Bianconi, Giovanni Lodovico, Due lettere di fisica al signor marchese Scipione Maffei, 1746

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109CI te diligenze dagli antichi e dai moder-
ni uſate, non ſi può determinare coſa
neſſuna di certo della lor velocità.
Riſ-
petto agli antichi, pare che non ſia nè
pur loro paſſato per la mente di ricer-
carla, benchè abbiano ſino ſcoperto (chi
lo crederebbe?)
eſſervi alcun vento che
ajuta la fecondità, o pure al dire di
Plinio, che fa pianger gli occhi alle pe-
core.
Per potere adunque aſſodar qualche
coſa circa la velocità del ſuono, biſogne-
rebbe poter calcolare ancora tutte le al-
terazioni ch’ ei può ſoffrire dal vento,
non ſolo nel loco da dove ei parte e
in quello ove ſtaſſi ad oſſervare, ma an-
cora per tutto lo ſpazio che egli ſcor-
re tra l’ uno e l’ altro.
Ora quale dei
Fiſici ci ha per anche determinato allor-
chè ſpira un vento, maſſime variabile
e incerto in un luogo, ſin dove

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