Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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212188DELLA FORZA DE’ CORPI Così diſtruggonſi le forze vive, benchè diſeguali,
nell’ incontro de’ corpi duriſſimi, perciocchè in
quell’ incontro non ſi adoprano, e nulla agiſco-
no;
e ſolo mancano, perchè mancano i movimen-
ti.
Non è egli queſto, che voi dite poter riſpon-
derſi da’ Leibniziani?
or come dunque non hanno e-
glino riſpoſta niuna, ſe voi avete loro offerto queſta?
Signora, riſpoſi, non voglion riceverla, eil Padre
Riccati, come vedrete, me la reſtituiſce a nome di
tutti.
Non ſo, ſe il facciano per non avermi niun
obbligo, o ſe rifiutino il dono, come ſuol farſi,
per gentilezza;
certo che il Padre Riccati ne ap-
porta due ragioni, che a me pajono piu toſto
cerimonie, che ragioni.
Voi ve le vedrete, leg-
gendo il dottiſſimo libro ſuo.
Pur mi ſarà caro,
diſſe allora la Signora Principeſſa ſorridendo, di
intender’ ora queſte due cerimonie del Padre Ric-
cati;
e come voi gli riſpondiate. A me giova, diſ-
ſi io allora, non riſponder nulla;
perchè ſe i Lei-
bniziani rifiutano quella riſpoſta, che io ho of-
ferta loro per difendere la forza viva contro l’
argomento de’ Carteſiani, meglio ſta.
Non a-
vran, che riſpondere.
Si, riſpoſe la Signora Prin-
cipeſſa;
ma ſe voi non moſtrate, che quella vo-
ſtra riſpoſta poteſſe e doveſſe riceverſi da Leibni-
ziani, dileguando le ragioni del P.
Riccati, egli
parrà, che voi gliel’ abbiate offerta di mala fede,
e ſarete accuſato di frode.
Voi mi ſtringete trop-
po, riſpoſi;
acciocchè dunque io non vi paja di
mala fede, ne dobbiate accuſarmi di frode,

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