, ma ancora quelli, che vengono dalle
valli
del continente, molte volte putridi, menati però da venti di terra, che
la
notte ſi levano, e durano quaſi fino a mezzo giorno, molte volte tutto il
giorno
, e la notte, e per più giorni continui:
la quantità degli abitatori è
ſufficiente
a correggerla intieramente;
così ancora dove l’aria ſia groſſa, e che
toſto
riceva ſtemperamento di freddo, o di caldo, e lo ritenga lungo tempo;
e dove non ſarà agitata da venti; perciocchè ella, come l’acqua, ſi puriſica col
movimento
:
o che ſieno i Siti in regione eſpoſta a venti non ſalutiferi, come
a’venti
Auſtrali, che ſecondo l’opinion d’ Ipocrate, di Teofraſto, e di Plinio,
ſon
più nocivi d’ ogni altro vento;
e gli Occidentali, ſecondo il parere d’altri
Autori
, non ſon molto buoni per la ſanità dei luoghi;
perciocchè per la paſ-
ſata
ripercuſſione dei raggi del Sole di tutto il giorno, ridotto il Sole nella
quarta
d’Occidente, accreſce il calore, onde i Siti rimangono ſenza reſrigerio
alcuno
:
oppure ſieno Siti, che abbiano di contro montagne, le quali chiuda-
no
il paſſo ai venti ſalutiferi:
ovvero che ſieno in terreno ſterile, ed in luogo
deſerto
, dove per diſetto di vitto non ſi poſſano ſoſtentar gli abitanti, i quali
non
poſſon ricever utile alcuno dalla coltivazione del terreno:
e volendo poi
abitarvi
ſono neceſſitati a condurre i viveri da paeſi lontani, il che coſta lor
caro
, o è loro negato, o impedito, o rubato per via, e talvolta convien loro
prenderlo
non buono, ed alterato, o vien loro condotto inſetto di contagione:

o
ſieno poſte in luogo, che ſia nido di grandiſſima copia di ſiere, o di ani-
mali
velenoſi, e mortiſeri, onde non vi ſi poſſa abitare, o per la grandiſſima
ſalvatichezza
, difficilmente ſi poſſa addomeſticare;
o per eſſer ſolitario, non

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