Alberti, Leon Battista, L' architettura

Table of contents

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[51.] DELLA ARCHITETTVRA DI LEONBATISTA ALBERTI.
[52.] LIBRO QV ARTO, DELLE OPERE VNIVERSALI. Che ne gli edificij, o ſieno ſtati fatti per la neceſsit à della Vita, o per l’opportunit à de biſo- gni, o per dilettatione de Tempi; Furono nondimeno ordinatiper cagione de gli huomi ni. Della uaria diuiſione delle Republiche appreſſo diuerſe nationi, che l’huomo per la ragione, & per la cognitione c’ha delle Arti, è differente dalle bestie, perilche ſi diſcer- ne differentia, et diuerſità, infra gli huomini, & parimente infra gli Edificij. Cap. I.
[53.] Della Regione, del luogo, & del Sito commodo, & ſcommodo, per le Città, ſecondo il parer delli Antichi, & ſeconao il parer dello Autore. Cap. II.
[54.] Del circuito, de lo ſpatio, & de la grandezza de le Città; de le forme, & figure de le Terre, & de le Mura, & del coſtume, de le cerimonie, et oſſeruationi de gli Antichi, in diſegnar le Città. Cap. III.
[55.] Delle Mura, Merlature, Torri, Cornici, & Porte, & lor Legnami. Cap. IIII.
[56.] De la grandezza, Forma, & Regola de le uie maeſtre, & non maeſtre. Cap. V.
[57.] De Ponti di legno, & di pietra, & del Situargli. de le Pile, Volte, Archi, cantonate, ripe, Serragli, Spranghe, laſtricatura, & rilieuo loro. Cap. VI.
[58.] Cap. VII.
[59.] DI LEONBATISTA ALBER TI. LIBRO ZVINTO, NELQVALE SI TRATTA DE GLI EDIFICII PARTICOLARI.
[60.] Dele Fortezze, & delle habitatiom che banno a ſeruire per i Re, & per i Signori, & delle loro differentie, & parti. Cap. I.
[61.] Cap. II.
[62.] Cap. III.
[63.] Cap. IIII.
[64.] Deluoghi de la Fortezza, doue i Soldati hanno a far le guardie, & doue egli hanno a ſtare a combaitere. De Tetti di detta Fortezza, & come ſi debbino afforzificare, & de le altre coſe neceſſarie a la Fortezza, e di uno Re, o d'uno principe nuouo. Cap. V.
[65.] Di che coſe ſia conſertata la Republica: In che luogho, & in che modo debbino eſſer fatte le Caſe di que', che gouernanole Rep. & in che modo quelle de Pontefici. De Tempij prin cipali, & de mediocri. Dele Cappellette, & de Tabernacoli. Cap. VI.
[66.] Che gli Alloggiamenti de Pontefici ſono i Chiostri; qual ſia l'officio del Pontefice. Quan te ſieno le ſorti de Chioſtri, & doue s'babbino a collocare. Cap. VII.
[67.] De le palestre, Studij, & Scuole publiche; Spedali da alloggiare, & da Infermi coſi per i Maſchi, come per le donne. Cap. VIII.
[68.] Del Palazzo principale, de Senatori, del Tribunale dele Sententie, del Tempio, & del Pa lazzo, doue ſi amminiſtra Iuſtitia, & che coſe ui ſtieno bene, & commode. Cap. IX.
[69.] Che gli Alloggiamenti de Soldati per Terra ſono di tre ſorti, & come e’ ſi debbino affor-tificare, & come altri, altrimenti gli affortificano. Cap. X.
[70.] Del commodo ſito. De gli Alloggiamenti per Terra, & daſtarui aſſai, & de la grandezza, de la forma, & de le parti di eſſi. Cap. XI.
[71.] De le Naui, & parti loro; Et de gli Alloggiamenti Marittimi, & loro fortificatione. Cap. X I I.
[72.] De commeſſarij, Camarlinghi, & Riſcotitori publici; & di sì fatti Magiſtrati; a quali biſo-gna fare il Granaio, la Camera del Comume, la Camera dell’arme, il Mercato, gli Arza-nali, & le ſtalle, & de le treſorte de le prigioni, & del modo, luoghi, & ſorma loro. Cap. XIII.
[73.] De li Edificij priuati, & loro differentie: De la Villa, & de le coſe da oſſeruarſi nel collo-carla, & murarla. Cap. XIIII.
[74.] Che le Caſe di Villa ſono di due ſorti, & del collocare tutte le loro parti commodamente appartenenti parte a gli huomini, parte a gli animali, parte a gli inſtrumenti, & parte a biſogni de le coſe neceſſarie. Cap. X V.
[75.] Che la induſtria del fattore di Villa ſi debbe eſſercitare tanto circa i Beſtiami, quanto cir-ca le Ricolte, & circa il far' l' Aia. Cap. XVI.
[76.] De la Villa de Padroni, & de le perſone nobili, & di tutte le parti ſue, & del luogo loro commodo. Cap. XV II.
[77.] Che differentia ſia inſra le caſe de la Villa, & quelle de la Città, dericchi. Et chele caſe de manco ricchi, ſi debbono aſſomigliare a quelle de piu ricchi, ſecondo peròle ricchezze loro. Et che ſi debbe murare per la ſtate piu che per l’inuerno. Cap. XVIII.
