189165LIBRO II.
darmi tentando a diſubbidire alla Signora Princi-
peſſa; la qual dovrebbe doppiamente caſtigarvi, e
per quella diſubbidienza, che avete fatta voi, en-
trando nel diſcorſo della ſemplicità, e per quella,
che volevate, che io faceſſi. Allora la Signora
Principeſſa, egli, diſſe, vi ha tentato non per farvi
diſubbidire, ma perchè, reſiſtendo voi alla tenta-
zione, dimoſtraſte meglio la voſtra obbedienza; il
che avendo voi fatto, io debbo lodar voi, e rin-
graziar lui. Vegga però il Signor D. Serao, diffi
io allora, di non tentarmi più fpeſſo. E ſe egli il
farà, diſſe la Signora Principeſſa, voi moſtrerete
la virtù voſtra più ſpeſſo. Ne io voglio però libe-
rarvi da un peſo, che voi ſteſſo vi avete impoſto,
e a cui pare, che vogliate ora ſottrarvi. Qual’ è?
diſſi. Voi, diſſe la Signora Principeſſa, avete pro-
poſto due coſe; l’ una è, che la velocità del globo
N giunto in r non ſi dimoſtri eſſer doppia della
velocità del globo C giunto in m; l’ altra è, che
quand’ anche foſſe doppia, pur non ſi dimoſtrereb-
be, che oltre la potenza producitrice del movi-
mento doveſſe intervenirvi la forza viva di Lei-
bnizio; delle quali due coſe voi avete dichiarato
la prima, reſta che dichiariate la ſeconda. Come a-
vrete ciò fatto, il Signor D. Serao eſporrà l’ ar-
gomento, che voi domandate. Vedete, diſſi io al-
lora, ſe io ſono bel parlatore, che di due ſole co-
ſe, che io aveva propoſte, una già m’ era caduta
di mente. Faccendoſi cotali ragionamenti, erano
già, ſenza che noi ce ne accorgeſſimo,
peſſa; la qual dovrebbe doppiamente caſtigarvi, e
per quella diſubbidienza, che avete fatta voi, en-
trando nel diſcorſo della ſemplicità, e per quella,
che volevate, che io faceſſi. Allora la Signora
Principeſſa, egli, diſſe, vi ha tentato non per farvi
diſubbidire, ma perchè, reſiſtendo voi alla tenta-
zione, dimoſtraſte meglio la voſtra obbedienza; il
che avendo voi fatto, io debbo lodar voi, e rin-
graziar lui. Vegga però il Signor D. Serao, diffi
io allora, di non tentarmi più fpeſſo. E ſe egli il
farà, diſſe la Signora Principeſſa, voi moſtrerete
la virtù voſtra più ſpeſſo. Ne io voglio però libe-
rarvi da un peſo, che voi ſteſſo vi avete impoſto,
e a cui pare, che vogliate ora ſottrarvi. Qual’ è?
diſſi. Voi, diſſe la Signora Principeſſa, avete pro-
poſto due coſe; l’ una è, che la velocità del globo
N giunto in r non ſi dimoſtri eſſer doppia della
velocità del globo C giunto in m; l’ altra è, che
quand’ anche foſſe doppia, pur non ſi dimoſtrereb-
be, che oltre la potenza producitrice del movi-
mento doveſſe intervenirvi la forza viva di Lei-
bnizio; delle quali due coſe voi avete dichiarato
la prima, reſta che dichiariate la ſeconda. Come a-
vrete ciò fatto, il Signor D. Serao eſporrà l’ ar-
gomento, che voi domandate. Vedete, diſſi io al-
lora, ſe io ſono bel parlatore, che di due ſole co-
ſe, che io aveva propoſte, una già m’ era caduta
di mente. Faccendoſi cotali ragionamenti, erano
già, ſenza che noi ce ne accorgeſſimo,