Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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Nel circolo ſettentrionale poſte ſono le due Orſe, che uoltano le ſpalle l’una all’altra, & hãno i petti in altra parte riuol
ti
, la minore Cynoſura, &
la maggiore Helice è detta da Greci; guardano amẽdue all’ingiù, & la coda dell’una è uol
ta
uerſo il capo dell’altra, percioche i capi dell’una, &
dell’al tra dalla cima loro uſcendo per le code ſoprauanzandoſi
tra
quelle, è ſteſo il ſerpente, ò Dracone, che ſi dichi, dal fine delquale è la ſtella luminoſa, quella, che ſi chiama il Polo,
che
è d’intorno al capo dell’Orſa maggiore, perche quella, che è uicina al Dracone, ſi uolge d’intorno al ſuo capo.
Qui ſan di Gioue le notrici chiaro
Helice
, è Cynoſura, quella Greci
Guida
per l’alto mar, queſta Fenici
Helice
, è tutta chiara, &
ha ſue ſtelle
Dimaggior
lume, &
di grandezza adorne.
Et quando il Sol nell’Ocean s’aſconde,
Quella
di ſette fiamme adorlla ſplende.

Ma
à marinari, è piu fedel quel’altra.

Percioche
tutta in breue giro acco’ta
Al
fido Polo ſi riuolge e mai,
(Pur che ueduta ſia) non ſiritroua
Alle
naui di Sidone fallace.
Tra queſti à guiſa di ſpezzato lume
Il
fiero Drago ſi trammette, e uolge,
Et
quinci, &
quindi Pun è paltra auanza.
Helici con la coda, & poi torcendo
A
Cynoſura piega, &
doue punta
Con
la ſua coda, iui la teſta pone
Helice
, &
oltra Cynoſura stende
Le
ſue rittorte pieghe, e alzato adrieto
2220 Guarda l’Orſa maggior col capo drdito,
Ardono
gli occhi, &
l’affocate tempie
Di
fiamme acceſe ſono, e’l mento ſolo
Arde
d’un fiero lume.
La trammõtana dellaquale ſi ſeruono i noſtri marinari, è quella Stella, che è l’ultima nella coda dell’Or
133[Figure 133] ſa minore, imaginamo una linea dritta dalle ultime due Stelle dell’Or ſa maggiore, cioè delle ruote
di
dietro del carro, che uadi fin’alla proβima Stella, che ſe le fa incontra, iui è la ſtella uicina al Polo
del
mondo, che ſi chiama stella delmare, la trammontana adunque è la prima delle ſette Stelle, che
fanno
l’Orſa minore, queſte ſono ſette Stelle aſſai chiare, tre di eſſe ſanno un corno, che per lo te-
3330 mone del carro ſi piglia, quattro poi fanno un quadrato, ſecondo il ſito di quattro ruote, ſi mouo-
no
d’intorno al Polo con egual diſtanza in hore 24 da Leuante à Ponente, &
la trammontana, per
eſſer
piu uicina al Polo ſa minor giro, &
per eſſa eſſendo il Polo inuiſibile, ſi conoſce l’ altezza del
Polo
ſopra Porizöte, et il luogo del polo ſi conoſce per un’altra Stella delle ſette, che è la piu lucète
delle
due guardie nominate, che ſtanno nella bocca della Bozzina, &
quella Stella,è detta horolo-
giale
,perche gira come ruota di horologio, dando à conoſcer in ogni tempo dell’anno, che hora è del
la
notte, ſecondo quel conto, che dice mezzo A pril, mezza notte teſta, et ſempre tra le guar
die
, e la trammontana ſta il Polo, in modo che quando le guardie ſtan di ſopra il Polo la trammonta
na
ſta di ſotto.
Dapoi ſapendoſi doue ſtanno le guardie, ſi ſa in che parte del Polo, & in che distã
za
di eſſo ſia la trammontana, &
queſte ſono pratiche di marinari. Ma tornamo à Vitr.
Et il ſerpẽte d’intorno la teſta della Cynoſura diſteſo è poſto, & ua di lógo per drit
4440 to fin’ à i ſuoi piedi, &
quiui intorto, & ripiegato alzandoſi ſi riuolta dal capo
dell’Oſa
minore alla maggiore contra il roſtro di quella, et la tẽpia della ſua teſta.
Cioè il Serpente ſi stende d’intorno alla teſta dell’Orſa minore, & iui alquanto ſi piega, dapoi ſi rad-
drizza
fin’à i piedi dell’Orſa predetta, &
iui di nouo ſi rittorce, & riuolge il capo uerſo la teſta
dell’Orſa
minore, ſi come dalla bocca de i fiumi alle fontiloro Ptolomeo ce inſegna le uolte, et i corſi
disteſi
de i fiumi, coſi Vitr.
ci deſcriue quelle parti del Dracone, che ſono dritte, & quelle, che dan
no
uolta però io leggerei Vitr.
à questo modo.
Vnà uero(cioè inſieme) circum cynoſure æ caput iniecta eſt flexu, (uidelicet ſerpens flexa) porrectaq́
proxime
eius pedes (eius ſcilicet urſæ minoris) hic autem (ideſt ad urſæ minoris pedes) intorta, re-
plicataq̀
(ideſt ſerpens) ſe attollens reftctitur, &
reliqua.
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(Coſi io intendo) Ibique ad ſummum cacumen in ſuper Arietis ſignum.
Sunt Stellae quæ faciunt triangulum paribus lateribns.
Confuſe egli intende, che non fanno alcuna figuatione, come d’intono al Montone cinque, d’intorno al Toro undici, d’intorno à i Gemelli ſette,
ouero
conſuſe, non coſi lucenti, ò dell’ ultima grandezza.
Conclude poi Vitr. quello. che ha detto, & propone quello, che deue dire.
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