Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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136112DELLA FORZA DE’ CORPI che la Signora Principeſsa deſidera, e vedete di
eſporla fedelmente;
perchè ſe la eſporrete a mo-
do voſtro, io, che ho letto l’ autore, ve ne ac-
cuſerò.
Anzi, riſpoſi io, avendo voi letto l’au-
tore, dovreſte darmi ajuto per eſporla meglio, e
non aſpettare ch’ io meritaſſi di eſsere accuſato.
Eſsendoſi qui alquanto riſo, dopo un breve ſilen-
zio incominciai:
La forza viva, che il Padre Ric-
cati ha introdotta, non è da poterſi intendere
così facilmente, ſe prima non ſi intendano due
potenze, tra le quali ella, per così dire, ſi ſta
naſcoſta.
Imperocchè cangiandoſi continuamente
i corpi, e acquiſtando nuove forme, e perden-
dole, biſogna, che ſieno in eſſi due potenze, l’
una delle quali produca il cangiamento;
l’ altra
lo diſtrugga.
La gravità per eſempio fa cadete
un corpo:
eccovi una potenza, che produce nel
corpo un cangiamento, faccendolo paſsare dalla
quiete al moto.
La reſiſtenza poi, che egli trova,
lo ritorna alla quiete;
ed eccovi una potenza, che
diſtrugge il cangiamento, che la gravità avea pro-
dotto.
Ora tra queſte due potenze ha una for-
za, che il Padre Riccati chiama forza media, la
qual ne produce il cangiamento, ne lo diſtrugge;

ma poichè è prodotto dalla potenza, lo conſer-
va, e lo conſerva fino a tanto, che ſia diſtrutto
dalla potenza contraria.
E queſta, ſecondo lui,
è la forza viva.
Voi potevate dir ſubito, diſſe al-
lora la Signora Principeſſa, che la forza viva del
Padre Riccati ſi è l’ inerzia, ſenza fare così

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