Alberti, Leon Battista, L' architettura

Table of contents

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[111.] De ſegni posti per memoria delle gran’coſe fatte publicamente, & in eſſe eſpeditioni delle guerre & nelle uittorie ancora da Romani & Greci. Cap. XVI.
[112.] Se e’ ſi debbon’ metter’ le statue ne Tempij, & di che coſa ſi debbon’ fare piu com-modamente. Cap. XV II.
[113.] DELLA ARCHITETTVRA DI LEONBATTISTA ALBERTI. LIBRO OTTAVO. Dell’ ornamento delle uie maeſtre dentro o fuori della Città, doue ſi babbino a ſotterrare, o abbruciare i corpi morii. Cap. I.
[114.] De uarij modi de ſepolcri, & del ſeppellire. Cap. II.
[115.] Delle cappellette, de Sepolcri, delle Pyramidi, Colonne, Altari, & Mole. Cap. III.
[116.] Delle Torri, & loro addornamenti. Cap. V.
[117.] De le ſtrade piu principali de la città, & come ſi adornino le porte, i porti, & i ponti, gli ar- # chi, i riſcontri di piu uie, & la piizza. Cap. VI.
[118.] Dello adornare gli ſpettacoli, i Teatri, i loghi da correre, & quanta ſia la utilitd loro Cap. VII.
[119.] Dello Amfiteatro, del cerchio, de luoghi da paſſeggiare, de gradi da ſedere, & de portici de giudici minori, & de loro adornamenti. Cap. VIII.
[120.] Dello adornare, i luoghi del conſiglio, & le curie; de Boſchi, delle Città, de luoghi da notare, delle Librerie, delle Scuole, delle Stalle, de gli Arzanali, & de gli ſtrumenti matematici. Cap. IX.
[121.] Delle Termc, o bagni, & dclle loro commodità & addornamenti. Cap. X.
[122.] Che e'ſi debbe hauer riſpetto in tutte le coſe, & maſſimo nella Archit ettura, alla utilit à, & alla Parſimonia, & de gli adornamenti della caſa Re-gale, Senatoria, & Conſolare. Cap. I.
[123.] De gli addornamenti de gli edifitij della città & di quelli della V illa. Cap. II.
[124.] Ne la Città, ne la Villa m'increſce Et bene appreſſo di Marziale.
[125.] Che le parti, & le membra de gli edifitij ſono infra loro differenti, di Natura, & diſpe tie, & che elle ſi debbono addornare in uariij modi Cap. III,
[126.] Con quai pitture, con che frutti, & con quai ſorti di ſtatue ſi debbino adornare le caſe de priuati, i pauimenti, le loggie, le altre ſtanze, & i Giardini. Cap. IIII.
[127.] Che tre ſono le coſe principali che fanno gli edifitij belli, & gratioſi, il Numero delle membra, la Forma, & il Sito. Cap. V.
[128.] Della corriſpondenza de’ Numeri, del miſur are lc piante, & del modo della Regola del terminare che non è naturale, nè delle Armonie, nè de’ Corpt. Cap. V I.
[129.] 4. vie 9. 36 6. vie 6 36.
[130.] Del modo del por le colonne, della miſura & della collocatione loro. Cap. VII.
[131.] Di alcuni piu graui diſetti della Architettura. Cap. VIII.
[132.] Qual ſia lo officio di un buono Architettore, & quali ſien le coſe che faccino gli addornamenti Eccellenti. Cap. IX.
[133.] Che coſe ſieno quelle, che principalmente habbia hiſogno di conſiderare uno Architettore, & che coſe ſia di neceſsità, che ei ſappia. Cap. X.
[134.] A chi lo Architettore debbe communicare il ſuo conſiglio, & l’opera ſua. Cap. XI.
[135.] DELLA ARCHITETTVRA DI LEONBATISTA ALBERTI. LIBRO DECIMO. De difetti de gli ediſicij, onde naſchino, quali ſieno quelli, che ſi poſsino correggere, e qual no, da gli Architettori, & quai coſe ſien quelle, che faccino cattiua aria. Cap. I.
[136.] Chel’ Acque principalmente ſono neceſsariſsime & di uarie ſorti. Cap. II.
[137.] Che quattro ſono le coſe da conſiderare circa alla coſa dell’ acqua, & doue ella ſi generi, o donde ella naſca, & doue ella corra. Cap. III.
[138.] Che indicij ci ſieno da truouare l’Acqua naſcoſta. Cap. IIII.
[139.] Del cauare, & murare i Pozzi, & i condotti, & i Bottini. Cap. V.
[140.] Dello uſo delle Acque, quali ſieno piu ſane, & migliori, & coſi qua-li ſieno piu cattiue. Cap. VI.
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116112DELLA ARCHITETTVRA to, d'Affrica, di Libia, di Spagna, de la Magna, & de le Iſole, una moltitudine infi
nita di huomini, &
una grandiſsima quantità di Merci, ui fecciono la ſtrada dop
pia, &
giù per il mezo ui era un filare di Pietre rileuate a guiſa d'un termine, che
ſoprauanzaua un piede;
accioche da l'un lato andaſſero, & da l'altro tornaſſero,
ſchifando il darſi noia nel riſcontrarſi.
Tale biſogna che fuori de la cittade ſia
115 la ſtrada maeſtra, eſpedita, diritta, &
ſicuriſsima. Quando ella arriuerà ne la
Cittade, ſe la Città fia nobile, &
potente, è ben giuſto che l'habbia le uie diritte,
&
larghiſsime, ch'arrechino a la Città grandezza, & Maeſtade: Ma ſe ella ſarà una
Terriciuola, ouero un Caſtello, ne preſterà ſicuriſsima entrata, ſe ella nõ andrà
coſi a dirittura a le Porte, Ma girando hora da deſtra, hora da ſiniſtra preſſo a
2210 le mura, &
maſsimo inſino ſotto a Torrioni de le mura. Ma dentro a la terra
poi non ſia diritta, ma come un fiume torcendoſi piu &
piu uolte in uerſo l'una
parte, &
l'altra; ſarà coſa piu condecente. Percioche, oltra che nel parere ella
piu lunga, accreſcerà in quel luogo l'openione de la grandezza ſua;
& certamen
te tal coſa gioua molto a la bellezza, a le commodità de l'uſo, &
a le opportuni-
3315 tà, &
neceſsità de Tempi. Ma non ſarà queſto aſſai, che a Viandanti ſi ſcuopri-
no ad ogni paſſo nuoue foggie di edificij;
& che l'uſcita, & la facciata di qualun-
que caſa, ſi addirizzi quaſi che al mezo de la larghezza de la ſtrada, accioche eſ-
ſendo ancora in alcun luogo eſſa troppa larghezza ſgratiata, &
mal ſana; ella in
queſto noſtro coſi fatto luogo piu toſto ſia ſana, &
diletti. Scriue Cornelio che
4420 la Città di Roma allargata di ſtrade da Nerone, diuẽne aſſai piu calda, &
per ciò
manco ſana;
In altri lnoghi oue le uie ſon ſtrette, ui è l'aria piu cruda, & ne la ſta-
te ui ſarà ſempre ombra.
Oltra di queſto non ui fia Caſa alcuna, che e' non ui
entri dentro il Sole, in qualche hora del giorno;
nè ſarà mai ſenza piaceuole
uentolino, che mouendoſi doue ſi uoglia, non truouiin gran parte diritto, &

