Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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1113DEGLI ARCHITETTI. tempi sì di palagj, che di vedute, e ve ne ha in buon numero; dalle quali raccol-
te molte ne ho tratte, come altresì da altre ſtampe particolari, che ho voluto ve-
dere, affinchè ciò, che viene aſſerito, abbia il ſuo fondamento;
e perchè mai io non
poſſa eſſer tacciato di non averle vedute, o eſaminate, dichiarandomi di non aggiun-
gere un’ jota di più di quello, che ho veduto eſpreſſo in eſſe ſtampe:
e ſe per av-
ventura vi ſoſſe alcuna coſa, che non ſi rilevaſſe giuſta, e a norma della mia eſpo-
ſizione, ciò potrebbe accadere, o per alcuno errore, che ſoſſe nelle ſtampe eſpoſte,
oppure nelle ſabbriche ſteſſe vi foſſe alcuna coſa ſtata migliorata , come bramerei ,
che foſſe pel maggior decoro e perfezione delle fabbriche diviſate.
Fineſtra, e Loggia della Benedizione nel Palazzo Pontificio al Quirinale.
Figura, che dimoſtra la fineſtra, o ſia Loggia della Benedizione nel Palazzo Pon-
tiſicio al Quirinale, in cui ſi rilevano diverſi errori commeſſi dall’ Architetto.
Diremo adunque, come l’arco di queſta fineſtra, che ſi ſtende a ridoſſo dell’ Ar-
chitrave, e tutto lo cuopre, viene a togliere al medeſimo il ſuo uſizio.
Il difetto
ſteſſiſſimo ſi rileva altresì nell’ arco della porta del Palazzo Chigi, che taglia, e
cuopre tutto l’ Architrave nella guiſa ſteſſa:
coſa affatto deforme, non v’ eſſendo ra-
gione alcuna, che poſſa ammettere cotali ſcherzi, nè coſa eſtendovi, che altri ſcu-
ſar poſſa da tale errore.
E ſe per avventura mi ſi poneſſero innanzi da taluno le
quattro arcate, due delle quali fanno l’ ufizio di portoni nell’ Anfiteatro di Pola,
riſponderò, che anche queſte tagliano l’ Architrave corrente:
e ſe mi ſi diceſſe, che
eſſendo queſta fabbrica antica, può ſervire d’eſemplare, e può imitarſi, ſecondo la
relazione delle ſcoperte fatte ſopra tale Anfiteatro dal Conte Gian-Rinaldo Carli Rub-
bi;
riſponderò di nuovo, che il porre in pratica ſiffatto abuſo è ſtato, è ſarà per-
petuamente un errore da ſchivarſi:
tanto più, che ſopra l’ arco a bel principio divi-
ſato, trovaſi collocata la Statua della Vergine ſedente col Bambino in braccio:
im-
perciocchè è certo, che queſta ſigura per ſedere dee occupare dello ſpazio, e quì non
può eſſervi ſe non quel poco, che tiene lo ſporgimento della cornice dell’ arco e
della teſtolina del Cherubino, che forma ſerraglia:
nè ſervirà il dire, che le poche
nuvole poſte a’ fianchi, le quali pure appoggiano ſopra l’ arco, facciano comparire
la ſtatua in aria, e ſoſtentata dalle medeſime:
nè tampoco ſi dee ſupporre ſcherzo
pittoreſco, poichè in tal caſo le nuvole dovrebbero eſſer moſſe in altro modo più
bizzarro, e non appoggiate come ſi trovano, a modo di piediſtallo.
Se ſi oſſerverà
pertanto il preſente diſegno, ſi rileverà meglio quanto eſpongo, con queſto di più,
cioè, che la ſteſſa cornice gli paſſa dietro;
e queſta in vece di formargli ſedia, la
ſpinge in fuori;
nè mai può approvarſi un tal penſiero, qualora ſupporre non ſi
voleſſe, che foſle un’ Immagine dipinta ſopra una tavola, e non una Statua di pie-
tra.
Si oſſerva inoltre, che il medeſimo fronteſpizio ſopprappoſto, ſorpaſſa colla pun-
ta, e taglia la cornice ſuperiore fin ſotto al gocciolatojo:
ſconcerti ſomiglianti ban-
diſcono il buono, ed inſegnano ai poſteri errare a man ſalva.
Quanto mai ſtupireb-
bero in faccia a tali errori gli Antichi Maeſtri d’ Architettura, che appunto ſi ſpac-
ciano battezzandogli per bizzarrie! Non inſegnarono eſſi giammai coſe tanto ſconce,
come poſſiamo oſſervare dalle fabbriche dell’ antica Roma, il cui gran pregio non
eſtingueraſſi giammai:
ed eſſa ſola ſervir dovrebbe di conſuſione alla moderna Ro-
ma, la quale non fa moſtra che d’ Architettura licenzioſa e teatrale piena d’ imba-
razzi e ſtorpiature, come rilevaſi dalle ſteſſe moderne fabbriche.
Fineſtra di mezzo nel Palazzo dei Conſervatori di Roma.
Dalla novità di queſta fineſtra, che rappreſenta piuttoſto un’arcova da camera,
che una fineſtra principale in una facciata di Palazzo famoſo in Roma, ſi rileva l’
Architetto, che ne fu autore lontaniſſimo dal ſano penſare, non meno riſpetto alla
magniſicenza del ſito, che per intelligenza di ſoda Architettura, che certamente in
eſſa fineſtra tion ſi rileva.
Poco vi vuole a riconoſcerla diſettoſa: il vederla ſolo co-
sì mal concia nel rimenato, che appoggia sì male ſopra la cornice, che nulla aſ-
fatto corriſponde colla medeſima, fa conoſcere l’ eſſer ſuo falſo, e ſmunto:
quin-
di conſiderando le due cartelle, che ſporgono in fuori ( mi ſo a credere, che ciò
ſia ad eſſetto di riſtringere il vano, che ſarebbe comparſo tozzo, ed anche per
ſupplire al ſoſtegno dello ſteſſo rimenato:
ma tutto queſto forma comparſa teatra-
le, e nulla più ).
Il fronteſpizio poi, che altro non ritiene, che la ſola gola, e

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