154130DELLA FORZA DE’ CORPI
e per queſt’ iſteſſa ragione niente mi maraviglierei,
ſe quel perfettiſſimo filoſoſo, che noi andiamo o-
ra immaginando, voleſſe eſſere anche poeta. E
certo avendo egli quella tanta cognizione, che
noi vogliamo, che abbia, di dialettica, di metafiſi-
ca, di morale, avrebbe un grande ajuto ad eſſe-
re un dottiſſimo poeta, e un’ oratore eloquentiſ-
ſimo. E noi ſappiamo, che Cicerone, prezzando
poco i documenti della rettorica, uiuna coſa ſtimò
eſſergli ſtata tanto giovevole a divenire quel gran-
diſſimo oratore, che era, quanto lo ſtudio del-
le ſopraddette ſcienze; et eſaminando una volta,
qual filoſofia foſſe a queſto fine più accomodata
dell’ altre, antepoſe a tutte quella dei Peripate-
tici, e degli Accademici; et affermò, lui eſſe-
re uſcito così grande, com’ era, non già dal-
le officine dei rettori, ma dagli ſpazj dell’
accademia. La qual coſa conſiderando io tal-
volta meco ſteſso, e penſando, che quella
antica filoſofia partorì pure al mondo un così ec-
cellente, e così divino oratore, non sò compren-
dere, come molti ſe l’ abbiano per una filoſofia
inutile, e da ſprezzarſi. Laſcio ſtare, che tanti al-
tri oratori, e poeti valoroſiſſimi, e ſommi uſci-
rono da quelle medeſime ſcuole. Ma ritornando
al noſtro filoſofo, molto ancora gli mancherebbe,
ſe egli non poſſedeſſe perfettamente tutte le par-
ri della fiſica; nella quale entrando, io vorrei,
che egli non ſolamente andaſſe dietro a quelle
coſe, che per li ſenſi ci ſi manifeſtano; ma
ſe quel perfettiſſimo filoſoſo, che noi andiamo o-
ra immaginando, voleſſe eſſere anche poeta. E
certo avendo egli quella tanta cognizione, che
noi vogliamo, che abbia, di dialettica, di metafiſi-
ca, di morale, avrebbe un grande ajuto ad eſſe-
re un dottiſſimo poeta, e un’ oratore eloquentiſ-
ſimo. E noi ſappiamo, che Cicerone, prezzando
poco i documenti della rettorica, uiuna coſa ſtimò
eſſergli ſtata tanto giovevole a divenire quel gran-
diſſimo oratore, che era, quanto lo ſtudio del-
le ſopraddette ſcienze; et eſaminando una volta,
qual filoſofia foſſe a queſto fine più accomodata
dell’ altre, antepoſe a tutte quella dei Peripate-
tici, e degli Accademici; et affermò, lui eſſe-
re uſcito così grande, com’ era, non già dal-
le officine dei rettori, ma dagli ſpazj dell’
accademia. La qual coſa conſiderando io tal-
volta meco ſteſso, e penſando, che quella
antica filoſofia partorì pure al mondo un così ec-
cellente, e così divino oratore, non sò compren-
dere, come molti ſe l’ abbiano per una filoſofia
inutile, e da ſprezzarſi. Laſcio ſtare, che tanti al-
tri oratori, e poeti valoroſiſſimi, e ſommi uſci-
rono da quelle medeſime ſcuole. Ma ritornando
al noſtro filoſofo, molto ancora gli mancherebbe,
ſe egli non poſſedeſſe perfettamente tutte le par-
ri della fiſica; nella quale entrando, io vorrei,
che egli non ſolamente andaſſe dietro a quelle
coſe, che per li ſenſi ci ſi manifeſtano; ma