Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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215191LIBRO II. che non ſono; pure ſe voi volete ſupporre due
corpi ſommamente duri, nell’ incontro de’ quali
periſcano le forze vive, biſogna bene, che nella
voſtra ſuppoſizione ſia qualche ragione, perchè
perir debbano.
Or qual ſarà queſta ragione?
perchè ſe non agiſcono, ne pur potranno diſtrug-
gerſi l’ una l’ altra;
poichè queſto ſarebbe agire;
anzi quand’ anche agifsero, pur non potrebbon
diſtruggerſi amendue, eſsendo tra loro diſeguali.

Vedete dunque in coteſta ſuppoſizione, di cui
vorreſte, che i Leibniziani ſi ſerviſsero, non.

debbano eſtinguerſi due forze vive ſenza che vi
ſia ragione alcuna, perchè ſi eſtinguano.
A me
pare, diſſi io allora, che ſe nella mia ſuppoſizio-
ne le forze vive ſi eſtinguono, abbiano una bel-
liſſima e grandiſſima ragione di eſtinguerſi.
Qua-
le?
diſse il Signor D. Niccola. Et io riſpoſi:
perchè manca loro il ſoggetto.
E quale è il ſog-
getto della forza viva?
non è egli il corpo moſso?
certo che il corpo non l’ha, ſe non quando ſi mo-
ve, e inquanto ſi move;
mancando dunque il cor-
po moſso (il qual manca nella ſuppoſizion mia,
ſecondo cui incontrandoſi i due corpi toſto ſi fer-
mano) manca alla forza il ſoggetto;
e ciò po-
ſto qual più bella ragione potrebbe ella avere di
perire e di eſtinguerſi?
che ſon pur così tutti i
modi, et accidenti, e forme, e qualità, che
levando via i ſoggetti loro, ſi partono eſse pure
e ſi dileguano, ne aſpettano altra ragione per an-
darſene.
Ne vale il dire, che queſta non è la

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