Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1queſte comparationi di coſe ſpeßo adiuiene egualità, & parità, cioè che tanto nel fondamento,
quanto
nel termine ſi troua ragione eguale, come dicendo, amico, o fratello: percioche l'ami­
co
è pari all'amico, il fratello al fratello, ſi troua ragione maggiore nell'uno che nell'al­
tro
termine.
ſpeſſo anche ſi uede nelle coſe riferite diſparità, & diſaguaglianza, come dire pa­
trone
& ſeruo, padre & figliuolo, maeſtro & diſcipulo, perche egli importa che ſi cominci
piu
da uno, che dall'altro; & altra ragione è nell'uno termine, & altra nell'altro.
Queſte di­
ſtintioni
hanno gran forza a fare, che bene s'intendino le ſei predette coſe.
percioche tutte ſono
comparationi
, & relationi, come ſi uederà qui ſotto.
Hauendo adunque Vitru. formato lo Ar­
chitetto
, cioè fattolo degno agente di tanti artificij; tratta della forma; percioche eſſendo la ma­
teria
imperfetta niuna coſa da eſſa ſi trarrebbe ſenza la perfettione, & la forma; la quale con­
ſiſte
nelle ſei predette coſe.
Due fini ſi truouano delle opere, uno è il compimento, & finimento
del
lauoro, come, quando ſi dice, l'opera è finita, & compita: l'altro è il fine della intentione;
che
è, quando fornita l'opera ſi dice, io ho l'intento mio; come fornita la caſa io ſono difeſo da i
uenti
, & dal ſole, & ſicuro de i contrarij.
Per uenire adunque al fine dell'opera, egli è neceſ­
ſario
(ſe con arte ci uogliamo gouernare) procedere ordinatamente; & queſto in due modi; pri­
ma
quanto alla quantità, & grandezza delle parti, poi quanto alla ſoſtanza con qualità di eſſe
parti
.
nel primo è l'ordine, nel ſecondo è la diſpoſitione. & perche la qualità ſi può conſiderare
in
ſe ſteſſa, & comparandola alla forma, che all'aſpetto, & à gli occhi ſi riferiſce; però biſogna
che
nell'opera ſia una certa qualità, che contenti, & diletti gli occhi de' riguardanti; & que­
ſta
è detta da Vitr.
Eurithmia, della quale ſi dirà poi. Et perche non ſi propone l'opera infinita,
ma
terminata in grandezza del tutto, come delle parti; però biſogna, che oltra l'ordine ci ſia
una
corriſpondenza delle miſure tra ſe, & al tutto comparate.
che propoſto che ci ſia la miſura
d
'una ſola parte, ſappiamo le miſure delle altre; & propoſtaci la grandezza del tutto ſappiamo
la
grandezza di ciaſcuna parte.
& queſta corriſpondenza è nominata Simmetria, quaſi concor­
ſo
, & corriſpondenza di miſure.
Noi la chiamamo compartimento, i latini ſi ſerueno del nome
Greco
.
Ma perche l'opere che ſi fanno hauer deono autorità, & riputatione, & eſſer anche
all
'uſo de' mortali accommodate, & con prudenza diſpenſate; però uolendo noi ottennere le
predette
coſe, fa biſogno ſeruar quello, che ſi conuiene, che Decoro ſi chiama, & diſpenſare il
tutto
, il che è poſto nella diſtributione, dellequali coſe ſi dirà poi partitamente, ponendo prima
ſotto
un'aſpetto la ſopra detta ſufficienza delle ſei coſe.
5[Figure 5]

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