Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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[121.] Interno della Chieſa de’ SS. Apoſtoli, e ſuoi errori.
[122.] Porta ſopra la ſtrada del Palazzo Grimani a San Luca.
[123.] Spaccato della Cupola della Salute, ed errori, che ſi oſſervano in queſta fabbrica.
[124.] Cima d’altare nella Chieſa di S. Luca, quale era prima, con i fronteſpizj in aria.
[125.] Altra Cima d’altare nella Chieſa di S. Apollinare colla metà dei fronteſpizj in aria.
[126.] Altra Cima d’altare nella Chieſa de’Servi con tutti i fronteſpizj in aria.
[127.] Altar Maggiore della Chieſa di San Luca nuovamente rifatto.
[128.] Una delle Fineſtre della facciata della Chieſa di San Giorgio de’Greci.
[129.] Fineſtre ſopra la facciata della Chieſa di San Giminiano.
[130.] Pergolato ſopra la Porta del Palazzo dei Signori Conti Algarotti.
[131.] Parte della facciata della Scuola di San Giorgio de’Greci, diſordinatamente eſeguita.
[132.] Arco, che taglia, e cuopre l’ Architrave nella Chieſa di S. Caſſano.
[133.] Cima d’ altare ſregolata nellaChieſa di San Marcelliano.
[134.] Cima d’ Altare con colonna poſta angolarmente, di figura peſantiſſima, nella Chieſa di San Stefano.
[135.] Altare di forma ſcompoſta nella Chieſa di San Stefano.
[136.] Altra diſordinata cima d’ Altare nella Chieſa de’ Geſuiti.
[137.] In santa Maria Zobenigo s’ oſſerua il preſente rimenato, che ſerue d’ arco alla Cappella.
[138.] Cornice, che ſtringe e lega la colonna nella facciata di Santa Giuſtina, ed anche nella Chieſa di San Pantaleone.
[139.] sconcio rimenato nell’ Altar Maggiore della Chieſa dellaCeleſtia.
[140.] Cima d’ Altare nella Chieſa deiServiti con meſchini rimenati.
[141.] Cima d’ Altare nella Chieſa di S.Giuliano ſcorretta e ſenz’ordine.
[142.] Altra cima d’Altare nella Chieſa di S.Giuliano diſordinata.
[143.] Cima d’Altare della Cappella Contarini alla Madonna dell’Orto.
[144.] Altar Maggiore della Chieſa de’PP. Carmelitani Scalzi.
[145.] Scherzo di cornice forzata ſopra l’ Altare delCriſto nella Chieſa de’ PP. Carmelitani Scalzi.
[146.] Cornice poſta ad uſo d’Arco nell’Altare della B. Vergine della medeſima Chieſa.
[147.] Cima d’Altare ſcorretta nella Chieſa de’PP. Geſuiti.
[148.] Ornato di Scompoſta fineſtra nella Chieſa de’PP. Scalzi.
[149.] Altra Cornice irregolare poſta ad uſo d’ arco ſull’ Altare del Crocifiſſo, con cima peſantiſſima, e pungente, nella Chieſa di S. Bartolommeo.
[150.] Cima dell’ Altare di S. Giovanni Evangeliſta nella Chieſa di S. Pietro di Caſtello.
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12618OSSERVAZIONI SOPRA GLI ERRORI
Figura dell’ Attico riſtaurato entro il Pantheon.
Dobbiamo ora far parola del riſtauro ordinato da Papa Benedetto XIV. nell’anno
ſettimo del ſuo Pontificato, il quale venne indotto a far accomodare e correggere gli
errori quì ſopra da noi indicati.
Fu pertanto dato mano al riſtauro della gran vol-
ta, e per render più luminoſo il Tempio venne anche penſato d’imbiancarla.
Que-
ſto pertanto è il primo ſpropoſito d’ un tal riſtauro, mentre a un Tempio di que-
ſta fatta diſdice affatto tale imbiancatura, e vi voleva piuttoſto una tinterella armo-
nioſa, e corriſpondente all’ antichità del ſito medeſimo, introducendo nelle caſſette
alcun poco di oro, che avrebbe nobilitata una tal volta.
Quindi pensò di far levar
via tutti i pilaſtrini Corintj del ſecond’Ordine, come altresì tutto l’Attico, e ſoltan-
to laſciarvi quei nicchi, o fineſtre, che ſono quattordici in tutto il giro, prolungan-
dole al di ſotto quaſi fino al peduzzo dell’ Attico ſteſſo, aggiungendo nel di ſopra il
fronteſpizio.
