Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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11187LIBRO I. e l’ inerzia de globi ſteſſi, che le conſervi. Et
anche ſono gli effetti proporzionali alle cauſe lo-
ro, eſſendo da quattro elaſtri prodotta nel globo
N una velocità quadrupla di quella, che è pro-
dotta nel globo C da un’ elaſtro ſolo.
Qual’ i-
poteſi può eſſer più comoda?
Ne v’ è biſogno d’
alcuna forza viva, ne di quella, che ſegue la
velocità, ne di quella, che la previene;
la qual
forza non dico che ſia aſſurda, che io non sò la
natura di eſſa;
ma l’ ho per inutile, e, fe voglia-
mo ſeguire quella ſemplicità, che rifiuta tutte le
coſe ſuperflue, da non ammetterſi;
et è certa-
mente una tal ſemplicità da feguirſi, quantun-
que i filoſofi ſe l’ abbian, cred’ io, introdotta più
toſto per comodo loro, che per onore della na-
tura.
Appena dette queſte parole, la Signora.
Principeſſa m’ interrogò dicendo: vi ſarà egli
poi conceduto da tutti, che nell’ aprirſi della ſe-
rie EN ſi aprano ad un tempo tutti gli elaſtri,
che la compongono, e però tutti urtino il glo-
bo N?
perchè parmi di avere udito dire da alcu-
ni, che prima ſi apra il primo elaſtro LMN, e
poi gli altri di mano in mano.
Signora, riſpoſi,
il Padre Riccati, del cui libro già ſiete voglioſa,
e con ragione, il mi concede;
e credo, che lo
ſteſſo faranno tutti toltone aſſai pochi;
ma per
non ſervirmi dell’ autorità ſola, voglio, che av-
vertiate, che ogni elaſtro nell’ aprirſi perde ſem-
pre della ſua forza:
poichè dunque, eſſendo la
ſerie EN chiuſa et immobile, tutti gli elaſtri

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