Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

Table of figures

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[Figure 1]
[Figure 2]
[Figure 3]
[Figure 4]
[5] Jl Pentadrro Trovato ſrà la Trinità de Monti al palazzo del Gran Duca
[Figure 6]
[7] Profilo del fondamento insieme col contraforte
[8] Forma del Jerreno di gretn
[9] Fondamento da farsi nella greta
[10] Speroni fatti ad’ archi.
[11] Profilo del medesimo fondamento insieme col modo di assicurar il terreno sospeso.
[12] Cavamento per far lo sperone
[13] Jl disegno della sopradetta Nave
[14] Esempio delli angoli ingrossah e ripieni
[Figure 15]
[Figure 16]
[Figure 17]
[18] Colonne grandi con capitelli piccioli
[19] Architrave grande e fregio picciolo
[20] Fregio grande, e archi trave picciolo
[21] Colonna con cornice fuor di proporzione
[22] Colonna tozza con bassa, e capitelo grande
[23] Figura tozza e non conveni-ente nelle sue parti.
[24] Cornice con fregio gran-de, gocciolatojo, e gola piciola che leva la proporzion alla medesima
[Figure 25]
[26] csempio di poner li telari a regger tutto il peso della cornice, e del frontis-pizio, con colonne alle parte delle gionte.csempio di far risaltar sopra le colonne ò pilastri, l'architrave, il freggio, è la cornice, e la parte che segue più in dentro mostra eser in aria.
[27] csempio di collocar sopra il vano d'una porta ò finestra tutto il peso del architrave freggio, e cornice, con il frontispizio.
[28] csempio di colonne iñutili collocate nelle parti laterali.
[Figure 29]
[Figure 30]
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226DEGLI ERRORI DEGLI ARCHITETTI
E ſebbene quei delle Iſtorie di quel tempo, ed anche molti Medici ſcrivo-
no
, che il divino Ipocrate cacciaſſe la peſtilenza d’ Atene frequentando fuochi
per
tutta la Città, e ancora il non mai a baſtanza lodato Galeno il medeſi-
mo
faceſſe a Roma, a rimuover la peſtilenza dell’aria;
nientedimeno in queſta
così
gran Città con le ſopraddette condizioni, io non ſo come ſi poteſſe far
queſto
, e maſſime dove ſempre abbiamo mali vapori, che ſi alzano da così gran
laghi
, e da paludi;
e non ſolo queſti, ma ancora quelli, che vengono dalle
valli
del continente, molte volte putridi, menati però da venti di terra, che
la
notte ſi levano, e durano quaſi fino a mezzo giorno, molte volte tutto il
giorno
, e la notte, e per più giorni continui:
la quantità degli abitatori è
ſufficiente
a correggerla intieramente;
così ancora dove l’aria ſia groſſa, e che
toſto
riceva ſtemperamento di freddo, o di caldo, e lo ritenga lungo tempo;
e dove non ſarà agitata da venti; perciocchè ella, come l’acqua, ſi puriſica col
movimento
:
o che ſieno i Siti in regione eſpoſta a venti non ſalutiferi, come
a’venti
Auſtrali, che ſecondo l’opinion d’ Ipocrate, di Teofraſto, e di Plinio,
ſon
più nocivi d’ ogni altro vento;
e gli Occidentali, ſecondo il parere d’altri
Autori
, non ſon molto buoni per la ſanità dei luoghi;
perciocchè per la paſ-
ſata
ripercuſſione dei raggi del Sole di tutto il giorno, ridotto il Sole nella
quarta
d’Occidente, accreſce il calore, onde i Siti rimangono ſenza reſrigerio
alcuno
:
oppure ſieno Siti, che abbiano di contro montagne, le quali chiuda-
no
il paſſo ai venti ſalutiferi:
ovvero che ſieno in terreno ſterile, ed in luogo
deſerto
, dove per diſetto di vitto non ſi poſſano ſoſtentar gli abitanti, i quali
non
poſſon ricever utile alcuno dalla coltivazione del terreno:
e volendo poi
abitarvi
ſono neceſſitati a condurre i viveri da paeſi lontani, il che coſta lor
caro
, o è loro negato, o impedito, o rubato per via, e talvolta convien loro
prenderlo
non buono, ed alterato, o vien loro condotto inſetto di contagione:

o
ſieno poſte in luogo, che ſia nido di grandiſſima copia di ſiere, o di ani-
mali
velenoſi, e mortiſeri, onde non vi ſi poſſa abitare, o per la grandiſſima
ſalvatichezza
, difficilmente ſi poſſa addomeſticare;
o per eſſer ſolitario, non

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