Angeli, Stefano degli, Della gravita' dell' aria e fluidi : esercitata principalmente nelli loro homogenei
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_Ofred_. Infinite volte.
_Matem_. E perche V. S. non poteua caminar auanti, benche fa-
ceſſe
tanta forza?
_Ofred_. Perche non poteuo andar auāti, ſe non ſpingeuo dal pro-
prio
luogo, chi mi precedeua;
queſti reſiſteuano al mio
ſpingere
, ne ſi laſciauano muouere.
_Matem_. Si che adunque V. S. formalmente ſpingeua; ſe bene
poi
l’effetto, cioè l’andar auanti, era nullo.
Tanto in vn cer-
to
modo, auuiene nel caſo noſtro.
L’àcqua nell’acqua, e l’a-
ria
nell’aria grauitano, è s’affaticano (per così dire) formal-
mente
per andar à baſſo;
Ma perche non poſſono diſcende.
re ſe non cacciano dal proprio luogo, e fanno ſalire altra ac-
qua
, ò aria, al qual cacciamento, e ſalita queſta reſiſte con
egual
momento, &
energia, & anco con maggiore, (ſe l’ac-
qua
d’alzarſi foſse per fortuna più graue;)
da quì ne naſce,
che
ſe bene la grauità opera attualmente, e formalmente,
non
ne ſegua però l’effetto del diſcendere.
_Matem_. Così è Signor Ofredi. Io credo che l’aria nell’aria, e l’ac-
qua
nell’acqua grauitino beniſſimo formalmente, ma non
pregrauitino
:
e coſi non ſegua moto alcuno, ò ſceſa, quando
tutta
l’acqua, ò aria ſia della medema grauità.
Parimente
credo
, che l’aria rachiuſa nel recipiente peſi, e leuatone par-
te
, tanto meno peſi il rimanente;
e queſto meno ſia

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