Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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139115LLIBRO I. ancora ſpiegato. Chi non ſa, riſpoſi io allora,
ogni cangiamento eſſere il paſſaggio, che fa un
corpo o dalla quiete al movimento, o dal movi-
mento alla quiete, o da un movimento ad un’ al-
tro?
E queſto ſteſſo dice il Padre Riccati nel libro
ſuo alla pagina 234.
Oh! diſſe la Signora Princi-
peſſa, voi ſiete così felice di memoria, che vi ri-
cordate fin le pagine?
Io ſono tornato, diſſi, tan-
te volte ſu i medeſimi luoghi, che poſſo ricordar-
mi ancor le pagine ſenza quella tanta felicità, che
voi mi attribuite.
Ma per venire al propoſito; ſe
ogni cangiamento, che la potenza genera nel cor-
po, ſi riduce a movimento;
e ſe la forza viva è
una virtù conſervatrice del cangiamento;
biſogne-
rà ben dire, che ella ſia una virtù conſervatrice
del movimento.
E s’ è così, ſarà anche propor-
zionale al movimento, ch’ ella conſerva;
come
dunque al quadrato della velocità?
Io non mi ri-
cordo così appunto i luoghi, diſſe allora il Signor
D.
Niccola; ſo bene, che il Padre Riccati vuole,
che la potenza produca nel corpo non il movimen-
to, ne la velocità, ma altra coſa.
Come dite voi
dunque, che il cangiamento, che ella produce,
ſia la velocità, o il movimento?
Voi volete dire,
riſpoſi io allora, che la potenza ſecondo il P.
Ric-
cati produce immediatamente la forza viva, la
qual poi ſi trae dietro la velocità, come un ſuo
conſeguente;
il libro del Padre è tanto pieno di
ciò, che non occorre moſtrarne i luoghi.
Ma ciò
poſto, la forza viva ſarà dunque una virtù, che

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