12416OSSERVAZIONI SOPRA GLI ERRORI
Eſempio degli errori ſcoperti nella fabbrica del Pantheon, detto oggi
la Rotonda in Roma, cioè nell’ interno d’ eſſe Rotonda.
la Rotonda in Roma, cioè nell’ interno d’ eſſe Rotonda.
Molto a propoſito mi ſi offre la gran fabbrica del Pantheon, detta preſentemente
la Rotonda; avvegnachè ſia eccellentemente lavorata. Ha queſta diverſe Cappelle,
ed è di vaga forma circolare, avendo ugual larghezza, ed altezza. Si poſſono quì
conſiderare varie coſe, come oſſervò il Palladio, trattando del Pantheon nel ſuo Li-
bro IV. a carte 73. ; ed anche il Deſgodetz nel ſuo Trattato ſopra l’ iſteſſo Pantheon,
deſcrivendo in 23. tavole sì maeſtoſa fabbrica tutta d’ Ordine Corintio non meno in-
ternamente, che eſternamente.
la Rotonda; avvegnachè ſia eccellentemente lavorata. Ha queſta diverſe Cappelle,
ed è di vaga forma circolare, avendo ugual larghezza, ed altezza. Si poſſono quì
conſiderare varie coſe, come oſſervò il Palladio, trattando del Pantheon nel ſuo Li-
bro IV. a carte 73. ; ed anche il Deſgodetz nel ſuo Trattato ſopra l’ iſteſſo Pantheon,
deſcrivendo in 23. tavole sì maeſtoſa fabbrica tutta d’ Ordine Corintio non meno in-
ternamente, che eſternamente.
Leggendo i lodati Autori, rilevai della varietà d’ opinioni riſpetto alle miſure, ed
altre particolarità; ma riſpetto all’ antichità s’ accordano nella ſteſſa coſa, vale a di-
re, che tutto il di dentro ſia ſtato rifatto in uno ſteſſo tempo, a riſerva del porti-
co, che fu aggiunto da Marco Agrippa per maggior decorazione di queſto ſteſſo Tem-
pio. In eſſo adunque, tuttochè ſia di perfetto lavoro, ſi oſſervano ciò non oſtante
diverſi, e notabili errori. Il primo naſce dalle due arcate, che ſono al di dentro,
cioè, una nell’ ingreſſo, l’ altra di fronte, che forma la Cappella maggiore; e que-
ſte arcate vengono ſoſtentate da due pilaſtri. Inoltre ciaſcuno di queſti due archi ta-
glia quattro pilaſtri del ſecond’ Ordine: la qual coſa non è buona, per la deformi-
tà, che produce, facendo vedere i pilaſtri tronchi e ſmezzati. Queſta è la coſa ſteſ-
ſa, che un uomo, al quale foſſero tagliate le gambe, e foſſe fatto comparire ſtorpia-
to, e deforme. Lo ſteſſo può altresì dirſi delle colonne, le quali ſendo tronche ne’
piedi, non poſſon più moſtrare la loro forza, e ſuſſiſtenza. Io per me direi, che l’
Architetto, che ha eretto tal Tempio, ſi prefiggeſſe di farlo ſeguente, ſenza inter-
rompimento alcuno, e così voleſſe ſeguitare i pilaſtri del ſecond Ordine, affinchè com-
pariſſe l’ uniformità anche ſopra i diviſati archi. Egli però poteva beniſſimo ripie-
gare eſſi pilaſtri, che cadono ſopra i detti archi, convertendogli in menſole ſotto il
capitello, e così avrebbe ottenuto il ſuo intento, ſenza moſtrare la brutta figura dell’
eſſer tagliati dall’ arco. S’ oſſervano inoltre due colonne, all’ incontro dei due pila-
ſtri della Cappella medeſima, le quali reſtano iſolate, tenendo ſopra la cornice, che
gira all’intorno, parte della baſe del baſamento del ſecond’Ordine, che forma piedi-
ſtallo per ſoſtenere alcuna ſtatua, che vi ſtarebbe aſſai bene. Queſto ſporgimento di
piediſtallo, che s’alza al di ſopra del peduzzo dell’arco, gli toglie la buona grazia,
e lo fa comparire mezz’arco, e non perfetto, come dovrebbe: lo che mi fa credere,
che le ſuddette colonne foſſer piantate poſteriormente, e non nel riſtauro di detta
fabbrica, mentre avrebbe l’Architetto veduto, come riuſcivano inutili. Queſte colon-
ne però hanno una particolarità, ſecondo il parere de’ſoprallodati Autori, cioè, tra
lo ſpazio d’un canale, e l’altro della ſcannellatura certi intagli a tondini molto puli-
tamente fatti; ed in ciò ſono diverſe dalle altre d’ intorno, che ſono ſcannellate
ſchiettamente; e però può darſi, che a motivo di tal rarità ſia ſtato penſato di por-
le in opera in quel tal ſito, ſebbene inutili in rapporto alla buona ragione. A tal
propoſito mi ſovviene, che anche il Sanſovino, allorchè ornò la ſcala, che monta
al Collegio pel Palazzo Ducale, ſi valſe d’ un ripiego aſſai buono per collocarvi le
due Statue dell’ Ercole, e dell’ Atlante appoggiando preſſo ai due pilaſtri due colon-
ne iſolate, e sì bene adattate, che pajon fatte in uno ſteſſo tempo coll’ arco medeſi-
mo della ſcala, e ſopra vi collocò le diviſate Statue. Quindi oſſervando in ſeguito l’
Ordine ſecondo, o ſia Attico di leggieri pilaſtri parimente Corintj, che ſtringono
nicchie per Statue, e fineſtre, ed avendo i medeſimi telaro e cornice ſopra, lo ſpor-
gimento della quale ſorpaſſa affatto i pilaſtri, che reſtano a fianco, appoggiano i
medeſimi ſopra zoccolo leſenato; e queſto ſopra il baſamento ſemplice, che gira in-
torno a tutto l’ Attico. Tutte queſte coſe in niun modo convengono: diformano e
tolgono il bello della buona Architettura. Ciò io volli dire per coloro, i quali non
diſtinguendo il buono dal reo, lodano tutto quello, che loro ſi para innanzi. E’ ve-
ro veriſſimo, che queſto Tempio è, e ſarà ſempre ſtimato per quel buono, che ha
in ſe, ad eccezione però di quanto ho detto per lume di chi ſtudia la perſetta Ar-
chitettura.
