Gallaccini, Teofilo
,
Trattato sopra gli errori degli architetti
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">DEGLI ERRORI DEGLI ARCHITETTI.
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D I
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lb
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TEOFILO GALLACCINI.</
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">
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sc
">Insieme con alcuni insegnamenti d’</
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<
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sc
">Architettura per giovamento</
emph
>
<
lb
/>
<
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="
sc
">DEGLI</
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>
<
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="
sc
">Studiosi di tal professione, e di tutti quelli</
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>
,
<
lb
/>
<
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sc
">CHE HANNO BISOGNO DI FABBRICARE</
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.</
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">PARTE PRIMA
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sc
">Il</
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<
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sc
">Proemio.</
emph
>
</
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p
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<
s
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echoid-s156
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="
preserve
">SIccome nella Medicina, ſcienza veramente ſalutevole, pregiatiſſima, e per
<
lb
/>
l’ origine ſua, divina, e viepiù antica d’ogn’altra, natural magìa maravi-
<
lb
/>
glioſa, imitatrice della Natura, e ſua miniſtra, ritrovata per comune ſalute,
<
lb
/>
non ſolamente del genere umano, ma ancora degli animali bruti, delle pian-
<
lb
/>
te, e de’minerali; </
s
>
<
s
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echoid-s157
"
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="
preserve
">una delle coſe da eſſa propoſte (benchè ci diſpiaccia il no-
<
lb
/>
minarla, non che rivolgervi il penſiero) ſi è la cognizione de’veleni: </
s
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<
s
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="
echoid-s158
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="
preserve
">non per-
<
lb
/>
chè ella ſia il ſuo fine, che è l’acquiſto, e il conſervamento della ſanità, e
<
lb
/>
conſeguentemente la lunghezza della vita; </
s
>
<
s
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echoid-s159
"
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="
preserve
">nè per l’uſo, il quale a tutte le det-
<
lb
/>
te coſe è contrario, e nemico della natura di tutti i viventi; </
s
>
<
s
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="
echoid-s160
"
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="
preserve
">ma perciò che
<
lb
/>
dalla cognizione di eſſi poſſiamo imparare a fuggirli per ſicuro conſervamento
<
lb
/>
delle vite noſtre; </
s
>
<
s
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echoid-s161
"
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="
preserve
">così nell’ Architettura, miniſtra principale della magnificenza
<
lb
/>
de’ Principi, e delle Repubbliche, imitatrice delle opere della Natura, ritrova-
<
lb
/>
trice degli umani comodi, degli ornamenti pubblici, e privati, della comune,
<
lb
/>
e della particolar difeſa di tutti gli Stati, ed in pace, ed in guerra, e del con-
<
lb
/>
ſervamento loro: </
s
>
<
s
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="
echoid-s162
"
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="
preserve
">perizia invero, od arte, della quale non ſi ſdegnano i Prin-
<
lb
/>
cipi, e ſe ne gloriano le perſone nobili, non ſolo è naturalmente proporzionata
<
lb
/>
agli uomini, come conſueti imitatori del ſovrano Architetto della mirabile ed
<
lb
/>
immenſa ſabbrica dell’ Univerſo (onde avviene, che non vi ſia uomo alcuno,
<
lb
/>
ſe non è privo d’ingegno, o ſenza l’uſo dell’intelletto, e della ragione, che non
<
lb
/>
ſi diletti del fabbricare) ma ancora convenevole ai Re, ed Imperadori, ai
<
lb
/>
Monarchi del Mondo, ed ai Pontefici, eſſendo un mezzo ſufficientiſſimo, col
<
lb
/>
quale in gran parte poſſono far mirabil moſtra dell’eroica virtù, e della ma-
<
lb
/>
gnificenza loro. </
s
>
<
s
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="
echoid-s163
"
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="
preserve
">Queſta, come un bene, e un ornamento politico, nobiliſſima-
<
lb
/>
mente appariſce nella diverſità delle fabbriche delle Città, e dei Regni. </
s
>
<
s
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echoid-s164
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="
preserve
">In que-
<
lb
/>
ſta, io dico, la cognizione di tutti quelli errori, che talvolta accadono, è una
<
lb
/>
di quelle coſe (benchè per ſua natural condizione ſia rea, e dannoſa) per av-
<
lb
/>
vertimento della quale avevamo penſato di giovare, non intendendo, che la
<
lb
/>
propoſta di eſſi ſerva per inſegnare a ciaſcuno il modo di commetter gli errori
<
lb
/>
nell’Architettura; </
s
>
<
s
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="
echoid-s165
"
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="
preserve
">imperciocchè, ſiccome il fine d’ogni ſcienza contemplativa ſi
<
lb
/>
è il ritrovamento della verità delle coſe, e non della menzogna; </
s
>
<
s
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echoid-s166
"
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="
preserve
">e d’ogni ſcien-
<
lb
/>
za morale il trovare il buono, il giuſto, l’oneſto, ed il convenevole: </
s
>
<
s
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="
echoid-s167
"
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="
preserve
">così il
<
lb
/>
fine d’ogn’arte è il non far errore nell’operare, non partendoſi giammai dalla
<
lb
/>
diritta ragione della pratica ſua. </
s
>
<
s
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="
preserve
">Imperciocchè fra le Arti umane non ve ne
<
lb
/>
ha alcuna, che inſegni a peccare; </
s
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">anzi il ſolo maeſtro ne è il mal uſo. </
s
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preserve
">Ma
<
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/>
per introdurre la cognizione degli errori dell’Architettura male uſata, affinchè
<
lb
/>
alcuno ſtudioſo di tal profeſſione poſſa imparare a fuggirli, ed in eſſa divenire
<
lb
/>
eccellentiſſimo; </
s
>
<
s
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echoid-s171
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preserve
">concioſſiachè errando s’impari, ed imparando s’acquiſti con
<
lb
/>
perſezione qualunque abito di ſcienza, e d’arte; </
s
>
<
s
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="
echoid-s172
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preserve
">poichè l’errore, bene oſſer-
<
lb
/>
vando, ne conduce alla notizia della coſa mal fatta, e queſta ci fa conoſcer l’
<
lb
/>
opera buona e perfetta, tale eſſendo la natura de’contrarj, che l’ uno ſi cono-
<
lb
/>
ſca per l’altro. </
s
>
<
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="
echoid-s173
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="
preserve
">Avendo adunque per le ragioni inteſe conoſciuto, di quanto gio-
<
lb
/>
vamento foſſe per eſſere la cognizione degli errori degli Architetti, mi propo-
<
lb
/>
ſi di riſtringere in un breve Trattato una parte di eſſi: </
s
>
<
s
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="
echoid-s174
"
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preserve
">non già con animo </
s
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p
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</
echo
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