[78.] DELLA AR CHITETTVRA DI LEONBATISTA ALBERTI.
[79.] LIBRO SESTO, De ia difficultà, & de la ragione de l'impreſa de l' Autore, donde e' raccoglie quanto ctu-dio, fatica, & induſtria egli habbia poſta in ſiriuere queſte coſe. Cap. I.
[80.] Della Bellezza, & dello ornamento, & delle coſe, che da eſſe procedono, & delle loro dif-ferentie, & che egli ſi debbe edificare con ragioni uere, & chi ſia il padre & lo Alum-no delle Arti. Cap. II.
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2218DELLA ARCHITETTVRA no che quiui concorrino influenze maligne. Gli Arbori ancora, quaſi come dac
cordo
tutti da un lato medeſimo piegati, &
rotti, dimoſtrano di hauere ceduto à
noìoſe
, &
moleſte ſurie di uenti: & gli ſteſsi uiui ſaſsi nel proprio luogo nati, ò gli
altri
condottiui, ſe ſaranno piu che non douerebbono nelle ſommit @delle ſcor-
ze
loro, alterati, dimoſtrano lo ſtẽperamento del luogo, per la aria, che hora è di
115 fuoco, &
hora di ghiaccio. Et per ciò quella Regione doue queſti furioſi aſſalti
di
tẽpi, &
tempeſte ſi aggirano, piu di alcuna altra, ſi debbe ſchifare: Percioche ſe
i
corpi de’ Mortali, ſono preoccupati da crudeliſsima forza di alcuno freddo, ò
caldo
, che li percuota, ſubito tutta la maſſa del corpo, &
le congiunture di tutte le
parti
, ſi guaſtano, &
ſi riſoluono, & caſcono in malattie diuerſe, & in anzi tempo
2210 uecchiezze.
Dicono che quella città che poſta à piè de’ monti, pende inuerſo il
tramontare
del Sole, è inferma, piu per queſta, che per altra cagione, cioè per-
che
ella ſente poi ſubito i fiati delle notti troppo piu gelate.
Egli è ancora con-
ueniente
riandan do le coſe detempi paſſati, ſecondo che le hanno oſſeruate i ſa-
ui
, eſaminare, &
antiuedere, con ogni diligentia, coſe piu rare, ſe alcune ue ne
3315 ſono:
Percioche e’ ſono alcuni luoghi, che hanno dilor natura aſcoſo in loro un
certo
che, che conferiſce alla felicità, &
alla infelicità. In Locri, & in Cutrone,
dicono
che non fu mai Peſte.
Nella Iſola di Candia non ſta mai animale alcuno
nociuo
.
In Francia naſcono di rado mõſtri, in altri luoghi i Fiſici affermano che
nel
mezo della eſtade, &
nel mezo dello inuerno, non tuona mai: Main Campa
4420 gna ſecondo che dice Plinio, ſopra quelle città, che ſon poſte amezo , in detti
tempi
tuona:
Et dicono chei Monti preſſo ad Albania ſon chiamati Ceraunii,
dal
caderui continuamente ſaette.
Oltra queſto, perche nella Iſola di Lemno
caſcano
continuamẽte ſaette;
dice Seruio, che ciò ha dato cagione à Poeti di di-
re
che Vulcano cadeſſe in quel luogo.
Appreſſo allo ſtretto di Galipoli, &
5525 infra gli Eſſedoni, non ſi ſon mai ſentiti tuoni, ueduti baleni.
Se in Egit-
to
pioue, è tenuta coſa prodigioſa.
Apreſſole Hidaſpe, nel cominciar della
eſtate
, pioue continuamente.
Dicono che in Libia ſi muouono i venti tanto
di
rado, che per la groſſeza della aria, ſi veggono in Cielo uarie ſpetie di va-
pori
:
Ma per il contrario nella maggior parte della Galatia, ſoſtia di ſtate il uen
6630 to con tanto impeto, che in cambio di tirare in alto la rena, vi ſpinge le pietre.
In Spagna vicino allo Ibero, dicono che il uento Maeſtro ſoffia talmente, che
la volta à Carri ben carichi:
In Ethiopia ſi dice che non ſoffia Oſtro: Et gli
hiſtorici
dicono che in Arabia preſſo à Trogloditi, queſto medeſimo vento,
abbrucia
ciò che ei vi truoua di uerde:
& Tucidide ſcriue che Delo non è
7735 mai ſtata moleſtata da i tremuoti, ma ſempre ſi è ſtata ſalda, ſopra il medeſi-
mo
ſaſſo, anchor che le altre Iſole à lei vicine, ſieno ſtate aſſai volte rouinate
da
tremuoti.
Noi veggiamo, che quella parte di Italia che è dalla Selua dello
Aglio
, ſotto Roma, per tutta la maneggia de colli di campagna di Roma, inſino
à
Capua, è tormentata da continui tremuoti, &
quaſi rouinata del tutto. Al-
8840 cuni penſano che Achaia, ſia coſi detta, da ſpeſſe inundationi di acque.
Io truo
uo
che Roma è ſempre ſtata febricoſa, &
Galeno penſa, che tai febbre ſieno vna
nuoua
ſpetie di terzana doppia, alla quale varii, &
quaſi contrarii rimedii, in
varie
hore, ſi debbino applicare.
Egli è ancora appreſſo de Poeti antica

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