Cavalieri, Buonaventura, Lo specchio ustorio overo trattato delle settioni coniche, et alcuni loro mirabili effetti intorno al lume, caldo, freddo, suono, e moto ancora

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11393Coniche. Cap. XXVIII. dello Specchio Parabolico, cioè nel concorſo
de’raggi ſolari, più, e men lontano, ſecondo
che eſſo ſarà più, e men cauo;
la onde hanno
ſtimato molti, che lo Specchio d’Archimede
abbruciaſſe così lontano, perche foſſe di for-
ma Parabolica, e con tal proportione fabri-
cato, che faceſſe il concorſo de’raggi in tan-
ta diſtanza, in quanta le ſudette naui ſi erano
ritirate.
Ma chi non vede quanto ciò dal ve-
riſimile ſi diſcoſti?
poiche vno Specchio Pa-
rabolico, che habbi il foco lontano da lui ſolo
trenta piedi, come ben dice il Porta nella ſua
Magia naturale, e tanto poco differente dal
piano (s’ei non foſſe di ſmiſurata grandezza)
che l’arte noſtra non lo può diſtinguere,
e perciò ne men fabricare;
come dunque ſi
può credere, che lo Specchio d’Archimede
foſſe tale, che il concorſo de’raggi ſi faceſſe
lontano quanto vn tiro d’arco?
Di più vno
Specchio tale cauſa l’incendio in vna deter-
minata diſtanza, e ſolo da vna bãda, cioè ver-
ſo il Sole;
doue che l’abbruciamẽto delle Na-
ui portaua diuerſe diſtanze, e forſe diuerſi ſiti
ancora, e però in conſeguenza, ò biſognaua
hauerne più d’vno, ò mouere il medeſimo,

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