Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

Table of contents

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[151.] REGOIA COME SI POTEVANO GIRARE I THEATRI DI CVRIONE.
[152.] ERRORI DELLA TAVOLA GRANDE DELLE STELLE. POSTA A CAKTE CCXXI.
[153.] REGISTRO DEOLL’PERA. ABCDEFGHIKLMNOPQRSTV.
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Ben ha detto in luogo palustre per necesſità, perche non ci ha conſegliati di ſopra, che in luoghi mal ſani ſacciamo i Theatri: ma la necesſità
non
ha legge, &
perche non può eſſer un luogo paluſtre è ſano? di quella ſorte, che egli ha detto eſſer ſane le paludi d’Altino, d’Aquileg-
1110 gia, &
come ſono hoggi quelle di Vinetia, doue ſi fonda con mir abil arte ſopra le paludi ogni grand’ediſicio? Fornite le fondamenta di-
ce
Vitr.
Sopra le ſondamenta i gradi da terra far ſi deono, di pietre ò di Marmi.
Tu prima i giuochi ò Romolo ſacesti
Quando
per aiutar i tuoi Dongielli
De
i Sabini le Vergine prendeſti.
Allhor non eran drizzati i penelli
Per
ſoſtener le uele, ne toglieſti
Per
far Theatro da questi, &
da quelli
Monti
li Marmi, ne fuſti ſi uano,
Che
dipigniſti i pulpiti col grano.
Sedean ſopra i Ceſpugli le brigate,
Semplicemente
era la Scena ordita
Ne
i ſolti boſchi con le ſrondi ornate
2220 L’hirſute chiome della gente unita
Dall’ardore
del Sol’eran guardate.
Soleuano ne i di ſolenni raunarſi i contadini inſieme per le uille, & ſarſi diuerſi facriſicij, & giochi ruſticali, & queſta uſanza piacque tanto à
gli
Athenieſi, che ſurono i primi, che la introduceſſero nella Città, &
il luogo, nelquale ſi faceuano quei giochi nominarono Theatro. I Ro-
mani
dapoi dilettandoſi di ſimili costumi uolleno ancho esſi i Theatri nella Città, ma non gli fecero da prima ſoperbi, &
alti, & di pietre,
3330 ma di legno, &
con qualche occaſione, ſpeſero poi molto, & tutt a uia facendogli di legno, & à tempo, come ſi legge del Theatro di M. Scau-
ro
edile fatto per un ſolo meſe di legno capace di ottantamila perſone, che haueua una ſcena di tre ordini, con trecento ſeſſanta colonne di Mar
mo
, doue quelle del primo ordine eran di trent’otto piedi.
La parte inſeriore della ſcena era di Marmo, la di mezzo di Vetro, la di ſopra
tutta
dorata, &
tra le colonne ui eran per adornamento da tre mila figure di metallo. Queſto Theatro ſu il piu grande, che gia mai ſia sta-
to
edificato;
perilche non potendo Curione, che per l’eſſe quie del padre ne uolle far uno, aggiugnere à quella grandezza, riccorſe per aiuto
alla
induſtria, perilche ſece due Theatri amendue ſopra perm in modo bilicati, e ſoſpeſi, che ſi poteuano facilmente girare.
Sotto quelli era-
no
le caſe, &
i coperti, doue stauano quelli, che con Argane, e ruote uolgeuano le gran machine di quelli. Fu coſa merauiglioſa (come dice
Plinio
) &
quel popolo, che era uincitor del mondo, applaudeua in un ſuo tanto pericolo, perche una traue di quella machina, che ſi ſuſſe rot-
ta
tutta la ſabrica poteua roinare.
Queſti Theatri uoltauano la lor curuatur a una incontra l’altra, perche le uoci de i recitanti non ſi con-
fondeſſero
inſieme.
Si congiugneuano poi con le corna, & faceuano uno Amfitheatro dapoi il mezzo di per li giuochi de i gladiatori, e tut-
4440 tauia eſſendoui ſopra il popolo ſi riuolgeua.
Venne poi uoglia, à, Gn. Pompeio di farne uno, che doueſſe lungamente durare, & pe-
lo fece di pietra, &
ornollo magniſicamente, & ſu molto celebre, oltra il quale ne fu un i Leone di Marcello figliuolo di Ottauia ſorella
di
Auguſto capace di ottantamila perſone, &
un’altro che Cornelio Balbo fece à richieſta, è perſuaſione pure di Auguſto, che era deſidero-
ſo
di ueder la Città molto adorna di fabriche, &
edificij di Roma (come dice Vitr.) nella Epiſtola. Ma tornamo à Vitr.
Sopra le fondamenta dalla ſuſtruttione ſi deono far i gradi di pietra, ò di Marmi, le cinte ſecondo l’altezza di Theatri
per
la rata parte, ne piu alte di quello, che ſerà la larghezza della cinta per doue ſi ua à torno.
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Perche ſe piu alte ſeranno ſcaccierauno le uoce alla parte di ſopra, ne laſcieranno che udite ſieno le parole intiere, e ter-
minate
con quello, che ſigniſicano da quelli, che ſederanno ne i ſeggi, che ſono ſopra le cinte.
Et in ſomma coſi è neceſſario che ſi gouernamo, che ſi gouernamo, che tirando una linea dal piu baſſo al piu alto grado, tutte le eſtremita
de
i gradi, &
tutti gli anguli ſian toccati da quella, & coſi la uoce non ſera impedita.
Quella ragione, che è dell’uſcire, è ancho dell’intrare, aſcendeua il popolo per gradi coperti, & riuſciua ſopra i piani delle cinte gia dette. Era-
no
di qua, &
di la le ſcale altre commode, & aperte, altre piu dritte è coperte; per quelli aſcendeuano i piu ripoſati, e maturi, per queſte i
piu
curioſi, è preſti, in modo, che era prouisto all’età, &
allo appetito d’ogn’uno. Seguitan l’altre rogole.
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