Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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295LIBRO I. riti, co’ quali io uſai famigliarmente in Napoli
l’
anno paſſato;
e quand’ anche non gli aveſſero
fatti
eſſi, pure vi piacerà di crederlo, e dovrà eſ.
ſervi cara e gioconda la memoria de i nomi lo-
ro
.
E a dir vero quantunque la Città di Napo-
li
in quel poco tempo, che io vi dimorai, mi pa-
reſſe
oltremodo nobile, e magniſica, e ſopra o-
gni
altra città del mondo vaga, e dilettoſa, aven-
dola
la natura di tanto ornata, che pare non a-
ver
voluto, che vi ſi doveſſe gran fatto deſiderar
l’
arte, tuttavia niuna altra coſa maggiormen-
te
mi piacque, che le belle, e gentili manie-
re
degli abitanti, de’ quali trovai toſto al-
cuni
di così raro ingegno, e di tanto alta
ſcienza
, oltre la corteſia e la gentilezza, for-
niti
, che mi parvero poter da ſe ſoli far belliſſima
quella
maraviglioſa città, quand’ anche tutti gli al.

tri
ornamenti le foſſer mancati.
Uno di queſti ſi
il
Signor D.
Franceſco Serao, che tanto vale in
filoſoſia
, e in medicina, quanto voi ſapete;
in
eloquenza
poi, e in ogni bell’ arte, quanto non
può
ne ſapere ne immaginarſi chiunque non l’
abbia
conoſciuto, e familiarmente trattato;
im-
perocchè
ſcrive egli nell’ una, e nell’ altra lin-
gua
tanto eccellentemente, che può con gli an-
tichi
paragonarſi;
e certo io il direi il maggio-
re
, e il più ornato medico, e filoſoſo de no-
ſtri
, ſe di voi non mi ricordaſſi.
Eravi an-
che
il Signor D.
Nicola di Martino, lume chia-
riſſimo
della Italia, a cui niente manca di

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