Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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15648OSSERVAZIONI SOPRA GLI ERRORI
Eccovi ora la terza porta d’ Ordine Corintio. Si crederà pertanto, ch’ ella ſia a
norma di queſto ſteſſo Ordine, ma ell’è per lo contrario alterata dal ſolito reo e cor-
rotto guſto Romano moderno.
Primieramente ella ha la ſoglia tagliata da una men-
ſola irregolare, che ſoſtiene animali:
di più ell’ ha una cima innalzata peſante, e
tutta appoggiata ſulla ſteſſa ſoglia, come dimoſtrano le due Zanchette attaccate alle
teſte dell’ erte, coſa ſenza ragione architettonica, non eſſendo permeſſo in buona Mec-
canica por peſo ſul falſo.
Ella porta fronteſpizio con ſtemma prelatorio, ne’ fianchi
tiene due cartelle a modiglione, che ſoſtengono la cornice poſta angolarmente in
corriſpondenza del fronteſpizio, ed è la ſteſſa ornata da due pine, che dimoſtrano la
riſtretta fantaſia di chi l’ ha inventata.
Vi aggiunge poi l’ Autore due fineſtre, perchè ſieno tenute per Ordine Compoſito:
ma ſiccome oſſervo, che la prima ha al di ſotto le gocce, credo, che piuttoſto deb-
ba dirſi Dorica:
e di vero un ſiffatto ornato sì al di ſotto, che al di ſopra è aſſai
interrotto, e peſante.
Forma ſotto l’ appoggio una menſola ſoſtenuta dalla due Zatte
correnti alla quadratura d’eſſa fineſtra, che appoggiano colle gocce ſopra il loro ba-
ſamento riquadrato, e vengono a formare col loro pendìo ſpazio nel mezzo per l’
ornato della corona, e delle palme;
ſiccome al di ſopra ſi ſcuopre meglio la ſoglia
caricata, per riguardo al riporto poſticcio della cornice, prodotto in corriſpondenza
del rimanente nel timpano ſotto il fronteſpizio:
e dai due profili di cartelle appog-
giati alle Zanche, mi ſembra, come indicai, Dorica, e non Compoſita una tal fi-
neſtra.
Il più oſſervabile però nella medeſima ſono le replicate leſenature, che veg-
gionſi nella cima, che rappreſentano un certo interrompimento niente naturale ſopra
la diviſata ſoglia, come altresì la cornice, ed il fregio gonſio.
Queſto non è natu-
rale, e ſemplice ornato, ma bensì peſanti, e biaſimevoli apparenze.
Può dirſi lo ſteſſo anche della ſeconda fineſtra, che appariſce picciola, e che ſi tro-
va in ſimigliante corriſpondenza.
Ella rappreſenta un gruppo di rappezzamenti fatti
alla moda Romana guaſta, lontaniſſimi dal vero guſto.
L'ultima porta, della quale fa moſtra l’ Autore, vien da eſſo detta Compoſita. Ve-
ramente ha ragione di così nominarla, poichè è compoſta di tante parti, e pezzami
ſtorti, e dritti, che però non ſon preſcritti dall’ Ordine Compoſito, il quale anzi gli
ſtabiliſce tutt’ all’oppoſto;
poichè un tal Ordine richiede, e vuole il tutto ottima-
mente compoſto e regolato, come preſcrive, e per cui tale è decantato:
imperciocchè
gli ovoli furongli preſtati dall’ Ordine Dorico, le volute dall’ Jonico, e le foglie dal
Corintio, e queſte tre coſe lo formarono.
Queſto è quell’ Ordine, che dal Palladio
è riconoſciuto per l’Ordine Romano:
ma in queſto luogo il Vittone lo ſtravolge, e
vuole, che il ſuo capriccio prevalga, formando un mero paſticcio, che non rappre-
ſenta tal ordine, ma un ammaſſo ſgarbato.
L’erte colla ſoglia così sbeccata ed ele-
vata in cima grande per ſoſtenere uno ſtemma peſante ſul vuoto;
e poſcia i due
pilaſtri nei fianchi rappreſentanti termini ſtracantonalmente poſti, i quali eſſendo
meſchini nella pianta, e nella cima imbrogliati di ſagome ſmorſioſe, e colla corni-
ce ripiegata in giro, formano rimenato, e ſchienale allo ſcudo ſteſſo.
Sarà più di-
cevole il denominarla fantaſia ſerpentina, poichè è collocata in guardia di due
ſerpenti.
Nego pertanto francamente, che tali penſieri debbano per buoni approvarſi, per-
chè ripugnano affatto alla ſeria, e naturale Architettura.
E’queſta per lo contrario
una ſtravagante ed irregolar quadratura, penſata ſul modo degli ſtuccatori, che cor-
ra, o non corra in regola, vuol far figura.
Così l’ intendono certi moderni Archi-
tetti, che vanno in cerca di bazzecole, e traſtulli, per far comparſa ſpiritoſa e va-
ga.
Queſti però ſon fuori di ſtrada. Lo ſteſſo poſſiamo dire del Piraneſe, che van-
ta il nome d’Architetto ſpiritoſo per aver riſtaurato in Roma la Chieſa del Priora-
to dentro e ſuori, sì per l’ Architettura, che per gli ornati.
Queſto pure volendoſi
diſtinguere più degli altri, immaginò un’ Architettura ſecondo il ſuo capriccio, e
gli ornati parimente proporzionati al ſuo ſcarſo giudizio, potendoſi in ciò accompa-
gnare col Poſi, il quale s’ impiegò nel riſtaurare il Pantheon in tutto l’Attico, come
dicemmo, il quale diè a conoſcere il corto ſuo penſare.
Di queſti due Architetti può
dirſi, che uniformemente al Padre Pozzi tutto rivinarono e ſconvolſero nell’ Archit-
tettura.
Coſa veramente deplorabile ai noſtri tempi per Roma, ove i ſuoi Arteſici
vanno guaſtando i pochi aurei avanzi dell’ Antichità, ſotto il reo preteſto di vie più
nobilitarla.
E’ coſa pur da maravigliarſi, che dopo il Padre Pozzi tutti gli Archi-
tetti ſienoſi appigliati a penſamenti lontaniſſimi dal vero, ed a veri ſeminarj d’ er-
rori.

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