Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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19587DEGLI ARCHITETTI.
Altar Maggiore della Chieſa de’PP. Carmelitani Scalzi.
Sembra impoſſibile, che tanto ſiaſi avanzato l’abuſo della ſcorretta Architettura
per la ſconvolta maniera di penſare, ed eſeguire dei bizzarri imperiti Architetti mo-
derni, che abbianla oggimai roverſciata dai fondamenti.
Mi fanno realmente ſtupo-
re gli errori, e ſconcezze, che ſi rilevano nell’Altar Maggiore della Chieſa de’ PP.
Carmelitani Scalzi. In eſſo è affatto ſcompoſta e diſordinata tutta l’Architettura in
ſe, ed in tutte le ſue parti.
Oſſervo innanzi a tutto, eſſer queſt’ Altare d’Ordine
Corintio, che è il più leggiero, e grazioſo di tutti gli Ordini:
e malgrado ciò, for-
ma una comparſa peſante, e grave.
Si oſſervi dalla cornice in sù, che ſcherza in
concavo, e in conveſſo, gira, e rigira ſregolatamente:
l’arco ſteſſo non è ſincero,
ma ſi riſtringe, e moſtra il fianco alle parti riuſcendo anguſto, meſchino, e ſtret-
to:
tiene otto colonne ſpirali, e queſte ſono teatrali: quattro contrappilaſtri; e tutta
inſieme la gran macchina non fa, che un’appariſcenza inſuſſiſtente, che nulla con-
clude.
S’alzino gli occhi, e ſi oſſervi la tronca cima mal compoſta, ed eſeguita sì
ſconciamente, che peggio non può idearſi.
Che altro mai queſta rappreſenta, che
due ſgarbati rocchelloni con cornice ſguſciata poſta ſopra altra cornice zancata, la
quale termina in riquadro ſtriſciato, e male appoggiato ſull’Attico ornato di goffi
roſelloni, e di feſtone attraverſato dietro alla Statua del Salvatore?
Ciò compariſce
figura ornata sì, ma riſtretta, e anguſtiata.
In ſomma ſiffatte rappreſentanze non
meritano altro titolo, che meſchinità da acconciatori, non parti da nobili Architet-
ti.
Se poiſi riſletta al baldacchino, queſto potrebbe ſervire per decorare lo ſteſſo Al-
tare;
ma come è eſeguito, così aggruppato, e peſante, appeſo da una parte all’al-
tra della Cappella, non merita approvazione, a motivo del grande ingombro, erea
ſituazione.
E’ queſto formato di laſtre di piombo dorato, coſa che impone, veggen-
doſi, che tanta doratura ſerva per campo, o ſchienale al medeſimo Altare.
Vera-
mente l’oro fu ſempre mai, e ſarà l’incanto degl’ignoranti, che non comprendono
la vera ragione delle coſe perſette:
ma nella mente dei buoni conoſcitori tali coſe
paſſeranno perpetuamente per fantaſtiche immaginazioni, e ſogni.
Compariſe ai dì
noſtri l’Architettura così ſconcia, e malmenata, che non ſi rileva più l’ottimo eſ-
ſer ſuo, fondato in proporzioni, e miſure laſciateci dagli antichi Maeſtri dell’Arte.

Tal diſordine ſempre più s’inoltra, e ſembra ben accolto, poichè la corrotta moda
s’è impegnata a lodare tali incoerenze, gittandoſi dietro le ſpalle quel buono, che
in tutti i tempi s’acquiſtò tanto onore preſſo i ſaggj ed intendenti conoſcitori.
Se il far toccar con mano errori sì palpabili e chiari produceſſe l’effetto, al qua-
le ſono diretti, che bella coſa ſarebbe il veder rinaſcere il buon guſto, ed il ſincero
modo da praticarſi, a norma dell’ ottima maniera degli Antichi, i quali, sì nelle
miſure, che nelle compoſizioni, oſſervarono quel decoro, che è tanto proprio dell’
Architettura genuina, che ſu ſempre il vero, e ſoſtanziale ornamento dei Regni,
della Città, e del Mondo?
Importa altresì molto il riſlettere all’abuſo diſordinato, che ſi pratica col non oſ-
ſervare ciò, che competa, o non s’adatti al maeſtoſo decoro, che conviene alla San-
ta Chieſa di Dio.
Queſta dovrebbe eſſer compoſta in modo, che conciliaſſe devozio-
ne, e compunzione, e che non moveſſe mai a curioſità, ed eccitaſſe ſviamento col-
le bizzarrie ſmorſioſe introdotte, come in fatti veggiamo in queſta Chieſa dei PP.
Carmelitani Scalzi, più, che in ogni altra. In fatti non può eſſere più ſconcia, ſgar-
bata, edimpropria.
Si oſſervi, com’ella è piena dall’alto al baſſo di ricchi marmi,
parte veri, e parte finti, tutta ingombrata d’idee fantaſtiche e da ſcena, framiſchia-
te con oro, e pitture varie:
tutto per far comparſa ricca e pompoſa; ma priva e
ſpoglia affatto delvero ſuo decoro, che eſſer dovrebbe pura, ſolida, e ſemplice, ed
eccitante, come dovrebbe, venerazione.
Chinon conoſce quanto eſpongo, ènudo af-
fatto d’intelligenza, e s’accorda collo ſtile corrotto, approvato da coloro, cui piace
l’attillatura, e il faſto ſcenico, credendo queſto eſſere il vero, eil buono:
ma dob-
biamo confeſſare eſſer diſordinato e falſo, non mai praticato nei buoni tempi, anzi
perpetuamente aborrito, come non accordanteſi colla buona Architettura praticataſi
dai buoni Maeſtri, che decoravano le Chieſe, come conveniva.
Si oſſervino digrazia
le fabbricate dal famoſo Architetto Andrea Palladio, cioè, quella del Redentore fatta
erigere per voto dell’Eccellentiſſimo Senato;
quella di San Giorgio Maggiore; quel-
la di Santa Lucia;
e quella delle Zittelle. Queſte quì in Venezia ſi oſſervano tutte
purità, e maeſtà, di ſemplice, ma grande, ma vera Architettura, ſchiette

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