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AL SIGNOR
GIAMBATISTA MORGAGNI.
HO dubitato grandemente fra me me-
deſimo, Signor Giambatiſta cariſ-
ſimo, ſe conveniſſe, che io pren-
deſſi a ſcrivere di una quiſtione
per tanto tempo, e da tanti eccel-
lentiſſimi uomini trattata, et illu-
ſtrata, quale ſi è queſta, che oggidì ſi fa nelle
ſcuole, ſopra quella forza, che alcuni attribui-
ſcono a corpi, e chiaman viva; e ſcrivendone
pure, doveſſi indrizzarmi a voi, diſtogliendovi,
o dalle voſtre occupazioni, o dal voſtro ozio.
Imperocchè avendo di quella ſcritto prima di ogn’
altro l’ incomparabil Leibnizio, et eſſendo ſtata
dopo aſſai lungo intervallo dal chiariſſimo Ber-
nulli rinovata la controverſia; nella qual poi tanti
nobiliſſimi filoſofi di Francia, di Germania, d’ In-
ghilterra, d’ Italia, d’ Europa tutta ſi ſono eſerci-
tati, e tratti chi da un’ opinione, e chi da un’
altra, tanti ſcritti ne han dato fuori; chi è,
deſimo, Signor Giambatiſta cariſ-
ſimo, ſe conveniſſe, che io pren-
deſſi a ſcrivere di una quiſtione
per tanto tempo, e da tanti eccel-
lentiſſimi uomini trattata, et illu-
ſtrata, quale ſi è queſta, che oggidì ſi fa nelle
ſcuole, ſopra quella forza, che alcuni attribui-
ſcono a corpi, e chiaman viva; e ſcrivendone
pure, doveſſi indrizzarmi a voi, diſtogliendovi,
o dalle voſtre occupazioni, o dal voſtro ozio.
Imperocchè avendo di quella ſcritto prima di ogn’
altro l’ incomparabil Leibnizio, et eſſendo ſtata
dopo aſſai lungo intervallo dal chiariſſimo Ber-
nulli rinovata la controverſia; nella qual poi tanti
nobiliſſimi filoſofi di Francia, di Germania, d’ In-
ghilterra, d’ Italia, d’ Europa tutta ſi ſono eſerci-
tati, e tratti chi da un’ opinione, e chi da un’
altra, tanti ſcritti ne han dato fuori; chi è,