Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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10480DELLA FORZA DE’ CORPI come potrebbe non eſſerlo aliche alla velocità,
che pur ſegue l’ iſteſſa proporzione?
La ragione,
diſſe il Signor D.
Nicola, è aſſai ſottile; ma voi
non vincerete per ciò di ſottigliezza il Padre Ric-
cati, il qual vedete, con che ingegno ſe ne ſpe-
diſce.
L’ azione della gravità non è meno con-
tinvata nello ſpazio, che nel tempo;
e non è me-
no la medeſima in ogni punto dello ſpazio, di
quello, che ſia in ogni punto del tempo;
ſarà
dunque libero a ciaſcuno il ſarla proporzionale
o allo ſpazio od al tempo.
Ora egli valendoſi di
queſta libertà, per ſervire all’ opinion ſua, fa l’
azione della gravità proporzionale allo ſpazio,
e così anche la forza viva.
Dico proporzionale
allo ſpazio, laſciando ſtare la potenza, che ſup-
pongo ora eſſere ſempre la ſteſſa.
Per altro ſe
ella variaſſe, dovrebbe dirſi l’ azione, e ſimilmen-
te la forza viva, proporzionale non ſolo allo ſpa-
zio, ma anche alla potenza, e vorrebbe miſurarſi
moltiplicando l’ uno per l’ altra.
Ma tornando al-
la ſuppoſizione, che la potenza non varj;
la for-
za viva, eſſendo proporzionale all’ azione, ſarà
proporzionale allo ſpazio, e per conſeguente al
quadrato della velocità.
Così tutto ſi accomo-
da molto bene, dicendo che la potenza produce
non la velocità, ma una forza viva, a cui po-
ſcia tien dietro la velocità.
Piacemi, diſſe la Si-
gnora Principeſſa, di aver inteſo un’ opinione,
quanto a me, del tutto nuova;
e come due for-
ze vive ci ſi preſentino da’ Leibniziani, l’

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