Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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144120DELLA FORZA DE’ CORPI ſo riguardo. Qui rimaſeſi il Signor Marcheſe,
quaſi ſoprapreſo;
poi diſſe: quale ingegno han-
no i gradi della forza viva ſopravvenendo l’ uno
all’ altro, di temperare in tal modo le loro ve-
locità?
e chi ha dato loro un tal conſiglio? Voi
vorreſte ſaper troppo, diſſe allora il Signor D.
Niccola ridendo; baſta bene, che la coſa eſſer
poſſa, perchè voi non dobbiate con tanta anſie-
tà cercar del come.
Pur, diſſe il Signor Mar-
cheſe, non intendendo io il come, non può
piacermi la coſa;
et amerei meglio una ſenten-
za, che non mi laſciaſſe inquieto del come.
Ma
che direſte voi, ripigliò allora il Signor D.
Ni-
cola, ſe il Padre Riccati vi dimoſtraſſe la for-
za viva, che che ella ſiaſi, eſſere neceſſaria nella na-
tura?
Mi diſpiacerebbe, diſſe il Signor Marche-
ſe, che foſſe neceſſaria una coſa, ch’ io non
intendo;
pure, eſſendo neceſſaria, la ammette-
rei.
Or queſto egli dimoſtra, diſſe il Signor D.
Niccola, nel ſettimo de ſuoi dialoghi, il qual
contiene, per così dire, la ſomma di tutta quell’
opera;
faccendo vedere con un ſuo ſottiliſſimo
argomento, che, ſe la potenza produceſſe nel
corpo, non una forza viva proporzionale al
quadrato della velocità, ma la velocità ſteſſa,
interverrebbe talvolta nella natura, che l’ effet-
to non ſarebbe proporzionale alla cagione.
L’
argomento, diſſe quivi la Signora Principeſſa,
par, che debba eſſer degno di conſiderazione;

indi guardando verſo di me, a voi

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