5525 eſpedito camino, onde paſſare.
Et la medeſima nõ ſentirà mai uenti faſtidio-
ſi, concioſia che ſubito ſaranno rotti da le facciate de le muraglie.
Aggiugni,
che ſe ui entrano i nimici, ui rouineranno non manco offeſi da lato dinanzi,
che da i fianchi, o da lato di dietro.
Hor ſia de le uie maeſtre detto a baſtan-
za.
Le ſtrade non maeſtre, ſaranno ſimili a le maeſtre, & ſe già infra di loro,
6630 non fuſſe queſta differentia, che queſte, ſe le ſaranno diritte a capello, conuer-
ranno meglio con le cantonate de le mura, &
con le parti de li edificij: Ma 10
truouo che gli antichi uollono che ne la terra ui fuſsino alcune uie ineſtrica-
bili, &
alcune che non haueſſero riuſcita; ne le quali cntrato il nimico per nuo-
certi, ambiguo, &
diffidatoſi di ſe ſteſſo; ui habbia a ſtare ſoſpeſo, o ſe pure e'
7735 perſeueraſſe di uolerti far danno, e' poſſa in uno ſubito eſſer rouinato del tut-
to.
Nè ſarà fuori di propoſito, che ui ſieno ſtrade minori, non lunghe; ma che
termino ne la prima ſtrada, che le attrauerſa, che e' non ſia come un cam-
mino publico, &
eſpedito; ma come un tragetto, che uadia a trouare una caſa
poſtali al dirimpetto;
concioſia che per queſto le caſe haranno piu commodi
8840 lumi, &
impediraſsi a nemici il non potere correre la terra coſi a loro uoglia.
Curtio ſcriue, che Babilonia dentro era piena di Borghi ſparſi, & non conti-
nouati.
Platone per l'oppoſito non ſolamente non uolle i Borghi ſparſi, ma
uolle ancora che le mura de le caſe fuſsino attaccate l'una con l'altra;
& gli

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