Tartaglia, Niccolò, La nova scientia de Nicolo Tartaglia : con una gionta al terzo libro

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154PRIMO.
Esſempio ſel fuſſe le. 3. diuerſe altezze. a. b. c. in retta linea, come di ſot-
to
appare, et che dalla altezza.
a. caſo caſcaſſe da ſe vn corpo egual
mẽte
graue, ſenza dubbio quello tal corpo, ni trouando reſiſtentia an
daria
di moto naturale ſin in terra facẽdo il viazzo ſuo alla ſimilitu-
dine
de la linea.
d. e. f. g. hor dico che il mouimẽt diq̃llo tal corpo ſaria di tal
ciditione
che quãto piu el ſe andaſſe aluntanãdo dal ſuo principio(cioe da
lo
iſtante, ouer pito.
d. ) ouer appropinquãdo al ſuo fine (cioe allo iſtante,
ouer
pito.
g. tãto piu andaria ueloce. Perche il detto corpo in tal mouimen
to
( la prima comuna ſentẽtia) faria maggior effetto in vn reſiſtẽte, ilqual
fuſſe
fuor dalla altezza.
c. che dalla altezza. b. Seguitaria adunque, che il
detto
corpo (per la prima ſuppoſitiie) andaria piu ueloce per lo ſpacio.
e. f.
che
per lo ſpacio.
d. e. Similmẽte ꝑche lo detto corpo ( la detta prima comu
na
ſentẽtia) faria maggior effetto in un reſiſtente, che fuſſe nel pito.
g, che
ſel
fuſſe alla altezza.
c. Seguiria adicha (per la medema prima ſuppoſitio-
ne
) che lo detto corpo andaria piu veloce lo ſpacio.
f. g. che per lo ſpacio. e.
f
.
et ſe paſſar poteſſe il pito. g. cioe che la terra gli andaſſe cedẽdo loco, como
fa
l'aere andaria citinuamẽte augumẽtãdo in uelocita, fiÒ al cẽtro dil mido
poi
in eſſo cẽtro ſe ripoſaria ( comuna sẽtẽtia de Philoſophi)ſi che quãdo
lo
detto corpo fuſſe propinquo al detto cẽtro, ueria a eẽr di moto piu uelociſ
ſimo
, che in alc?
paſſato ſpacio fuſſe stato che 'il ꝓpoſito. Queſtomedemo ſe
uerifica
ancora in cadauno che vada uerſo un loco deſiato che quãto piu ſe
ua
approßimãdo al deto loco, tãto piu ſe ua allegrãdo, e piu ſe sforza di ca-
minare
, como appar in un peregrino, che uẽga dalcun luoco l?
tano che quã
do
è ꝓpinquo al ſuo paeſe, ſe sforza naturalmẽte al caminar a piu poter e
tãto
piu quãto piu uiẽ di litan paeſi pero il corpo graue fa il medemo andã
do
uerſo il ſuo proprio nido, che è il cẽtro dil mido, & quando piu vien di
lontano
in eſſo cẽtro, tanto piu (giongendo a quello) andaria veloce.
ANcor che la opinione de molti ſia che ſel fuſſe un forame che penetraſ
ſe
diametralmẽte tutta la terra, et che q̃llo fuſſe laſſato andar un cor
po
egualmẽte graue, come diſopra e ſtato detto, che q̃l tal corpo giito
che
fuſſe al cẽtro del mido immediate iui ſe fermaria, laqual openione, dico
ni
eẽr uera che coſi immediate che ui fuſſe agiito ui ſe gli fermaſſe, anci
la
grande uelocita che in q̃llo ſi trouaſſe ſaria sforzato a paßare di moto
uiolẽte
molto, e molto oltra il detto cẽtro ſcorendo uerſo il cielo del noſtro
ſubterraneo
emiſperio, da poi retornaria di moto naturale uerſo il medemo
cẽtro
, et giito a q̃llo lo paßaria ancor le medeſime ragioni di moto uio
lẽte
uerſo di noi, Et pur di nouo retornaria pur di moto naturale uerſo il me
deſimo
centro, et pur di nouo lo paßari a di moto uiolẽte, & da poi re-
tornaria
di moto naturale, & coſi andaria un tẽpo paſſando di moto uiolen
te
, & ritornando di moto naturale ſminuendoſi continuamente in lui la ue
locita
, & finalmente ſe fermaria poi nel detto centro.
Per il che egliè coſa mãifeſta che dal moto naturale ſi cauſa il uiolẽte, et ni
èciuerſo
, cioe che dal uiolẽte giamai uiẽ cauſato il naturale, ãci ſi cauſa ſe.

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