Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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13729DEGLI ARCHITETTI.
Eſempio della Porta Pia, di cui tratta il Galazzini, facendone rilevare gli errori.
Molto a lungo, ed a parer mio con gran giuſtezza parla il Galazzini degli erro-
ri di queſta Porta;
ed io pure con eſſo diſapprovo tutto quello, che la diſordina e
ſcompone.
Parrebbe ſuperfluo pertanto, ch’io ne favellaſſi, dopo che ne ha perſetta-
mente trattato il medeſimo ſcrittore.
Tuttavia ſembrami doverſi aggiungere, che que-
ſta Porta tanto decantata, ed in tante e varie ſtampe manifeſtata, altro non voglia
ſar comprendere, che fino a’noſtri giorni meriti qualche conſiderazione di buona e
vaga Architettura l’intreccio.
Ma e chi crederà mai ciò, ſe non ſe quelli, che nul-
la affatto intendonſi della vera Architettura, eſſendo più che certo, eſſere una tal
Porta un faſcio aggruppato di parti ſproporzionate, che non potrà mai eſſere appro-
vato dai Saggi?
Porta del Palazzo de’N.CC. di Sermoneta.
L’errore di queſta Porta ſi rileva nel rimenato, dove accartoccia, rimanendo in
aria:
nè può mai dirſi, o crederſi aſſicurato dalla tavoletta dell’Iſcrizione, che è
ſoſtentata dal rocchello, che gli fa piede, eſſendo la medeſima di gretta e miſera
forma;
e perciò lo ſteſſo rimenato viene patentemente a reſtare in aria: inoltre il
cantonale ſenza la propria caſſa, l’ornato del fianco non corriſponde col rimanente
di eſſa, niente eſſendovi di buono, fuorchè le bugne, perchè ſi portano al centro,
a differenza di quelle della colonna, che ſon gonfie a pero roverſciato, novità, che
poco vale per moſtrar grazia, che anzi produce goffezza.
Il Palladio nel ſuo Libro d’Architettura a carte 51. dice, che non ſi può ſenon
biaſimare quella maniera di fabbricare, la quale partendoſi da quello, che la natu-
ra delle coſe c’inſegna, e da quella ſemplicità, che nelle coſe da lei create ſi ſcor-
ge, quaſi un’altra natura facendoſi, ſi parte dal vero buono, e bel modo di fabbri-
care.
Per la qual coſa non ſi dovrà in vece di colonne, o pilaſtri, che abbiano a
ſoſtener qualche peſo, porre cartelle, le quali ſi dicono cartocci, che ſon certi in-
volgimenti, che agl’intendenti fanno bruttiſſima viſta, ed a quelli, che non ſe n’
intendono, appariſcono piuttoſto confuſione, che rechino piacere;
nè altro effetto
producono, ſe non quello d’accreſcere ſpeſe agli edificatori:
medeſimamente non ſi
farà naſcer fuori delle cornici alcuni di queſti cartocci;
poichè importa, che tutte
le parti della cornice per qualche effetto ſien fatte.

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