Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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138114DELLA FORZA DE’ CORPI forza viva, non veggo pure perchè debba chia-
marſi
forza.
Biſogna, diſſi, che egli aveſſe, di che
illuſtrare
l’ inerzia de corpi, e volendo farvi ſo-
pra
un libro, abbia anche voluto nobilitarla con
un
nome ſplendido, e chiamarla forza viva.
Nel
che
ha uſato di quella libertà, che uſan talvolta
i
filoſofi, e i matematici, imponendo i nomi a
modo
loro.
Almeno, diſſe allora la Signora Prin-
cipeſſa
, ſi ſarà egli aſtenuto da quelle forme, che
i
Leibniziani, e i Bernulliani ſogliono tutto
avere
in bocca, quando dicono, che le potenze
producon
ne corpi, generano, trasfondano la for-
za
viva;
perciocchè chi direbbe, che le potenze
producan
ne corpi, generino, trasfondan l’ iner-
zia
?
la quale è una virtù, che, ſe l’ hanno i cor-
pi
, l’ hanno per lor medeſimi;
non la ricevono
in
dono da alcuna potenza ſopravvegnente.
Uſa
beniſſimo
, diſs’ io, tali forme, e voi ne vedrete
il
libro pieno.
Ma ſe la forza viva è, ſecondo
lui
, coteſta inerzia, diſſe allora la Signora Prin-
cipeſſa
, come può egli poi ſoſtenere, che ſia pro-
porzionale
al quadrato della velocità?
l’inerzia
è
forſe tale?
Non ſo, riſpoſi; e certo anche a me
è
paruta ſtrana l’ opinione.
Non parrebbe tanto
ſtrana
, diſſe allora il Signor D.
Nicola, ſe voi a-
veſte
ſpiegato bene ogni coſa;
perchè dicendoſi,
la
forza viva eſſer l’ inerzia, cioè quella virtù,
che
conſerva il cangiamento prodotto nel corpo
dalla
potenza, biſogna intender bene, che coſa
ſia
un tal cangiamento;
e queſto voi non

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