Gallaccini, Teofilo
,
Trattato sopra gli errori degli architetti
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DEGLI ERRORI DEGLI ARCHITETTI
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">CAPO III.
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Degli errori, che ſeguono nella elezione dei ſiti.</
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preserve
">UNA delle più importanti coſe, che ſi richieggono in tutte le ſpezie delle
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fabbriche, è la buona ſcelta dei ſiti, la quale perchè è la prima di tutte,
<
lb
/>
è ancora la più neceſſaria: </
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preserve
">imperciocchè a qualunque opera d’Architettura ſi
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antepone il Luogo, e il Sito, non generale, ma particolare, in cui ſi ha da
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collocare la fabbrica. </
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">Laonde da Vitruvio nel 4. </
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">Cap. </
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preserve
">del primo Libro ſi an-
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/>
tepone a tutto l’inſegnamento dell’ Architettura, mentre prima che egli tratti
<
lb
/>
della fabbrica della Città, e di tutti gli ediſicj, che ſi fanno dentro il circuito
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lb
/>
di eſſa, primieramente c’inſegna le ragioni, e le regole di far buona ſcelta dei
<
lb
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ſiti. </
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preserve
">Come ancora ſi fa da Leon Batiſta Alberti nobile Architetto Fiorentino,
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che dopo Vitruvio tiene il primo luogo, dal primo Libro della ſua Architettu-
<
lb
/>
ra inſino al nono. </
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preserve
">Onde noi per queſta ragione imitando queſti Autori pri-
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lb
/>
marj, tratteremo primieramente in queſta prima parte degli errori, che acca-
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lb
/>
dono nella elezione dei Siti, nei quali ſi ha da fabbricare.</
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preserve
">I Siti adunque, o ſono di Città, o di luoghi dentro le Città, cioè, ſono o
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lb
/>
di edificj pubblici, o di privati, o di luoghi, che riguardano la ſola comodità,
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lb
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o ſolamente l’ornamento, o l’uno, e l’altro inſieme. </
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preserve
">Nei ſiti di Città gli er-
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lb
/>
rori poſſono eſſere di più maniere, cioè, o che ſotto aria non ſana, come in
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lb
/>
regione d’aria troppo grave, troppo moleſta, o ſpecialmente d’ aria impura,
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lb
/>
nella quale ſi radunano groſſe, e denſe caligini, e nebbie, puzzolenti vapori,
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lb
/>
e dannevoli impreſſioni, la quale è grave alla viſta, e non ſi può con rimedio
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lb
/>
alcuno riſanare, ſiccome afferma di Venezia Niccolò Maſſa, trattando delle in-
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lb
/>
fermità cagionate dall’aria peſtilenziale l’anno MDLV. </
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preserve
">favellando in queſto
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/>
modo.</
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preserve
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preserve
">E ſebbene quei delle Iſtorie di quel tempo, ed anche molti Medici ſcrivo-
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/>
no, che il divino Ipocrate cacciaſſe la peſtilenza d’ Atene frequentando fuochi
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lb
/>
per tutta la Città, e ancora il non mai a baſtanza lodato Galeno il medeſi-
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lb
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mo faceſſe a Roma, a rimuover la peſtilenza dell’aria; </
s
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preserve
">nientedimeno in queſta
<
lb
/>
così gran Città con le ſopraddette condizioni, io non ſo come ſi poteſſe far
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lb
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queſto, e maſſime dove ſempre abbiamo mali vapori, che ſi alzano da così gran
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laghi, e da paludi; </
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preserve
">e non ſolo queſti, ma ancora quelli, che vengono dalle
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valli del continente, molte volte putridi, menati però da venti di terra, che
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la notte ſi levano, e durano quaſi fino a mezzo giorno, molte volte tutto il
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giorno, e la notte, e per più giorni continui: </
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<
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">nè la quantità degli abitatori è
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ſufficiente a correggerla intieramente; </
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">così ancora dove l’aria ſia groſſa, e che
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toſto riceva ſtemperamento di freddo, o di caldo, e lo ritenga lungo tempo;
<
lb
/>
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">e dove non ſarà agitata da venti; </
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">perciocchè ella, come l’acqua, ſi puriſica col
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movimento: </
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">o che ſieno i Siti in regione eſpoſta a venti non ſalutiferi, come
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a’venti Auſtrali, che ſecondo l’opinion d’ Ipocrate, di Teofraſto, e di Plinio,
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lb
/>
ſon più noc
<
unsure
/>
ivi d’ ogni altro vento; </
s
>
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">e gli Occidentali, ſecondo il parere d’altri
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Autori, non ſon molto buoni per la ſanità dei luoghi; </
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">perciocchè per la paſ-
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ſata ripercuſſione dei raggi del Sole di tutto il giorno, ridotto il Sole nella
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/>
quarta d’Occidente, accreſce il calore, onde i Siti rimangono ſenza reſrigerio
<
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alcuno: </
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">oppure ſieno Siti, che abbiano di contro montagne, le quali chiuda-
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no il paſſo ai venti ſalutiferi: </
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">ovvero che ſieno in terreno ſterile, ed in luogo
<
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deſerto, dove per diſetto di vitto non ſi poſſano ſoſtentar gli abitanti, i quali
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non poſſon ricever utile alcuno dalla coltivazione del terreno: </
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">e volendo poi
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/>
abitarvi ſono neceſſitati a condurre i viveri da paeſi lontani, il che coſta lor
<
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caro, o è loro negato, o impedito, o rubato per via, e talvolta convien loro
<
lb
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prenderlo non buono, ed alterato, o vien loro condotto inſetto di contagione: </
s
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preserve
">
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lb
/>
o ſieno poſte in luogo, che ſia nido di grandiſſima copia di ſiere, o di ani-
<
lb
/>
mali velenoſi, e mortiſeri, onde non vi ſi poſſa abitare, o per la grandiſſima
<
lb
/>
ſalvatichezza, difficilmente ſi poſſa addomeſticare; </
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preserve
">o per eſſer ſolitario, non </
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