Alberti, Leon Battista, L' architettura

Table of contents

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[Item 1.]
[2.] ALLO ILLVSTRISSIMO. ET ECCELLENTISSIMO SIGNORE, IL SIGNORE COSIMO DE' MEDICI, DVCA DI FIRENZE, ET DI SIENA.
[3.] LEONBATISTA ALBERTI DBLLA ARCHITETTVRA. PROEMIO.
[4.] DELLA ARCHITETTVRA DI LEONBATISTA ALBERTI. LIBRO PRIMO. De diſegni, & della poſſanza, & regolaloro. Cap. I.
[5.] Dellaoccaſione del ſare gli edificij, & in quante parti conſista tutto il modo dello ediſi-care, & quali coſe ſieno utili à ciaſcuna di eſſe parti. Cap. II.
[6.] Della Regione del cielo, ouero Aria, del Sole, & de Venti, che uariano l' Aria. Cap. III.
[7.] Qual Regione ſia piu commoda, & qual meno nel collocare gli Edificij. Cap. IIII.
[8.] Con quali inditij & conietture ſi habbia a inueſtigare la Commodità della Regione. Cap. V.
[9.] Di alcune piu occulte commoditadi, & incommoditadi, della Regione, le quali da Sauii debbon eſſere ricerche. Cap. VI.
[10.] Del ſito, & delle ſorti delle linee. Cap. VII.
[11.] De le ſorti deſiti, delle forme & figure loro, & quali ſieno le piu utili, & le piu ſtabili. Cap. VIII.
[12.] De lo ſcompartimento, & onde ſia nato il modo dello ediſicare. Cap. I X.
[13.] Delle Colonne, & delle Mura, & delle coſe che alle Colonne ſi aſpettano. Cap. X.
[14.] Di quanta utilità ſieno itetti, & alli habitatori, & all’ altre parti degli cdificij, & che e’ ſono uarij di natura, però s’hanno a fare diuarie ſorti. Cap. X I.
[15.] De uani de gli edificij, cioè fineſtre, porti, & degli altri che non pigliano tutta la groſſezza delle mura, & del numero, & della grandezza loro. Cap. XII.
[16.] Delle ſcale, & delle ſorti loro, de gli ſcagliont che debbcno eſſere in caffo, & della quantitd. loro. De pianerottoli, delle gole de cammini da mandar uia il ſummo. Degliac-quai, o altri condotti damandar uia le acque; & del collocare i pozzi, & le fogne in ſiti commodi. Cap. XIII.
[17.] DELLA ARCHITETTVRA DI LEONB ATISTA ALBERTI. LIBRO SECONDO, NEL QVALE SI TRATTA DE LEGNAMI.
[18.] Che e’ non ſi debbe cominciare uno edificio a caſo, ma biſogna hauere molto tempo prima imaginato, & riuolto per l’animo, ch’ ente, et quale debba riuſcire un tal lauoro, Et che ſi debbe bene conſiderare, & eſaminare con il parcre di huomuni intelligenti, tutto l’e-dificio in ſe, & ciaſcuna proportione, & miſura di qualunque parte di qucllo, non ſola-mente con hauerlo diſegnato, o dipinto, ma con hauerne fatti modegli, et eſempi, o d’ aſſe, o di qualch’ altra coſa, accivche murato poi non ti penta di quel @ harai ſatto. Cap. I
[19.] Che altri non ſi debbe mettere a impreſe, che ſieno oltre alle forze ſue, nè contraſtarc alla natura, & che e’ ſi debba conſiderare non ſolo quel che tu poſſa, ma quel che tiſi conuen- ga, & in che luogo quel che tu harai a fare. Cap. II.
[20.] Che conſiderato diligentemente da ciaſcuna delle parti de Modegli, tutto l'ordme dello edi-ficio; ſi debbe chiedere ſopra di ciò conſiglio, a gli huomini intelligenti, & ſaui, & inan-zi che e' ſi cominci a murare, non ſolamente ſarà bene ſapere donde hanno a uſcire i da-nari per la ſpeſa, ma biſogna molto innanzi hauer proueduto tutte le coſe neceſſarie per dar fine ad una tale opera. Cap. I I I.
[21.] Che coſe ſi habbino a prouedere per l'edificio. Quai Maeſtri ſi habbino a eleggere, & in che tempo, ſecondo il parere delli Antichi, ſi debbino tagliare ilegnami. Cap. IIII.
[22.] Dcl Conſeruare i legnami poi che ſaranno tagliati, & dello impiaſtrarli, & de rimedij contro le loro infermitadi; & del collocargii commodamente. Cap. V.
[23.] Quali legnami ſieno piu commodi alle fabbriche delli edificij, & quale ſia la loro Natura, la loro V tilit à, & come ſi debbino mettere in uſo, & a qual parte dell' edificio ciaſcuno ſia piu atto. Cap. V I.
[24.] Delli Alberiancora ſommariamonte. Cap. VII.
[25.] Delle Pietre uniuerſalmente, quando ſi debbino cauare, & quando mettere in opera, quali ſicno piu facili, & quali piu dure, o migliori, o piu durabili. Cap VIII.
[26.] Che gli Antichi ci hanno laſciate alcune coſe delle Pietre degne di memoria. Cap. IX.
