Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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214106OSSERVAZIONI SOPRA GLI ERRORI
Fronteſpizio dell’ Altare di S. Girolamo nella Chieſa di S. Salvadore
con i modiglioni male ordinati.
Nella cornice, e nel fronteſpizio di queſto Altare ſi oſſervano i modiglioni male
ordinati.
Si faccia pertanto attenzione alla cornice, e ſi vedrà, che la medeſima ha
i ſuoi modiglioni bene ordinati, e nella mezzerìa lo ſpazio, e non il modiglione;
ma ſi oſſerva tutto l’oppoſto nel fronteſpizio, poichè non vi è la corriſpondenza,
che ſi richiede, vale a dire, che un modiglione corriſponda all’altro, e ſi uniſcano
armonicamente, e non varino, come in queſto luogo fanno, ove è accreſciuto il nu-
mero, e ſcavalcato l’ordine, fuor di luogo, e ſenza alcuna ragione.
Sì bizzarre ſtra-
vaganze ſonoſi ſempre vedute, poichè non ſi fece mai rifleſſione al diſordine, ed er-
rore;
ma ora, che veggionſene in copia, forz’ è porre argine; e reprimere sì enor-
mi abuſi praticati a man ſalva da quelli, che ſpacciano per bellezze sì fatte moſtruo-
ſità.
Se vogliamo parlar con verità, ſon queſti tutti ſconvolgimenti dell’Arte, ed er-
rori, fantaſie ſognate, ſenza il fondamento della vera ragione.
Degli Archi poſti in aria nella Chieſa di S. Niccolò, in quella di S. Baſilio,
ed in quella di S. Paolo, detto volgarmente S. Polo.
A quanto abbiamo ſcoperto d’errore, nel maneggio di malinteſa Architettura, ag-
giungaſi anche il mal uſo praticato in certi tempi nel piantar gli archi in ogni ma-
niera:
ma ciò che più ſorprende l’uomo ragionevole, ſi è il vederne dei pendenti
appoggiati a ſemplici menſole, o capitelli a menſola, come quelli ſono, che ſi ve-
dono in S.
Niccolò ſoſtentati da capitello a gocciola, ſopra cui è la ſtatua dell’ A-
poſtolo;
come altri nella Chieſa di S. Baſilio, che non hanno altro ſoſtegno, ſalvo
una ſemplice cornice, in figura d’impoſta con ſotto roſetta per termine, e nello ſpa-
zio di mezzo ſta in pittura a ſedere il S.
Apoſtolo Pietro. Quelli poi, che ſono in
San Polo, ſono pure quaſi nel modo ſteſſo, appoggiando ſopra menſola molto peſan-
te, e da queſta pende una lampana, e ſopra ſtatua dell’Apoſtolo, con taglio e mo-
denatura di cornice in figura ſgarbata, ornata di triti lavori, e tutto l’inſieme altro
non preſenta, che confuſione, e mal ordine.
Siffatti Archi in tal guiſa eſeguiti ſono di falſiſſima figura, ordinati ſenza la ret-
ta ragione, poichè non poſſon mai avere alcuna reale ſuſſiſtenza.
Si oſſervi, come i
detti archi s’uniſcono nel piede, appoggiando ſoltanto ſopra il capitello, o menſo-
la pendente in aria;
ovvero ſopra impoſta con roſetta al di ſotto. Se bene ſi riflet-
ta al poſitivo eſſere dell’arco, queſto conſiſte nel ſoſtenere ciò, che gli ſta ſopra, e
ſpingere ciò, che gli è ſottopoſto.
Laonde ſarà ſempre vero, che il capitello, o im-
poſta, ſendo ſpinto, abbia per neceſſità a cadere, poichè non può in verun modo
ſoſtenere, trovandoſi abbandonato, e in aria.
Può darſi, che anche in queſto caſo
alcun bell’ingegno voglia farſi a difendere tale ſtravaganza, con dire, che tali Chie-
ſe ſono antiche, e tuttavolta non abbiano moſtrato alcuna leſione.
A ciò riſpondo
con tutte le più ſolide ragioni, che l’audacia umana è ſtata, e ſarà perpetuamente
condannabile, quando ſia fuor di ragione, ſiccome appunto è negli eſpoſti eſempj.
Per quello poi riſguarda il ſoſtenergli, eſſendo di puro legname, poſſono beniſſi-
mo eſſer ſoſtentati da fili armati, guerniti d’appiccaglie, e ferramenti, perchè poſ-
ſano ſuſſiſtere.
Ma ſia com’ eſſer voglia, non può mai dirſi, che ſieno buoni, ed
eſeguiti con retta ragione, mentre tali operazioni ſono mancanti nel loro fine, che
è aſſegnato a tali archi, cioè, appoggiare per ſoſtenere, e per ſuſſiſtere;
nè nulla di
ciò compariſce negli archi di ſimil figura;
ma anzi tutto il contrario, riempiendo d’
un perpetuo timore chiunque gli oſſerva.
Cotali Architetti ſon perſone, che come è in proverbio, vogliono tirare la camoz-
za co’denti, per ſecondare il loro capriccio, e malgrado la ſteſſa ragione eſeguire
qualunque coſa loro ſalti in penſiero;
e poi vantarſi, ſtoltamente dicendo, eſſer loro
riuſcito ciò che gli altri non ſeppero ordinare.
Di tali Artefici ſe ne abbonda. Non
dico, che l’ingegnere, il falegname, il muratore, lo ſcarpellino, ed altri tali non
poſſano eſſere periti Architetti;
dico bene, che per lo più pochi ſi affaticano per ben
conoſcere, e diſtinguere quale ſia la vera perfezione degli Ordini, e delle loro par-
ti, aſſegnando a ciaſcun d’eſſi le proprie riſpettive proporzioni, ed ufizj, e non o-
perando così alla cieca farne mal uſo e ſtrapazzo.

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