Drachio, Baldissera Quinto, Visione , 1594
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Se tra noi si dee comportare che s’habbi a prestar fede alle notturne visioni, apparitioni, oracoli, sogni et fantasmi, dirò io che nella notte ventesima prima del mese di dicembre passato 1593, nell’hora antecedente alla nova aurora rapportatrice del giorno, fui oppresso da profondissimo sonno, causato forse perché tutta la notte che passata era mi dolsi della mia nemica fortuna, la quale in varii modi mi si dimostra contraria, et tanta fu la stanchezza d’ogni mio spirito che semivivo mi adormentai et così dormendo mi parve d’esser nell’Arsenal, nella parte apunto dimandata la Novissima, dove per lo spatio d’anni 40 menai la mia vita.Qual habitatione io vidi tutta di selva circondata, in maniera che per l’asprezza de’ spinosi tronchi et delle ortiche insieme si rendeva il camino dificile et faticoso, squarciandomi i panni da dosso et lacerandomi ‘l petto con asprissime punture oltra che diverse fiere mi spaventavano.Ma io, che non sapea dove fuggirmi et salvarmi, sentì più volte li spiriti venirmi meno, i quali al sicuro m’haveriano lasciato se non che, essendo per gran pezzo stato fra quei timori e spaventi tutto dubioso della mia vita, ecco ch’all’incontro vidi venirmi innanzi il Bressan proto, mio precettore, in habito d’eremita vestito,

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