altre particolarità; ma riſpetto all’ antichità s’ accordano nella ſteſſa coſa, vale a di-
re, che tutto il di dentro ſia ſtato rifatto in uno ſteſſo tempo, a riſerva del porti-
co, che fu aggiunto da Marco Agrippa per maggior decorazione di queſto ſteſſo Tem-
pio. In eſſo adunque, tuttochè ſia di perfetto lavoro, ſi oſſervano ciò non oſtante
diverſi, e notabili errori. Il primo naſce dalle due arcate, che ſono al di dentro,
cioè, una nell’ ingreſſo, l’ altra di fronte, che forma la Cappella maggiore; e que-
ſte arcate vengono ſoſtentate da due pilaſtri. Inoltre ciaſcuno di queſti due archi ta-
glia quattro pilaſtri del ſecond’ Ordine: la qual coſa non è buona, per la deformi-
tà, che produce, facendo vedere i pilaſtri tronchi e ſmezzati. Queſta è la coſa ſteſ-
ſa, che un uomo, al quale foſſero tagliate le gambe, e foſſe fatto comparire ſtorpia-
to, e deforme. Lo ſteſſo può altresì dirſi delle colonne, le quali ſendo tronche ne’
piedi, non poſſon più moſtrare la loro forza, e ſuſſiſtenza. Io per me direi, che l’
Architetto, che ha eretto tal Tempio, ſi prefiggeſſe di farlo ſeguente, ſenza inter-
rompimento alcuno, e così voleſſe ſeguitare i pilaſtri del ſecond Ordine, affinchè com-
pariſſe l’ uniformità anche ſopra i diviſati archi. Egli però poteva beniſſimo ripie-
gare eſſi pilaſtri, che cadono ſopra i detti archi, convertendogli in menſole ſotto il
capitello, e così avrebbe ottenuto il ſuo intento, ſenza moſtrare la brutta figura dell’
eſſer tagliati dall’ arco. S’ oſſervano inoltre due colonne, all’ incontro dei due pila-
ſtri della Cappella medeſima, le quali reſtano iſolate, tenendo ſopra la cornice, che
gira all’intorno, parte della baſe del baſamento del ſecond’Ordine, che forma piedi-
ſtallo per ſoſtenere alcuna ſtatua, che vi ſtarebbe aſſai bene. Queſto ſporgimento di
piediſtallo, che s’alza al di ſopra del peduzzo dell’arco, gli toglie la buona grazia,
e lo fa comparire mezz’arco, e non perfetto, come dovrebbe: lo che mi fa credere,
che le ſuddette colonne foſſer piantate poſteriormente, e non nel riſtauro di detta
fabbrica, mentre avrebbe l’Architetto veduto, come riuſcivano inutili. Queſte colon-
ne però hanno una particolarità, ſecondo il parere de’ſoprallodati Autori, cioè, tra
lo ſpazio d’un canale, e l’altro della ſcannellatura certi intagli a tondini molto puli-
tamente fatti; ed in ciò ſono diverſe dalle altre d’ intorno, che ſono ſcannellate
ſchiettamente; e però può darſi, che a motivo di tal rarità ſia ſtato penſato di por-
le in opera in quel tal ſito, ſebbene inutili in rapporto alla buona ragione. A tal
propoſito mi ſovviene, che anche il Sanſovino, allorchè ornò la ſcala, che monta
al Collegio pel Palazzo Ducale, ſi valſe d’ un ripiego aſſai buono per collocarvi le
due Statue dell’ Ercole, e dell’ Atlante appoggiando preſſo ai due pilaſtri due colon-
ne iſolate, e sì bene adattate, che pajon fatte in uno ſteſſo tempo coll’ arco medeſi-
mo della ſcala, e ſopra vi collocò le diviſate Statue. Quindi oſſervando in ſeguito l’
Ordine ſecondo, o ſia Attico di leggieri pilaſtri parimente Corintj, che ſtringono
nicchie per Statue, e fineſtre, ed avendo i medeſimi telaro e cornice ſopra, lo ſpor-
gimento della quale ſorpaſſa affatto i pilaſtri, che reſtano a fianco, appoggiano i
medeſimi ſopra zoccolo leſenato; e queſto ſopra il baſamento ſemplice, che gira in-
torno a tutto l’ Attico. Tutte queſte coſe in niun modo convengono: diformano e
tolgono il bello della buona Architettura. Ciò io volli dire per coloro, i quali non
diſtinguendo il buono dal reo, lodano tutto quello, che loro ſi para innanzi. E’ ve-
ro veriſſimo, che queſto Tempio è, e ſarà ſempre ſtimato per quel buono, che ha
in ſe, ad eccezione però di quanto ho detto per lume di chi ſtudia la perſetta Ar-
chitettura.