Alberti, Leon Battista, L' architettura

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208204DELLA ARCHITETTVRA le habitationi de gli huomini; & fece in breue tempo la coſa tanto progreſſo, che
ne ſondamenti d’un Tempio, eſſendo la Cittade per ancora maſſaia, &
ſtretta ne
lo ſpendere, il Re Nũma conſumò quattromila libbre d’Argento.
Io certo gran
demente lodo l’impreſa di coſi fatto Principe;
percioch’egli hebbe conſideratio
ne, &
riſpetto: & a la dignità de la Città, & attribuì molto a la reuerẽtia, che ſi de
115 ne a li Dii, da quali certo douiamo riconoſcere il tutto.
Ancor che e’ſia ſtata
openione di alcuni, cheſono ſtati reputati ſaui, ch’e’ non fuſſe bene cõſecrare, nè
dedicare Tempij a li Dij, &
dicono che andando dietro a tale oppenione Serſe,
abbruciò i Tempij de la Grecia, parendoli male che i Greci haueſſero rinchiuſi
gli Dij entro a le mura, a quali debbono eſſere aperte tutte le coſe, &
a quali il
2210 Mondo ha a ſeruire per tempio, ma torniamo al noſtro propoſito.
Con quanto ingegno, cura, & dilgentia ſi debba collocare un Tempio, & adornare, a quali
Dij, & doue ſi ha a porre, & de uarij modi de ſacrificij. Cap. III.
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IN tutta l’arte del fabbricare non è coſa alcuna doue biſogni hauere maggio-
re ingegno, cura, induſtria, &
diligentia, che nel porre, & adornare un tẽpio,
perche laſciando ſtare che un Tempio certo ben fatto, &
bene adorno
ſia ueramente il maggiore, &
il principale ornamento che habbia una Città,
egli certo è pur ueramente la caſa de gli Dij.
Et ſe noi adorniamo, & paria-
4420 mo dilicatiſsimamente le caſe doue hanno ad habitare i Re, &
gli huomini,
grandi, che faren noi a quelle de ſuperni Dij?
i quali uogliamo che inuocati
uenghino a noſtri ſacrificij, &
eſaudiſchino le noſtre preci, & le noſtre oratio-
ni, che ſe bene gli Dij non ſtimeranno queſte coſe caduche, da gli huomini
ſtimate aſſai, ſi moueranno non dimeno da la purità dele coſe ſplendide, &

5525 da quella ueneratione, &
reuerentia, che ſi harà uerſo di loro. Certamente che
per indirizzare gli huomini a la pietà, ſono molto a propoſito i Tempij, i qua-
li dilettino ſommamente gli animi, &
gli intrattenghino con gratia, & mara-
uiglia di ſe ſteſsi.
Vſauano di dire gli Antichi che al’hora ſi rendeua honore
a la Pietà quando che ſi frequentauano i Tempij.
Et perciò uorrei io che
6630 nel Tempio ſuſſe ueramente tanto di bellezza che e’non ſe ne poteſſe imagi-
nare in alcuno altro luogo alcuna maggiore, &
uorrei che e’fuſſe da ogni par-
te coſi ordinato che e’porgeſſe a que’ che ui entrano dentro ſtupefatti, ſpauen-
to, per la marauiglia de le coſe degne, &
eccellenti, & che a gran pena ſi ri-
teneſſero, che non diceſſero con marauiglia alzando la uoce queſto certo è
7735 luogo degno di Dio.
Strabone dice che i Mileſij feciono il Tempio tanto
grande, che per la ſua grandezza non lo poterono coprire di tetto.
Ilche io
non approuo.
I Samij ſi gloriauano d’hauere un Tempio maggiore di tutti gli
altri.
Non mi diſpiace già che e’ ſi debbino collocare talmente che a gran fa
tica ſi poſsino accreſcere.
L’ornamento certo è una coſa infinita, & ſempre
8840 ne Tempijancor piccoli rimane qual coſa che e’ti pare che, &
ui ſi poſſa, &
ui ſi debba aggiugnere.
Nondimeno a me piacono aſſai quei Tempij, che
ſecondo la grandezza de la Città, tu non gli deſiderereſti maggiori, &
infra
l’altre coſe mi offende aſſai la ſmiſurata grandezza de Tetti.
Ma ſopra

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