Cavalieri, Buonaventura, Lo specchio ustorio overo trattato delle settioni coniche, et alcuni loro mirabili effetti intorno al lume, caldo, freddo, suono, e moto ancora

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[Item 1.]
[2.] LO SPECCHIO VSTORIO OVERO TRATTATO Delle Settioni Coniche, ET ALCVNI LORO MIRABILI EFFETTI Intorno al Lume, Caldo, Freddo, Suono, e Moto ancor@. DEDICATO A GL’ILLVSTRISSIMI SIGNORI SENATORI DI BOLOGNA Da F. Bonauentura Caualieri Milaneſe Gieſuato di S. GIROLAMO AVTORE E Matematico Primario nell’Inclito Studio dell’iſteſſa Cittd.
[3.] ILLVSTRISSIMI SIGNORI Padroni Colendiſsimi.
[4.] AL CORTESE LETTORE.
[5.] Licenza del Reuerendiſs. P. Generale.
[6.] TAVOLA De’Capi del preſente Trattato.
[7.] TAVOLA
[8.] DE’CAPI.
[9.] TAVOLA DE’CAPI.
[10.] IL FINE.
[11.] INTRODVTTIONE Alla materia da trattarſi, Nella quale ſi diſcorre d’onde habbi hauuto origine la dottrina delle Settioni Coniche.
[12.] Che coſa ſia Cono, e come ſi generi. Cap. I.
[13.] Eſſempio ſopra la prima Figura.
[14.] Corollario.
[15.] Che coſa ſi ano Settioni Coniche, e come nel Cono ſi produchino. Cap. II.
[16.] Di quante ſorti di Settioni Coniche per il ſudetto ſegamenio ſi poſſono nel Cono generare. Cap. III.
[17.] Che coſa ſiano le Settioni Opposte, e come ſi generino. Cap. IV.
[18.] Come dalle coſe dette ne ſudetto Capitolo potiamo con ageuolezza comprendere i fondamenti de gli Horologij Solari, Cap. V.
[19.] D’alcunitermini, che ſi adoprano intorno alle Settions Coniche. Cap. VI.
[20.] Eſſempio ſopra la quarta Figura.
[21.] D’vn principio cauato dalla Proſpettiua per le coſe ſuſſeguenti. Cap. VII.
[22.] Come ſi adatti questo principio anco alli Specchi, che non ſono piani. Cap. VIII.
[23.] Corollario.
[24.] Delle ammirabili proprietà delle Settioni Coniche, incomincian doſi dalla prima Parabola. Cap. IX.
[25.] Dimoſtratione.
[26.] Corollario.
[27.] Della ſeconda proprietà dalla Parabola. Cap. X.
[28.] Eſſempio.
[29.] Dimostratione.
[30.] Della terza proprietà della Parabola. Cap. XI.
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11292Delle Settioni parendoli molto improbabile poterſi cauſare
incendio per via di Specchi in così gran diſtã-
za, in quanta s’intende, che fece Archimede
dalle mura di Siracuſa.
Altri per il contrario,
non volendo metter dubbio nelle relationi di
così illuſtri, e ſegnalati Scrittori, crederno be-
ne tal coſa poter’eſſer ſtata, ma nel penetrare
il vero modo, hanno incontrato di molte diffi-
coltà, ſi nell’inueſtigar la ſorma di quello Spec
chio, ſi anco nel ridurſi à metterlo in prattica:
Imperoche ſentendo mentouare, che quello
foſſe di forma Parabolica, ſi ſono meſſi con o-
gni induſtria à cõſiderare le proprietà di que-
ſta forma di Specchio, inſegnando varij modi
per diſegnare la Parabola, acciò fattane la
ſagma, ſe ne poteſſe poi formare lo Specchio
Parabolico, come ſi può vedere in Vitellione,
Marin Ghetaldo, Orõtio, Cardano, Gio.
Bat-
tiſta Porta, &
altri valenti Matematici, coſpi-
rando forſi tutti nel marauiglioſo Specchio di
Archimede;
ma per quanto ſi ſiano affaticati
queſti ingegni, non pare, che ci habbino da-
to vna chiara cognitione della ſtruttura di
quello, poſciache ci hãno ſolamente inſegna-
to cauſarſi l’incendio in vn ſol punto,

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