138114DELLA FORZA DE’ CORPI
forza viva, non veggo pure perchè debba chia-
marſi forza. Biſogna, diſſi, che egli aveſſe, di che
illuſtrare l’ inerzia de corpi, e volendo farvi ſo-
pra un libro, abbia anche voluto nobilitarla con
un nome ſplendido, e chiamarla forza viva. Nel
che ha uſato di quella libertà, che uſan talvolta
i filoſofi, e i matematici, imponendo i nomi a
modo loro. Almeno, diſſe allora la Signora Prin-
cipeſſa, ſi ſarà egli aſtenuto da quelle forme, che
i Leibniziani, e i Bernulliani ſogliono tutto dì
avere in bocca, quando dicono, che le potenze
producon ne corpi, generano, trasfondano la for-
za viva; perciocchè chi direbbe, che le potenze
producan ne corpi, generino, trasfondan l’ iner-
zia? la quale è una virtù, che, ſe l’ hanno i cor-
pi, l’ hanno per lor medeſimi; non la ricevono
in dono da alcuna potenza ſopravvegnente. Uſa
beniſſimo, diſs’ io, tali forme, e voi ne vedrete
il libro pieno. Ma ſe la forza viva è, ſecondo
lui, coteſta inerzia, diſſe allora la Signora Prin-
cipeſſa, come può egli poi ſoſtenere, che ſia pro-
porzionale al quadrato della velocità? l’inerzia
è forſe tale? Non ſo, riſpoſi; e certo anche a me
è paruta ſtrana l’ opinione. Non parrebbe tanto
ſtrana, diſſe allora il Signor D. Nicola, ſe voi a-
veſte ſpiegato bene ogni coſa; perchè dicendoſi,
la forza viva eſſer l’ inerzia, cioè quella virtù,
che conſerva il cangiamento prodotto nel corpo
dalla potenza, biſogna intender bene, che coſa
ſia un tal cangiamento; e queſto voi non
marſi forza. Biſogna, diſſi, che egli aveſſe, di che
illuſtrare l’ inerzia de corpi, e volendo farvi ſo-
pra un libro, abbia anche voluto nobilitarla con
un nome ſplendido, e chiamarla forza viva. Nel
che ha uſato di quella libertà, che uſan talvolta
i filoſofi, e i matematici, imponendo i nomi a
modo loro. Almeno, diſſe allora la Signora Prin-
cipeſſa, ſi ſarà egli aſtenuto da quelle forme, che
i Leibniziani, e i Bernulliani ſogliono tutto dì
avere in bocca, quando dicono, che le potenze
producon ne corpi, generano, trasfondano la for-
za viva; perciocchè chi direbbe, che le potenze
producan ne corpi, generino, trasfondan l’ iner-
zia? la quale è una virtù, che, ſe l’ hanno i cor-
pi, l’ hanno per lor medeſimi; non la ricevono
in dono da alcuna potenza ſopravvegnente. Uſa
beniſſimo, diſs’ io, tali forme, e voi ne vedrete
il libro pieno. Ma ſe la forza viva è, ſecondo
lui, coteſta inerzia, diſſe allora la Signora Prin-
cipeſſa, come può egli poi ſoſtenere, che ſia pro-
porzionale al quadrato della velocità? l’inerzia
è forſe tale? Non ſo, riſpoſi; e certo anche a me
è paruta ſtrana l’ opinione. Non parrebbe tanto
ſtrana, diſſe allora il Signor D. Nicola, ſe voi a-
veſte ſpiegato bene ogni coſa; perchè dicendoſi,
la forza viva eſſer l’ inerzia, cioè quella virtù,
che conſerva il cangiamento prodotto nel corpo
dalla potenza, biſogna intender bene, che coſa
ſia un tal cangiamento; e queſto voi non