Piombano queſti ſopra gli Altari, e ſopra le mezzarie degl’intercolunnj
del prim’ Ordine, coll’ aggiungervi fra l’ una, e l’ altra fineſtra, o nicchio, un gran
riquadro corniciato da ovoli, e fuſaroli, con altro di ſopra bislungo, figurando in
eſſi e fuor di eſſi con pittura varietà di marmi.
Non ſarà fuor di propoſito il fare
alcuna conſiderazione intorno al diviſato regolamento.
Veramente qualora s’ abbia
intenzione di togliere alcun difetto a qualſivoglia fabbrica, ciò ſi dee fare col fine
di migliorarla, non mai per deformarla di più:
ma pure da ciò, che venne eſeguito
entro un Tempio tanto ſtimabile per la ſua Antichità, ſi rileva un sì enorme ſcon-
certo.
Dovevaſi queſto perfezionare in ciò, che peccava per rapporto alla perſetta
Architettura, e non mai ſpogliarlo in guiſa, che compariſſe nudo, ſiccome ſi è al
preſente, ridotto eſſendo ad un ſemplice muro quaſi liſcio, con quei ſoli riquadri,
che nulla concludono, ma che altro non fanno che ingombrare un tal ſito, riducen-
dolo ad una figura peſantiſſima;
nè poſſiamo altro approvare, che i fronteſpizj ag-
giunti ai nicchi, o fineſtre, e queſti parimente al diſotto tenendo la ſteſſa cornice,
che gira intorno.
Altra figura non rappreſenta, ſalvo che un quadro atraccato alla
muraglia, che abbia bella cima, e niente affatto di piede, e non figura da nicchio,
come dovrebbe, a differenza del primo ſuo eſſere, il quale appoggiava coll’ erte ſo-
pra il baſamento;
e queſto era il vero appoggiar con ragione: ma nel modo, nel
quale vedeſi eſeguito, moſtra un lavoro da legnajuolo, che tutto vuol corniciato, per-
che il legnajuolo più non intende.
La ſtatua poi entro poſta anderà bene, e qua-
drerà a maraviglia, mentre s’ uniforma anche al parere del Palladio, il quale nel ſuo
IV.
Libro dell’ Architettura eſpone i diſegni d’ eſſo Pantheon, e pone le ſtatue nelle
nicchie diviſate per più decoro d’ eſſa Architettura.
Si oſſervano inoltre le due co-
lonne poſte ſull’ ingreſſo della Cappella maggiore poſteriormente, che ſecondo anche
il parere degli accennati inſigni Autori, altro non ſoſtengono, che uno zoccolo alla
dritta del baſamento, che gira intorno ſopra la cornice del prim’ Ordine:
e come
non penſarono, in vece dei tre monti, e della ſtella Stemma del Pontefice Clemen-
te XI.
, il quale pure ordinò un riſtauramento, all’ Attico medeſimo, ſenza guaſtare
coſa alcuna di ciò, che vi era di gentile, e collocare queſto ſteſſo Stemma in altro
ſito, cioè, in uno ſcudo ſopra la mezzaria dell’ Arco, ſoſtentato da due Angioli in
aria, lo che ſarebbe riuſcito aſſai grazioſo, anzichè porſi la menſola, o modiglione
inſerito ſconciamente nell’ Architrave, che al di ſotto tiene le gocce, che ſi conven-
gono al ſolo Ordine Dorico, nè mai ſopra l’ Ordine Corintio, che le rigetta?
E di
vero rieſce coſa ſtrana il vederſi introdotto in Roma l’ abuſo dalla maggior parte de-
gli Architetti, ſommamente vaghi delle gocce, ſenza curarſi di riflettere a che ſerva
l’uſo delle medeſime, e dove, e quando ſi debbano praticare;
non convenendo col-
locarle così alla cieca, e porre inoltre ſopra le due colonne due Angioli, od altra
ſtatua rappreſentante alcuna Virtù.
Hanno eſſi laſciato le medeſime preſſochè inuti-
li, e che hanno pochiſſima conſonanza coll’ opera ſteſſa.
Rieſcono parimente oſter-
vabili i riquadri poſti ſopra lo ſteſſo arco, i quali non ſolo ſcemano la figura, ma
rieſcono ancora ſommamente diſadatti ad un tal ſito, come quelli che ſono raddop-
piati e meſchini, che nulla hanno di nobiltà, in corriſpondenza degli altri ſtermi-
natamente grandi, che trovanſi all’ intorno, che in vece di formare una comparſa
maeſtoſa, quale ſi converrebbe, la rappreſentano ſconcia e miſerabile.
E poi quel
formare dei finti marmi in un Tempio tanto coſpicuo, è coſa da Teatro, e non ci
rappreſenta, che uno ſcarſo penſare, e una povertà d’ornare, e per dir la coſa com’
è, egli ſi è queſto un diſonore fatto alla ſteſſa venerabile Antichità, e dentro

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