Mellini, Domenico, Discorso, 1583
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1mortali non poſſano fare quello; che ne anco la
Natura
Miniſtra di Dio, & di lui infinitamen­
te
meno, & di loro aſſai viepiu potente, può fa
re
.
Et ſe bene Ariſtotile diſſe, che l'Arte fa
& conduce à perfezzione alcune coſe, le quali
non
, & non riduce al perfetto la Natura,
della
quale ella è imitatrice, come diſſe il me­
deſimo
filo ſofo nello ſteſſo luogo del ſecondo
libro
della Fiſica, anzi è quaſi Figliuola l'Arte
della
Natura, & queſta di Dio, à cui l'è Nipo­
te
, ſecondo che ſcriſſe il noſtro Dottiſsimo &
marau
iglioſiſsimo Poeta Dante; non è però
chel
'Arte aſſolutamente poſſa piu della Natu
ra
, & ſia da piu di quella.
Perche con tutto
che
l'Arte faccia delle coſe, le quali non può fa
re
la Natura, come ſono tutte le Fattiue & Arti
fiziali
, & in altre l'aiuti di maniera, che la le ri
duce
à maggiore perfezzione, il che la Natu­
ra
non da ſe: come ſi vede nell'Arte della Medi
cina
, che euacua i cattiui humori, & gli trae fuo
ri
del corpo, riſtora le forze nell'ammalato, &
rimette
vn'oſſo nel luogo ſuo, eſſendone vſcito
per
qualche accidente; & nell'Agricoltura la
quale
addimeſtica molte Piante, & fa altri effet
ti
mirabili; non è perciò che quella ſia altro
che
imitatrice & aiutatrice di eſſa Natura, la
quale
ancora che aiutata da coſa aſſai minore
di
ſe, non è per queſto da manco di quella: Si
come
l'Arte non è da meno de' ſuoi ſtormen­
ti
, da quali l'è tuttauia & intanto aiutata ne
ſuoi
effettiartifiz iali; che la non può fare, ne

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