Cataneo, Girolamo, Opera del misurare di M. Girolamo Cataneo Novarese libri II : nel primo s'insegna a misurar, e partir' i campi ; nel secondo a misurar le muraglie, imbottar grani, vini, fieni, e strami ; col liuellar l' acque, & altre cose 'necessarie a gli agrimensori

Table of contents

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[31.] SECONDA RAGIONE, DELLA ſeconda figura.
[32.] Prima moltiplicatione del moltiplicare li cauezzi della larghezza, con tutta la lunghezza.
[33.] TERZA RAGIONE, DELLA prima figura.
[34.] QVARTA RAGIONE, DELLA ſeconda Figura.
[35.] QVINTA RAGIONE, DELLA terza Figura.
[36.] SESTA RAGIONE, DELLA quarta Figura.
[37.] SETTIMA RAGIONE, DELLA quinta Figura.
[38.] OTTAVA RAGIONE DELLA Nona Figura.
[39.] NONA RAGIONE DELLA Nona Figura.
[40.] DECIMA RAGIONE.
[41.] VNDECIMA RAGIONE.
[42.] DEL SQVADRARE, DIVIDERE, & aggiontare vna pezza di terra.
[43.] AVERTIMENTO.
[44.] ERRORE. Auertiſci Lettore, che a carte 42. linea 6. doue dice della figura B, vuol dire della figura C.
[45.] PRIMO ESSEMPIO.
[46.] DVODECIMA RAGIONE.
[47.] SECONDO ESSEMPIO.
[48.] TERZO ESSEMPIO.
[49.] QVARTO ESSEMPIO.
[50.] QVINTO ESSEMPIO.
[51.] SESTO ESSEMPIO.
[52.] SETTIMO ESSEMPIO.
[53.] OTTAVO ESSEMPIO.
[54.] NONO ESSEMPIO.
[55.] DECIMO ESSEMPIO.
[56.] REGOLA DI SAPER PROPORTIONARE la miſura, & la differenza, ch’è il miſurare vna ſu-perficie di terra tra il Breſciano, & Bergamaſco.
[57.] IL FINE. ERRORI OCCORSI.
[58.] IN BRESCIA, APPRESSO FRANCESCO, ET PIE: MARIA DI MARCHETTI FRATELLI. M. D. LXXII.
[59.] DEL MISVRARE LE MVRAGLIE, IMBOTTARE GRANI, VINI, FIENI, ET STRAMI, COL LIVELLARE DELL’ACQVE, & altre coſe neceſſarie à gli Agrimenſori, DI M. CIROLAMO CATANEO NOVARESE. LIBRO SECONDO.
[60.] IN BRESCIA, APPRESSO FRANCESCO, ET PIE: MARIA DI MARCHETTI FRATELLI. M. D. LXXII.
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20PROEMIO. de i ſopra detti; Concioſia che con l’intelletto ſepara leco
ſe, ch’egli conſiderà, dalla materia ſenſibile dal moto, e da
qualunq;
alteratione; che ſe bene l’eſſere della quantità è
ne corpi naturali, nondimeno con l’intelletto le conſiderà
ſenza materia, è ſenza gli accidenti ſenſibili.
Ilperche nel
le diffinitioni delle quantità, &
de gl’accidenti, i quali ſono
conſiderati dal Geometra, non ſi piglia nome alcuno, il qua
le non ſi poſſa imaginare ſenza concetto ſenſibile, onde
non ſi fà mentione di moto, di tempo, di leggierezza, di
grandezza, di caldo, di bianchezza, ò d’altri ſimili acci-
denti.
Et quantunq; le diffinitioni, & i principij della Geome-
tria ſiano intelligibili, &
aſtratti da i ſenſi; nondimeno ſi ac-
commodano ancora nella Aſtronomia, nella perſpettiua,
nella mecanica, &
nella filoſofia naturale; & per il mezo lo-
ro ſi prouano le propoſitioni in ciaſcheduna di queſte ſcien-
ze, doue ſitratta delle grandezze, &
delle figure, delle linee,
delle ſuperficij, e de’ corpi ſoggetti al moto, &
alla materia
ſenſibile, ſicome chiaramente ſi vede, non ſolo in infiniti
luoghi appre ſſo di Ariſtotile;
ma ancora d’altri Filoſofi.
Hora ſe altre ſcienze ſi ſeruono de i principij della Geo-
metria contemplatiua;
quanto più a me ſarà lecito di vſarli
in queſta opra di Geometria prattica?
Et come da la pratti-
ca è nata la Geometria ſemplice, &
aſtratta, & dalle coſe oſ-
ſeruate nel cotidiano vſo del miſurare ha ella hauuto il ſuo
principio, coſi è coſa ragioneuole che eſſa accommodi ſe
medeſima alla prattica, come a quella, a cui è obligata.
Nacque la Geometria appreſſo gli Egittij per coſi fatta oc-
caſione, il Nillo ciaſcun’anno l’eſtate creſciendo l’acqua
inondaua le campagne dell’Egitto, &
confondeua i confini
&
termini loro; per ilche erano conſtretti ogn’anno di nuo
uo miſurare i termini, per poter ſapere qual fuſſe la parte
ſua, talmente dal frequente vſo del miſurare l’ingegno di
quegli huomini a poco a poco riduſſe l’arte in quella

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