Alberti, Leon Battista, L' architettura

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303295LIBRO OTTAVO.
VEngo hora a trattare de gli Spettacoli. Diceſi che Epimenide quello che
dormì
in quella cauerna cinquantaſette anni nel murare che faceuano
115 gli Athenieſi vno Spettacolo, diceua villania a quei Cittadini, dicendo
voi
non ſapete ancora di quante morti ſia per eſſer’queſto luogo cagione?
che
ſe
voi lo ſapeſſe, lo sbranereſte con i denti.
& io non ardiſco di biaſmare i no-
ſtri
Ponteſici, &
quegli che hanno a dare eſempio ad altri, che con buono cõſi
glio
habbino leuato via la vſanza de gli Spettacoli.
Lodono Moiſe che vole-
2210 ualche tutti i ſuoi popoliſiragunaſsino in vn’Tempio ſolo, ne Solemni;
&
che
in certi determinati tempi mangiaſsino tutti inſieme.
# A che dirò io che
coſtui
haueſſe riguardo ?
volle veramente che gli animi de ſuoi Cittadini
nel
ragunarſi inſienie, &
mangiare inſieme diuentasſino piu benigni, & piu
s’interzaſsino
di amicitia l’un’ con l’altro, I noſtri antichi credo io, che con
3315 queſta medeſima intentione ordinaſsino nella Città gli Spettacoli, non tanto
per
conto de piaceri, &
del feſteggiare, quanto ancora per conto della vtilità.
& certamente ſe noi andren’bene eſaminando la coſa, ci ſouerrãno molte co-
ſe
, perle quali ci dorremo aſſai, &
aſſai, che vna vſanza tanto eccellente, & tan-
to
vtile ſi ſia gia è tanto tempo diſmeſſa.
Concioſia che eſſendo ſtati trouati
4420 gli Spettacoli alcuni per ſeruire a piaceri nel tempo della pace &
del ripoſo,
&
alcuni per poterſi eſercitare nelle coſe da guerra, & nelle faccende, l’uno
de
quali ſerue ad eccitare &
a nutrire la ſottigliezza, & la bontà dello’ngegno,
&
della mente; & l’altro accreſce marauiglioſamente la gagliardia & la con
ſtantia
dello animo, &
fa le forze robuſte; hanno nondimeno l’uno, & l’altro
5525 vn’modo fermo, &
certo per il quale giouano marauiglioſamente alla ſalute
&
allo ornamento della patria. Gli Arcadii ſi dice che furono, i primi che tro-
uaſſero
i giuochi, &
lo feciono per mitigare, & addomeſticare gli animi de lo-
ro
Cittadini, che erano di vita auſtera &
ſeuera, & quegli che tralaſciarono
di
poi tale vſanza, ſecondo che ſcriue Polibio, diuentarono di animi ſi crudi,
6630 che pertutta Grecia erano tenuti abbomineuoli.
Ma inuero la memoria de
giuochi
è molto anticha, &
varii ſi crede che ſieno gli inuentori di eſsi. # Per-
cioche
e’dicono che Dioniſio fu il primo inuentore de balli, &
de giuochi.
Trouo ancora, che Hercole fu il primo che ordinaſſe il giuoco della ſcher-
ma
.
Dicono oltra di queſto che gli Etolij, & gli Epei poi che furono tornati
7735 dallo eccidio di Troia, trouarono la inuentione del luogo per i giuochi Olim
pici
, Dicono ancora che appreſſo de Greci, Dioniſio Lemneo, il quale fu il
primo
che trouò i cori delle Tragedie, anco il primo che muraſſe in luogo
per
gli Spettacoli.
In Italia dicono che Lucio Mummio fu il primo che nel
trionfo
introduſſe i giuochi Teatrali dugento anni inanzi, che Nerone impe-
8840 raſſe:
& gli Iſtrioni vennono in Roma di Toſcana. I giuochi de caualli ſuron’
trouati
da Tyrij, &
quaſi tutta la varietà de giuochi che ci ſono rimaſti ſuron’
condotti
&
traſportati della Aſia, in Italia. Io credo che in quella prima anti-
chità
delle genti, quando e’cominciarono a ſcolpire Iano in bronzo facilmen-
te
ſi ſteſſe avedere i giuochi ſotto vn’faggio, o ſotto vn’olmo, Dice Ouidio.

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