[27.] Onde ueniſſe l’uſanza de Mattoni, & in che tempo ſi habbino a fare, che forma habbino ad hauere, quante ſieno le ſorti loro, & della utilit à de triangoli, & breuemente de lauori di terra. Cap. X.
[28.] Della natura della Calcina, & del Geſſo, de l’uſo, & della ſorte loro, in quel che elle con-uenghino infieme, & in quel che elle ſieno differenti, & d’alcun’ altre coſe degne di memoria. Cap. X I.
[29.] Delle tre ſorti, & delle tre differentie delle Rene, & della diuerſa materia di che ſi fanno le muraglie in diuerſi luoghi. Cap. XII.
[30.] Se la oſſeruatione del tempo gioui nel principiare gli edificij, Qual ſia il tempo conuenien-te, cõ che preghi, & cõ quali Augurij s'habbia a pigliare un tal principio. Cap. XIII.
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113109LIBRO QVARTO. quindi ripieni, non ne preſtino la uia alli Inimici.
M A torniamo alle Mura. Gli antichi ne auertiſcono che le Mura, ſi fac-
cino
in tal modo, Interpoſto uno ſpatio di uenti piedi, faccinuiſi duoi
115 muri da lo lato di dentro, &
infra loro ui ſi getti la terra, che ſi caua de
foſsi
, &
pilliſi con ſtanghe. Et di maniera ſi tirino queſte mura, che dal piano
de
la Città, come quaſi per gradi ſi poſſa montare, con un dolce pendio ſino
a
le merlature.
Altri dicono, che la Terra, che ſi caua de foſsi, ſi debbe met-
tere
fuori de la muraglia, oltre a foſsi, accioche ſerua per argine, &
che dal piano
2210 de foſsi s'inalzi un muro tanto groſſo, che gagliardiſsimamente poſſa reggere il
peſo
de la detta Terra, che ui ſi aggraua.
Lontano da queſto ancora ſi debbe
tirar
ne la cittade un'altro muro, piu alto, che il paſſato;
& per poco ſpatio ſia
dal
primo lontano;
ma tanto diſcoſto, che l'armate ſquadre ui poſsino in ordi-
nanza
hauere ſpatij eſpediti da combattere.
Oltra queſto ſi tiri ſimilmente a
3315 trauerſo da le mura principali a quelle di dentro, altre mura, mediante il colle-
gamento
, &
aiuto de lequali, le mura principali, cõgiunte inſieme ſi leghino
quelle
che le hanno dietro;
& piu attamente ſopportino il grauiſsimo pondo de
la
interpoſtaui terra.
Ma noi ueramente oltre a queſte, lodiano quelle mura
collocate
di maniera, che ſe pur a la ſine, p forza di batteria fuſsino gittate a ter-
4420 ra, habbino a piedi loro un piano, doue le ſtieno quaſi come un'argine, &
che
la
loro rouina non riẽpino ifoſsi.
Ne l'altre coſe mi piace aſſai Vitruuio, che
dice
, che le mura ſi debbino fare in queſto modo, cioè che per il trauerſo de la
lor
groſſezza ſi mettino tauole di Vliuo abbrõzate molto ſpeſſe, accioche l'una
facciata
, &
l'altra de le mura, quaſi collegate ſpranghe d' Aſſe durino eterne.
5525 Vno coſi ſatto muro, racconta Tucidide eſſer ſtato fatto da i Plateenſi in loro de
fenſione
contro a quelli de la Morea;
da quali, come da nimici erano aſſediati:
Concioſia che e' meſcolaſsino legnami con mattoni, & gli fermaſsino gagliar diſ
ſimamente
.
Et Ceſare afferma che ne la Francia, la maggior parte de le mura
ſono
fatte in queſta maniera.
Rizzano Traui per il lungo de la muraglia, & le
6630 incatenano inſieme, lontane parimente l'una de l'altra, &
con grandiſsimi ſaſsi
le
riempiono, di maniera che l'una Traue non tocchi l'altra:
Et con ammaſſar or
dini
coſi fatti, forniſcono una ragioneuole altezza di Mura.
Queſto coſi
fatto
lauoro, non è brutto a uedere;
& per difenſione è molto ſorte; percio-
che
le pietre, lo difendono da le arſioni, &
il legname da li Arieti. Queſte
7735 fatte meſcolanze, nonſono molto approuate da alcuni;
Perciche e’ dicono
che
la calcina, &
il legname, non conuengono inſieme lungo tempo; concio-
ſia
che il legname è conſumato, &
abbruciato, & da la ſalſedine; & da lo ardo-
re
de la calcina.
Oltre a che ſe per ſorte la muraglia rouinerà per batteria;
dicono che e' ti auuerrà, eſſendo tutta la muraglia, come d'un pezzo, che ſcoſ-
8840 ſa, la ſi commouerà, &
ſarà inclinata a rouinar tutta ad un tratto. Ma noi
penſiamo
chele Mura, contro le igniurie de colpi ſi fermino molto bene in
queſto
modo.
Faccinſi Barbacani fuori del diritto de le mura, a guiſa di
Triangolo
, con uno angolo uolto a nimici, diſcoſto l'uno da l'altro ſette

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