153129LIBRÓ II.
principio, e diſcoprì quella belliſſima e importan-
tiſſima diſciplina, che può dirſi il maggior dono,
che la natura abbia fatto agli uomini, voglio dir
la morale; la qual ſe il filoſofo non ſaprà, ne a-
vrà cognizione delle virtù ne dei vizj, ne ſaprà
ragionare del fine dell’ uomo, ne della felicità, io
non ſo, che voglia egli farſi della ſua filoſofia. E
quantunque la perfetta conoſcenza della morale
poſſa da ſe ſola inalzare il filoſofo ſopra gli altri
uomini, e farlo, per così dir, più che uomo, egli
non dovrà però eſſer privo ne della ſcienza eco-
nomica, ne della politica, e dovrà ſaper giudica-
re rettamente dei coſtumi, e delle uſanze tanto
domeſtiche, quanto pubbliche; perchè dovrà eſſe-
re peritiſſimo eziandio della giuriſprudenza. E
quanto a me, ſe io doveſſi formarlo a mio modo,
io vorrei che foſſe anche eloquente; e ciò per due
ragioni, delle quali la prima ſi è, per poter ador-
nare le altre parti della filoſofia, et eſporle con
bel modo; perchè ſebbene ſono ſtati molti filoſo-
fi, che hanno traſcurato ogni ornamento del dire;
io non credo però, che ne ſia ſtato alcuno mai tan-
to rozzo, che poteſſe la ſua rozzezza piacergli. L’
altra ragione ſi è, che io tengo, che l’ eloquenza
ſia una parte della filoſofia eſſa pure; poichè ſe
credeſi comunemente, che alla filoſofia ſi appar-
tenga il ſapere, come ſi educhino le piante, e ſi
lavorino i metalli, per qual ragione non dovrà el-
la anche ſapere, come, e per quai mezzi ſi luſin-
ghino gli animi umani, e ſi eccitino, e ſi movano?
tiſſima diſciplina, che può dirſi il maggior dono,
che la natura abbia fatto agli uomini, voglio dir
la morale; la qual ſe il filoſofo non ſaprà, ne a-
vrà cognizione delle virtù ne dei vizj, ne ſaprà
ragionare del fine dell’ uomo, ne della felicità, io
non ſo, che voglia egli farſi della ſua filoſofia. E
quantunque la perfetta conoſcenza della morale
poſſa da ſe ſola inalzare il filoſofo ſopra gli altri
uomini, e farlo, per così dir, più che uomo, egli
non dovrà però eſſer privo ne della ſcienza eco-
nomica, ne della politica, e dovrà ſaper giudica-
re rettamente dei coſtumi, e delle uſanze tanto
domeſtiche, quanto pubbliche; perchè dovrà eſſe-
re peritiſſimo eziandio della giuriſprudenza. E
quanto a me, ſe io doveſſi formarlo a mio modo,
io vorrei che foſſe anche eloquente; e ciò per due
ragioni, delle quali la prima ſi è, per poter ador-
nare le altre parti della filoſofia, et eſporle con
bel modo; perchè ſebbene ſono ſtati molti filoſo-
fi, che hanno traſcurato ogni ornamento del dire;
io non credo però, che ne ſia ſtato alcuno mai tan-
to rozzo, che poteſſe la ſua rozzezza piacergli. L’
altra ragione ſi è, che io tengo, che l’ eloquenza
ſia una parte della filoſofia eſſa pure; poichè ſe
credeſi comunemente, che alla filoſofia ſi appar-
tenga il ſapere, come ſi educhino le piante, e ſi
lavorino i metalli, per qual ragione non dovrà el-
la anche ſapere, come, e per quai mezzi ſi luſin-
ghino gli animi umani, e ſi eccitino, e ſi movano?