Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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22xviii e foreſtiere, (che è oramai tanto ſparſa per l’ Ita-
lia
, che pare una certa peſtilenza) foſſe congiun-
ta
a quella avvertenza, e a quel giudicio, che
abbiamo
detto, conſerverebbeſi il bel parlare italia-
no
;
ne ſi udirebbe cosi frequentemente, come s’ ode
in
più luoghi d’ Italia, ne pareſſoſo per pigro,
ne
difeſo per vietato, ne giorno per lume, ne
ſi
avrebbe tutto ’l di in bocca:
mi l’ onore,
e
avanzo la notizia;
perciocchè queſte ed altre
forme
venute d’ oltremonte non ancora han potu-
to
piacere a quelli, che banno guſto di lingua italia-
na
;
e dovrebbono perciò o uſarſi con gran cautela,
o
sfuggirſi del tutto.
Ne vale il dire, che il popolo
le
ſoffre, e le amano i nobili e i gran Signori;
per-
ciocchè
il popolo è contento di intender la coſa, che
ſi
dice, comunque ſi dica;
ne cerca, ne , che coſa
ſia
leggiadria ne grazia di bel parlare;
laonde è
coſa
vana cercar di piacergli in ciò.
I nobili, la
più
parte, e maſſimamente i gran Signori, poco dal
popolo
ſi allontanano;
e quelli di loro, che banno
guſto
di ſcrivere (ſe n’ è alcuno, che l’ abbia) a-
borriſcono
eſſi pure coteſto uſo così frequente delle
forme
foreſtiere, e l’ hanno per grandiſſima affetta-
zione
;
quelli poi, che le uſano, e le amano tanto,
le
uſano non per farle divenir italiane, ma per pa-
rere
foreſtieri eſſi;
che, non come, banno preſo in
aborrimento
la lor nazione, e niente più ſtudiano
che
di non parere italiani;
non ſapendo forſe, che
la
nazione Italiana è così ſplendida e nobile, come
qualunque
altra.
Io concederò dunque che

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